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Pagine di viaggio. Per una breve storia del T.C.I.

 

Mostra bibliografica a cura di Ilaria Rabatti

Forse pochi sanno che una delle più longeve e prestigiose istituzioni nazionali, il Touring Club Italiano (T.C.I.), fu fondato l’8 novembre 1894 da un gruppo di 57 velocipedisti.
L’associazione, nata con il nome di Touring Club Ciclistico Italiano (T.C.C.I) si proponeva di diffondere i valori del velocipedismo e del viaggio e di svolgere una serie di azioni dirette a a combattere “la ciclofobia” ed a rimuovere “quante difficoltà ancora si oppongono ad un uso più generale della bicicletta”. Libera da legami politici e religiosi, l’associazione si impegna da subito in attività concrete (l’opposizione alla tassa sui velocipedi, la proposta di piste ciclabili), dando anche un importante contributo alla stesura del primo Regolamento di Polizia stradale.
Ma con l’arrivo del nuovo secolo e dell’automobile, nel maggio del 1900, il T.C.C.I. eliminava dalla propria ragione sociale la parola “ciclistico” e, in nome di una tacita apertura all’incipiente e già dilagante automania, si trasformava in T.C.I., puntando più genericamente a favorire “lo sviluppo del turismo in genere, e più particolarmente in Italia”.

 

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