Se le strade potessero parlare
Ad un anno dalla morte di George Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020, una proposta di film degli anni Dieci che affrontano le discriminazioni e le violenze subite dagli Afroamericani di ieri e di oggi.
The care of human life and happiness and not their destruction, is the first and only object of good governement
Thomas Jefferson
Un anno è passato da quando le ultime drammatiche immagini della vita di George Floyd hanno fatto irruzione nelle nostre vite, già provate da settimane di lockdown a causa della inarrestabile avanzata della pandemia da Covid-19. Un senso disperante, d'impotenza e d'incredulità si è impossessato della maggior parte di noi dinanzi a quell'assurda morte. Una fine arrivata dopo 8 interminabili minuti e 46 secondi di pressione, esercitata dal ginocchio dell'agente di Polizia di Minneapolis Derek Chauvin, sul collo di Floyd con le manette a terra. Il video, girato dalla diciassettenne Darsella Frazer con il suo smartphone, ha mostrato al mondo intero quei momenti d'agonia, di violenza gratuita, e fatto ascoltare le parole imploranti pietà della vittima. Dopo la morte di George Floyd, milioni di persone sono scese nelle strade statunitensi, e non solo, per dimostrare la loro rabbia, chiedendo giustizia per questa ennesima assurda morte e per coloro che ogni giorno devono combattere ancora con l'ignoranza e la sopraffazione di matrice razzista. I film scelti per ricordare George Floyd, ma anche tutte le altre vittime di violenza scatenata da pregiudizi razziali, sono tratti da storie realmente accadute dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni, ad eccezione naturalmente del film di Steve McQueen, ovvero 12 anni schiavo che si svolge nel XIX secolo. La speranza è che la visione di queste opere faccia ulteriormente riflettere e tenga alto il livello d'attenzione riguardo a qualunque avvenimento alla cui origine vi sia il pregiudizio di un uomo verso un altro uomo. Oltre a I'm not your negro di Raoul Peck, è necessario segnalare un interessante documentario, ovvero 13th di Ava DuVernay, che è possibile vedere in lingua inglese sul canale YouTube di Netflix.
12 anni schiavo: la straordinaria storia vera di Solomon Northup un film di Steve McQueen (DVD 2013)
Tratto dall'autobiografia omonima pubblicata nel 1853, 12 anni schiavo racconta la storia dell'afroamericano Solomon Burke, cittadino dello stato di New York, falegname e violinista, che fu reso schiavo con l'inganno e trasferito con la forza in Louisiana, nel sud degli Stati Uniti d'America. Dopo esser passato sotto vari padroni, Solomon fu venduto ad uno dei più spietati proprietari terrieri, un certo Edwin Epps. Ma proprio in quelle piantagioni conobbe un abolizionista canadese che lo aiutò a contattare la moglie, rimasta senza sue notizie, e ad essere liberato dopo circa 12 anni di schiavitù grazie ad una nuova legge che permetteva di liberare persone rapite e ridotte in schiavitù. 12 anni schiavo ha partecipato agli Oscar del 2014 con otto nomination aggiudicandosi tre statuette, tra cui quella assegnata come "Miglior attrice non protagonista" a Lupita Nyong’o. Nel film si annoverano, oltre a Chiwetel Ejiofor che intrepreta Solomon, attori del calibro di Brad Pitt e Michael Fassbender. Per il regista Steve McQueen è il terzo lungometraggio, dopo Hunger e Shame.
