Soprattutto buonu(a)more
Presentazione del libro Soprattutto buonu(a)more. Storia di una casetta nella selva, e come si impara a far di tutto, anche l'albergatrice, di Nicla Menchi. Firenze, Nerbini, 2014
Martedì 29 aprile 2014, ore 17.00 - Sala Bigongiari
Sarà presente l'autrice
Invito
(pdf, 136 Kb)
Nicla Menchi è nata nel 1927 a Cireglio, sulla Montagna pistoiese, dove è rimasta fino all'età di 35 anni, quando si è trasferita a Pisa per motivi di lavoro. Anche dopo l'allontanamento dal paese natale sull'Appennino alle porte di Pistoia in lei è sempre rimasto il desiderio di abitare nella natura, tra boschi e vallate come quelli dove ha trascorso la giovinezza. Il suo libro narra proprio di questa passione e di come l'autrice è riuscita a concretizzarla sulle colline del Monte Pisano. Racconta infatti la storia legata alla scoperta, all'acquisto e alla trasformazione di un rudere dove Nicla è riuscita a realizzarsi inventando una nuova vita, in cui si dedica alla pittura, alla cura delle piante, al cucito e alla scrittura. La scoperta dell’edificio abbandonato, che poi è diventato la Casetta delle selve, le ha permesso insomma di realizzare il suo sogno e iniziare una nuova vita e una nuova attività: quella di albergatrice.
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Ultimo aggiornamento sabato, 7 giugno 2014
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Nicla Menchi è nata nel 1927 a Cireglio, sulla Montagna pistoiese, dove è rimasta fino all'età di 35 anni, quando si è trasferita a Pisa per motivi di lavoro. Anche dopo l'allontanamento dal paese natale sull'Appennino alle porte di Pistoia in lei è sempre rimasto il desiderio di abitare nella natura, tra boschi e vallate come quelli dove ha trascorso la giovinezza. Il suo libro narra proprio di questa passione e di come l'autrice è riuscita a concretizzarla sulle colline del Monte Pisano. Racconta infatti la storia legata alla scoperta, all'acquisto e alla trasformazione di un rudere dove Nicla è riuscita a realizzarsi inventando una nuova vita, in cui si dedica alla pittura, alla cura delle piante, al cucito e alla scrittura. La scoperta dell’edificio abbandonato, che poi è diventato la Casetta delle selve, le ha permesso insomma di realizzare il suo sogno e iniziare una nuova vita e una nuova attività: quella di albergatrice.
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