Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Storia

 

Storia di un luogo e di un edificio

La Biblioteca San Giorgio è stata inaugurata il 23 aprile 2007, giornata mondiale del libro e del diritto d'autore, nonché ricorrenza di San Giorgio, richiamato anche nel logo della biblioteca (vedi).

Il nome della biblioteca in realtà trae origine dalla vecchia fabbrica San Giorgio di cui la biblioteca ha occupato alcuni capannoni industriali dismessi, riconvertiti a questa nuova funzione. L'area in cui si colloca la biblioteca, indicata come ex Breda, è stata segnata da una tra le più importanti attività della storia di Pistoia a partire dal 1907 anno di nascita della Fabbrica San Giorgio, stabilimento per automobili e veicoli ferroviari, con la costruzione dei primi capannoni. Dopo vari cambi societari e di produzione, la San Giorgio nel 1973 diventa Breda costruzioni ferroviarie anche se subito dopo lo stabilimento viene trasferito in un'area più a sud della città.

Oggi quest'area di circa 13,5 ettari, a lungo abbandonata, si appresta a ritrovare un ruolo centrale nella vita della città con le importanti funzioni pubbliche che vi trovano e troveranno posto: insieme alla biblioteca e alla sede universitaria per le sei facoltà distaccate dell'ateneo fiorentino e ad una scuola secondaria, è prevista la realizzazione della sede degli ordini professionali, di un centro congressi, della questura e di centri residenziali.

La costruzione della nuova biblioteca di Pistoia si è inserita in questa dinamica urbana di cambiamento ed è stata una scelta fatta per risolvere, prima di tutto il problema di una considerevole mancanza di spazio della vecchia e storica Biblioteca Forteguerriana, ospitata in un palazzo cinquecentesco nelle vie medievali del centro cittadino, da cui la Biblioteca San Giorgio ha derivato tutta la raccolta moderna e le funzioni e gli strumenti bibliografici connessi al modello di "biblioteca pubblica".

Per la Biblioteca San Giorgio sono stati riutilizzati alcuni capannoni dell'ex Breda definiti Corpo 20 nelle planimetrie ufficiali della grande fabbrica.

L'intervento è solo un frammento della riconversione complessiva prevista per quest'area, tramite il quale però, proprio per la particolare destinazione d'uso, si è cercato di segnare il passaggio, e nello stesso tempo la continuità, dai luoghi della fabbrica ai luoghi della cultura.

In questa direzione è andato anche il vincolo rivolto ai progettisti di conservare la memoria dell'impianto originario della fabbrica; non tanto per proteggere qualità edilizie di rilievo, ma per l'esigenza di ricordare, di avere presenti tempi e condizioni che hanno permeato la storia dei luoghi. La scelta architettonica è stata pertanto quella di esaltare lo scheletro dei vecchi capannoni per rendere sinteticamente l'idea della fabbrica.

 

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