I am not your negro un film documentario di Raoul Peck (Svizzera Francia Belgio USA 2016)
I am not your negro traccia un'analisi della questione razziale americana e di conseguenza una storia degli Stati Uniti d'America, essenzialmente dalla seconda metà del Novecento in poi, attraverso le parole di James Baldwin e le immagini d'archivio, selezionate e montate ad arte dal regista Raoul Peck. Il documentario si basa su scritti lasciati da Baldwin alla sua morte, sopraggiunta nel 1987. In particolare, si fa riferimento ad una lettera della fine degli anni Settanta, indirizzata al suo amico agente, e ad una trentina di pagine manoscritte che avrebbero dovuto costituire l'ossatura del libro Remember this house. Il pensiero lucido, complesso e originale del grande intellettuale e scrittore afroamericano, affronta la questione razziale attraversando la vita di Baldwin stesso e quella di suoi tre amici, assassinati nell'arco di soli cinque anni, ovvero Medgar Evers, Malcom X e Martin Luther King jr. I collegamenti tra il significato delle parole di Baldwin e le immagini di fatti accaduti, purtroppo alcuni anche recentemente, sono notevolmente efficaci e dimostrano quanto I am not your negro sia un'opera necessaria soprattutto oggi. Un documentario intenso e bellissimo reso ancor più efficace dall'affascinante voce narrante di Samuel L. Jackson.
Selma un film di Ava DuVernay (USA 2014)
Selma, 7 marzo 1965. Un corteo pacifico di manifestanti afroamericani s'incammina verso Montgomery, la capitale dell'Alabama. La marcia, pianificata da alcune organizzazioni per i diritti civili, vuole costringere il governatore dello stato a rispondere degli scontri di Marion, avvenuti nel mese di febbraio, che hanno portato alla morte di Jimmie Lee Jackson e ad impegnarsi concretamente per mettere fine alla segregazione dei cittadini afroamericani, attuando il “Civil Rights Act”. La polizia, forte dell'appoggio del governatore Wallace, blocca la marcia sul ponte Edmund Pettus e, senza che ci sia alcuna provocazione, carica i manifestanti colpendoli con bastoni e lanciando gas lacrimogeno.
Il film di Ava Duvernay s'ispira a questi fatti e alle due marce successive, guidate da Martin Luther King, che partirono sempre da Selma dirette verso il palazzo del governatore a Montgomery. Solo l'ultima marcia arrivò a destinazione e vide MLK pronunciare lì uno dei suoi discorsi più importanti e famosi. Le manifestazioni di Selma furono una tappa fondamentale per i diritti civili degli afroamericani poiché portarono il presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, a promulgare il “Voting Rights Act”, la legge che vietò le discriminazioni elettorali.
Il film, vincitore di un Golden Globe e di un Oscar per la migliore canzone originale Glory di John Legend & Common, si avvale delle interpretazioni di David Oyelowo, Tim Roth, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr. e Oprah Winfrey.
Prossima fermata Fruitvale Station un film di Ryan Coogler (USA 2013)
Oscar Grant, un ventiduenne californiano, dopo un periodo difficile, cerca di dare una svolta alla sua vita e al suo ruolo di figlio, di marito e di padre. Il tentativo di rimettere in carreggiata la propria esistenza, però, si conclude in tragedia quando, nella notte di Capodanno, viene ucciso senza alcun motivo dopo essere stato fermato insieme ad alcuni amici nella stazione metro di Fruitvale.
Il film, purtroppo, si ispira ad una vicenda realmente accaduta nel 2009 nella San Francisco Bay Area. Diretto da Ryan Coogler, un giovane regista esordiente, e interpretato da un suo coetaneo di indubbio talento come Michael B. Jordan, Prossima fermata Fruitvale Station ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2013.
Se la strada potesse parlare un film di Barry Jenkin (USA 2018)
Harlem, anni Settanta. Tish e Fonny, due giovani afroamericani, vivono intensamente la loro storia d'amore, quando lui viene ingiustamente accusato e arrestato per stupro. Ad accusarlo un poliziotto razzista e la presunta vittima. Tish con l'aiuto della sua famiglia, intraprende una lunga e difficile battaglia per dimostrare l'innocenza di Fonny. Intanto, scopre di essere incinta. Se la strada potesse parlare è tratto dall'omonimo romanzo di James Baldwin, importante scrittore nordamericano della seconda metà del Novecento e autore di riferimento per la cultura afroamericana, ed è diretto da Barry Jenkins, regista e sceneggiatore statunitense, impostosi all'attenzione generale con il film Moonlight.
