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E la chiamano estate

 

“E la chiamano estate/ questa estate senza te/ ma non sanno che vivo/ ricordando sempre te./ Il profumo del mare/ non lo sento, non c'e' più/ perché non torni qui, vicino a me./ E le chiamano notti/ queste notti senza te/ ma non sanno che esiste/ chi di notte piange te...”

E’ la celebre canzone di Bruno Martino che apre e da il titolo al terzo film di Paolo Franchi, dopo il fortunato esordio con “La spettatrice” e la controversa opera seconda “Nessuna qualità agli eroi”. In un’estate si consuma la storia di Dino e Anna, un uomo e una donna innamoratissimi uno dell’altra ma incapaci di vivere appieno i propri sentimenti, rinunciando per questo ad avere contatti fisici. Dino sublima questa mancanza cercando avventure oltre la coppia arrivando a rintracciare ad uno ad uno tutti i precedenti amori di Anna per convincerli a ricercarla. Rischia grosso Paolo Franchi con questo film presentato sotto i fischi e le stroncature dei critici al Festival Internazionale del Film di Roma dove la giuria internazionale a risarcimento della feroce accoglienza ha premiato la sua regia e l’interpretazione di Isabella Ferrari che presta il triste volto al personaggio di Anna. Il rischio sta nel non tirarsi indietro di fronte al racconto di un rapporto coniugale facendone una spudorata esibizione di sentimenti. Più di Isabella Ferrari è l’attore francese Jean-Marc Barr a convincere dando al personaggio di Dino la giusta inquietudine interna. Con una regia sapiente Franchi immerge il suo film in un’atmosfera sospesa in cui la purezza del bianco che inonda simbolicamente la camera da letto dei protagonisti è l’elemento più caratterizzante. I nomi di Luca Argentero, Filippo Nigro, Eva Riccobono e Philippe Sarde alle musiche confermano la fiducia riposta in questo giovane autore così poco “italiano”.

 

Pietro (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)

 

 

 

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