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La Grande guerra, l'evento che ha cambiato la storia: politica, diplomazia, eserciti

 

Tavola rotonda con Giorgio Petracchi, Università degli studi di Udine e Ugo Barlozzetti, curatore della mostra La Grande guerra a piccoli passi ospitata negli spazi espositivi della biblioteca

Modera l'incontro Claudio Rosati

mercoledì 18 marzo, ore 17 - Saletta Bigongiari

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La prima Guerra mondiale a cui hanno partecipato circa 6 milioni di italiani, ha segnato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese con 750.000 morti tra caduti in guerra e civili.

Nel corso di questi ultimi decenni, la storiografia italiana che non ha mai visto scemare l'interesse per il conflitto, è tornata a produrre saggistica di taglio innovativo, opere di sintesi, approfondimenti su aspetti trascurati della guerra italiana.

E' rimasta inalterata, anzi per certi aspetti si è rafforzata, nella storiografia, "la convinzione che sia impossibile capire la Grande Guerra se non pensandola come vicenda di importanza cruciale per l'intero nostro tempo: non come una tra le tante guerre del Novecento, ma come "la" guerra per eccellenza, non come un evento tra i tanti, ma in un certo senso come l'evento fondante, la chiave di volta e la matrice del secolo [...]
Ciò che conferisce questo carattere speciale alla Grande Guerra - sostiene Antonio Gibelli - è precisamente il fatto di essere stata la "prima": il primo "evento senza soggetto", vale a dire resosi autonomo rispetto alle volontà e alle capacità di controllo degli attori che lo avevano scatenato, la prima manifestazione sistematica della combinazione tra moderna tecnologia e produzione di morte, la prima espressione di una mobilitazione totale delle masse, in una parola la prima rivelazione compiuta e folgorante della modernità, della sua natura, dei suoi dilemmi, dei suoi rischi. [...] Come scrive Franz Marc in uno dei suoi folgoranti aforismi: "Nella Grande Guerra ogni cuore si è fermato un'ora, un secondo, una volta, almeno una volta, per poi riprendere lentamente a correre con leggero battito verso il futuro. Questa era la segreta ora di morte del tempo antico". In questo arresto, in questo stacco sublime tra passato e futuro, in questa perdita sanguinosa che nessun lutto riuscì mai a elaborare interamente, consiste il fascino apparentemente inesauribile della Grande Guerra come oggetto di memoria e storiografia".

 

Sito web al
Centenario della Grande Guerra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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