Detroit un film di Kathryn Bigelow (USA 2017)
Detroit, luglio 1967. Una sommossa di civili afroamericani, scatenata da una retata notturna della polizia in un bar dove si vendono alcolici senza permesso, infiamma le strade della città. Il governatore del Michigan decide d'inviare la Guardia Nazionale a sedare la rivolta e così la situazione precipita fino a far registrare un bilancio finale inaccettabile: 43 morti, 1189 feriti, oltre 7200 arresti e più di 2000 edifici distrutti. Durante questi scontri, che avvengono tra il 23 e il 27 luglio, si svolge il brutale episodio su cui si concentra il film e che avviene all'interno del Motel Algiers. Un gruppetto di giovani uomini neri e di due ragazze bianche viene fermato all'interno del Motel da tre poliziotti che perdono il controllo tanto da ucciderne tre. Purtroppo, questo è uno dei molti episodi di cui la polizia statunitense si è resa protagonista in negativo nei confronti di civili afroamericani e che la regista Kathryn Bigelow ha voluto riportare alla luce con questo lungometraggio di quasi due ore e mezzo.
BlacKkKlansman un film di Spike Lee (USA 2018)
Colorado, anni Settanta. Ron Stallworth, primo poliziotto afroamericano della sua contea, riesce a far saltare i violenti piani del Ku Klux Klan locale, infiltrandosi all'interno del gruppo fino alla conquista dei suoi vertici, grazie alla sua controfigura, il più esperto collega Flip Zimmerman.
Una storia vera tratta dall’omonimo romanzo scritto dal vero Ron Stallworth, BlacKkKlansman ha vinto il Gran Prix della Giuria al festival di Cannes 2018 e l'Oscar 2019 per la Miglior sceneggiatura non originale. Un film contro il razzismo di ieri e di oggi, ma anche un poliziesco caratterizzato da episodi divertenti e da una notevole colonna sonora, impreziosita dal brano Mary don't you weep di Prince.
Loving: l'amore deve nascere libero un film di Jeff Nichols (USA UK 2016)
La storia vera di Mildred e Richard che si sposarono pur consapevoli d'infrangere le leggi della Virginia degli anni Cinquanta che impedivano l'unione in matrimonio tra cittadini dal colore della pelle diversa (legge anti-meticciato). I coniugi Loving non si arresero all'idea di non poter vivere insieme nel loro Stato d'origine e con una battaglia legale di nove anni per il riconoscimento dei propri diritti e dello status di famiglia riuscirono a realizzare il proprio sogno, creando un importante precedente giudiziario che divenne fondamentale per il riconoscimento legale dei matrimoni misti negli Stati Uniti d'America. Il film diretto dal bravo regista Jeff Nichols (v. Take shelter; v. Mud) ha come protagonisti principali Joel Edgerton e Ruth Negga.
Green book un film di Peter Farrelly (USA 2018)
Un club di New York chiude per qualche mese e il buttafuori italoamericano Tony Lip si trova a spasso. Questi, avendo una famiglia da mantenere, accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley, come autista per il suo tour nel sud degli Stati Uniti, dove in quegli anni, siamo nel 1962, i diritti degli afroamericani vengono quotidianamente calpestati. Le evidenti differenze tra i due e gli iniziali conflitti fanno pensare ad una difficile convivenza, ma gli eventi fanno sì che s'instauri tra i due una forte legame di amicizia. Un road-movie quindi, ispirato ad una storia realmente accaduta, che è anche un viaggio attraverso i pregiudizi razziali e le relative differenze. Il titolo prende spunto da una guida degli anni Cinquanta, la Negro Motorist Green Book di Hugo Green, pensata per i viaggiatori afroamericani allo scopo di aiutarli a trovare locali, compresi i motel, che li avrebbero accettati. Il film, diretto da Peter Farrell, si avvale delle belle interpretazioni di Viggo Mortensen nei panni di Tony e di Mahershala Ali (Miglior attore non protagonista agli Oscar 2019) in quelli di Don. Green book è stato premiato con l'Oscar 2019 come Miglior film e migliore sceneggiatura originale.
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Ultimo aggiornamento martedì, 1 giugno 2021
Ad un anno dalla morte di George Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020, una proposta di film degli anni Dieci che affrontano le discriminazioni e le violenze subite dagli Afroamericani di ieri e di oggi.
The care of human life and happiness and not their destruction, is the first and only object of good governement
Thomas Jefferson
Un anno è passato da quando le ultime drammatiche immagini della vita di George Floyd hanno fatto irruzione nelle nostre vite, già provate da settimane di lockdown a causa della inarrestabile avanzata della pandemia da Covid-19. Un senso disperante, d'impotenza e d'incredulità si è impossessato della maggior parte di noi dinanzi a quell'assurda morte. Una fine arrivata dopo 8 interminabili minuti e 46 secondi di pressione, esercitata dal ginocchio dell'agente di Polizia di Minneapolis Derek Chauvin, sul collo di Floyd con le manette a terra. Il video, girato dalla diciassettenne Darsella Frazer con il suo smartphone, ha mostrato al mondo intero quei momenti d'agonia, di violenza gratuita, e fatto ascoltare le parole imploranti pietà della vittima. Dopo la morte di George Floyd, milioni di persone sono scese nelle strade statunitensi, e non solo, per dimostrare la loro rabbia, chiedendo giustizia per questa ennesima assurda morte e per coloro che ogni giorno devono combattere ancora con l'ignoranza e la sopraffazione di matrice razzista. I film scelti per ricordare George Floyd, ma anche tutte le altre vittime di violenza scatenata da pregiudizi razziali, sono tratti da storie realmente accadute dagli anni Sessanta fino ai nostri giorni, ad eccezione naturalmente del film di Steve McQueen, ovvero 12 anni schiavo che si svolge nel XIX secolo. La speranza è che la visione di queste opere faccia ulteriormente riflettere e tenga alto il livello d'attenzione riguardo a qualunque avvenimento alla cui origine vi sia il pregiudizio di un uomo verso un altro uomo. Oltre a I'm not your negro di Raoul Peck, è necessario segnalare un interessante documentario, ovvero 13th di Ava DuVernay, che è possibile vedere in lingua inglese sul canale YouTube di Netflix.
12 anni schiavo: la straordinaria storia vera di Solomon Northup un film di Steve McQueen (DVD 2013)
Tratto dall'autobiografia omonima pubblicata nel 1853, 12 anni schiavo racconta la storia dell'afroamericano Solomon Burke, cittadino dello stato di New York, falegname e violinista, che fu reso schiavo con l'inganno e trasferito con la forza in Louisiana, nel sud degli Stati Uniti d'America. Dopo esser passato sotto vari padroni, Solomon fu venduto ad uno dei più spietati proprietari terrieri, un certo Edwin Epps. Ma proprio in quelle piantagioni conobbe un abolizionista canadese che lo aiutò a contattare la moglie, rimasta senza sue notizie, e ad essere liberato dopo circa 12 anni di schiavitù grazie ad una nuova legge che permetteva di liberare persone rapite e ridotte in schiavitù. 12 anni schiavo ha partecipato agli Oscar del 2014 con otto nomination aggiudicandosi tre statuette, tra cui quella assegnata come "Miglior attrice non protagonista" a Lupita Nyong’o. Nel film si annoverano, oltre a Chiwetel Ejiofor che intrepreta Solomon, attori del calibro di Brad Pitt e Michael Fassbender. Per il regista Steve McQueen è il terzo lungometraggio, dopo Hunger e Shame.
I am not your negro un film documentario di Raoul Peck (Svizzera Francia Belgio USA 2016)
I am not your negro traccia un'analisi della questione razziale americana e di conseguenza una storia degli Stati Uniti d'America, essenzialmente dalla seconda metà del Novecento in poi, attraverso le parole di James Baldwin e le immagini d'archivio, selezionate e montate ad arte dal regista Raoul Peck. Il documentario si basa su scritti lasciati da Baldwin alla sua morte, sopraggiunta nel 1987. In particolare, si fa riferimento ad una lettera della fine degli anni Settanta, indirizzata al suo amico agente, e ad una trentina di pagine manoscritte che avrebbero dovuto costituire l'ossatura del libro Remember this house. Il pensiero lucido, complesso e originale del grande intellettuale e scrittore afroamericano, affronta la questione razziale attraversando la vita di Baldwin stesso e quella di suoi tre amici, assassinati nell'arco di soli cinque anni, ovvero Medgar Evers, Malcom X e Martin Luther King jr. I collegamenti tra il significato delle parole di Baldwin e le immagini di fatti accaduti, purtroppo alcuni anche recentemente, sono notevolmente efficaci e dimostrano quanto I am not your negro sia un'opera necessaria soprattutto oggi. Un documentario intenso e bellissimo reso ancor più efficace dall'affascinante voce narrante di Samuel L. Jackson.
Selma un film di Ava DuVernay (USA 2014)
Selma, 7 marzo 1965. Un corteo pacifico di manifestanti afroamericani s'incammina verso Montgomery, la capitale dell'Alabama. La marcia, pianificata da alcune organizzazioni per i diritti civili, vuole costringere il governatore dello stato a rispondere degli scontri di Marion, avvenuti nel mese di febbraio, che hanno portato alla morte di Jimmie Lee Jackson e ad impegnarsi concretamente per mettere fine alla segregazione dei cittadini afroamericani, attuando il “Civil Rights Act”. La polizia, forte dell'appoggio del governatore Wallace, blocca la marcia sul ponte Edmund Pettus e, senza che ci sia alcuna provocazione, carica i manifestanti colpendoli con bastoni e lanciando gas lacrimogeno.
Il film di Ava Duvernay s'ispira a questi fatti e alle due marce successive, guidate da Martin Luther King, che partirono sempre da Selma dirette verso il palazzo del governatore a Montgomery. Solo l'ultima marcia arrivò a destinazione e vide MLK pronunciare lì uno dei suoi discorsi più importanti e famosi. Le manifestazioni di Selma furono una tappa fondamentale per i diritti civili degli afroamericani poiché portarono il presidente degli Stati Uniti, Lyndon Johnson, a promulgare il “Voting Rights Act”, la legge che vietò le discriminazioni elettorali.
Il film, vincitore di un Golden Globe e di un Oscar per la migliore canzone originale Glory di John Legend & Common, si avvale delle interpretazioni di David Oyelowo, Tim Roth, Giovanni Ribisi, Cuba Gooding Jr. e Oprah Winfrey.
Prossima fermata Fruitvale Station un film di Ryan Coogler (USA 2013)
Oscar Grant, un ventiduenne californiano, dopo un periodo difficile, cerca di dare una svolta alla sua vita e al suo ruolo di figlio, di marito e di padre. Il tentativo di rimettere in carreggiata la propria esistenza, però, si conclude in tragedia quando, nella notte di Capodanno, viene ucciso senza alcun motivo dopo essere stato fermato insieme ad alcuni amici nella stazione metro di Fruitvale.
Il film, purtroppo, si ispira ad una vicenda realmente accaduta nel 2009 nella San Francisco Bay Area. Diretto da Ryan Coogler, un giovane regista esordiente, e interpretato da un suo coetaneo di indubbio talento come Michael B. Jordan, Prossima fermata Fruitvale Station ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2013.
Se la strada potesse parlare un film di Barry Jenkin (USA 2018)
Harlem, anni Settanta. Tish e Fonny, due giovani afroamericani, vivono intensamente la loro storia d'amore, quando lui viene ingiustamente accusato e arrestato per stupro. Ad accusarlo un poliziotto razzista e la presunta vittima. Tish con l'aiuto della sua famiglia, intraprende una lunga e difficile battaglia per dimostrare l'innocenza di Fonny. Intanto, scopre di essere incinta. Se la strada potesse parlare è tratto dall'omonimo romanzo di James Baldwin, importante scrittore nordamericano della seconda metà del Novecento e autore di riferimento per la cultura afroamericana, ed è diretto da Barry Jenkins, regista e sceneggiatore statunitense, impostosi all'attenzione generale con il film Moonlight.
Detroit un film di Kathryn Bigelow (USA 2017)
Detroit, luglio 1967. Una sommossa di civili afroamericani, scatenata da una retata notturna della polizia in un bar dove si vendono alcolici senza permesso, infiamma le strade della città. Il governatore del Michigan decide d'inviare la Guardia Nazionale a sedare la rivolta e così la situazione precipita fino a far registrare un bilancio finale inaccettabile: 43 morti, 1189 feriti, oltre 7200 arresti e più di 2000 edifici distrutti. Durante questi scontri, che avvengono tra il 23 e il 27 luglio, si svolge il brutale episodio su cui si concentra il film e che avviene all'interno del Motel Algiers. Un gruppetto di giovani uomini neri e di due ragazze bianche viene fermato all'interno del Motel da tre poliziotti che perdono il controllo tanto da ucciderne tre. Purtroppo, questo è uno dei molti episodi di cui la polizia statunitense si è resa protagonista in negativo nei confronti di civili afroamericani e che la regista Kathryn Bigelow ha voluto riportare alla luce con questo lungometraggio di quasi due ore e mezzo.
BlacKkKlansman un film di Spike Lee (USA 2018)
Colorado, anni Settanta. Ron Stallworth, primo poliziotto afroamericano della sua contea, riesce a far saltare i violenti piani del Ku Klux Klan locale, infiltrandosi all'interno del gruppo fino alla conquista dei suoi vertici, grazie alla sua controfigura, il più esperto collega Flip Zimmerman.
Una storia vera tratta dall’omonimo romanzo scritto dal vero Ron Stallworth, BlacKkKlansman ha vinto il Gran Prix della Giuria al festival di Cannes 2018 e l'Oscar 2019 per la Miglior sceneggiatura non originale. Un film contro il razzismo di ieri e di oggi, ma anche un poliziesco caratterizzato da episodi divertenti e da una notevole colonna sonora, impreziosita dal brano Mary don't you weep di Prince.
Loving: l'amore deve nascere libero un film di Jeff Nichols (USA UK 2016)
La storia vera di Mildred e Richard che si sposarono pur consapevoli d'infrangere le leggi della Virginia degli anni Cinquanta che impedivano l'unione in matrimonio tra cittadini dal colore della pelle diversa (legge anti-meticciato). I coniugi Loving non si arresero all'idea di non poter vivere insieme nel loro Stato d'origine e con una battaglia legale di nove anni per il riconoscimento dei propri diritti e dello status di famiglia riuscirono a realizzare il proprio sogno, creando un importante precedente giudiziario che divenne fondamentale per il riconoscimento legale dei matrimoni misti negli Stati Uniti d'America. Il film diretto dal bravo regista Jeff Nichols (v. Take shelter; v. Mud) ha come protagonisti principali Joel Edgerton e Ruth Negga.
Green book un film di Peter Farrelly (USA 2018)
Un club di New York chiude per qualche mese e il buttafuori italoamericano Tony Lip si trova a spasso. Questi, avendo una famiglia da mantenere, accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley, come autista per il suo tour nel sud degli Stati Uniti, dove in quegli anni, siamo nel 1962, i diritti degli afroamericani vengono quotidianamente calpestati. Le evidenti differenze tra i due e gli iniziali conflitti fanno pensare ad una difficile convivenza, ma gli eventi fanno sì che s'instauri tra i due una forte legame di amicizia. Un road-movie quindi, ispirato ad una storia realmente accaduta, che è anche un viaggio attraverso i pregiudizi razziali e le relative differenze. Il titolo prende spunto da una guida degli anni Cinquanta, la Negro Motorist Green Book di Hugo Green, pensata per i viaggiatori afroamericani allo scopo di aiutarli a trovare locali, compresi i motel, che li avrebbero accettati. Il film, diretto da Peter Farrell, si avvale delle belle interpretazioni di Viggo Mortensen nei panni di Tony e di Mahershala Ali (Miglior attore non protagonista agli Oscar 2019) in quelli di Don. Green book è stato premiato con l'Oscar 2019 come Miglior film e migliore sceneggiatura originale.
- Ultimo aggiornamento martedì, 1 giugno 2021