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Non è mai troppo tardi per conoscere Alberto Manzi

Educazione... ma che cos’è? Potrei rispondere con le parole dei saggi, con le parole dei pedagogisti... Io, chiedendovi scusa, risponderò con parole mie. Educazione potrebbe semplicemente significare: abitudine a... osservare, riflettere, discutere, ascoltare, capire [...].
Detto più semplicemente, prendere l’abitudine a pensare.

                                                                                          Alberto Manzi

L’indimenticabile maestro di Non è mai troppo tardi a vent’anni dalla sua morte è il protagonista di questo nuovo percorso di lettura. Alberto Manzi è stato una persona curiosa, attenta osservatrice delle potenzialità del suo tempo, capace di rimanere in ascolto, mettersi in dialogo, farsi domande. Il vivere comune, il gusto di capire e di imparare come prerogativa di (e per) tutti, queste sono alcune delle costanti che hanno caratterizzato la sua poliedrica attività di scrittore, traduttore, insegnante e autore di programmi televisivi. La crescita complessiva dell’individuo era per Manzi il primo passo per diventare cittadino attento ai diritti di ognuno: è un processo che parte dall’infanzia, quando al bambino o alla bambina deve essere richiesto non di imparare i dettami della scolastica, ma di scoprire il mondo attraverso il fare e il disfare, l’immaginare e il pensare. Manzi partiva dagli interessi dei bambini, dalle loro esperienze concrete, quotidiane, da ciò che sta sotto gli occhi (a volte non visto) per trasformarlo in scoperta e apprendimento. Imparare a imparare, prendersi il gusto della curiosità, fare relazioni tra le cose, dare il meglio di sé da soli e in gruppo erano le regole della sua classe, senza banchi e a volte senza sedie: un foglio di carta da pacco diventava il palcoscenico per la matematica, il terrazzo il laboratorio di scienze. Ma non c’era né matematica né scienza: c’era l’urgenza di porsi domande scientifiche e matematiche sulla realtà. Non c’era nemmeno la spiegazione, c’era solo la ricerca e la curiosità di scoprire il mondo.

(versione pdf)

 

Alberto Manzi insegnante ed educatore
Nato nel 1924, Alberto Manzi va collocato a pieno titolo tra le figure che hanno contribuito al rinnovamento della cultura pedagogica italiana dal secondo dopoguerra, insieme a Bruno Ciari, Danilo Dolci, Mario Lodi, Loris Malaguzzi, Don Lorenzo Milani, Gianni Rodari, tutti nati fra il 1920 e il 1925. La vocazione al mestiere di insegnante Manzi l’aveva maturata fin da giovane: si era infatti diplomato contemporaneamente all’Istituto magistrale e all’Istituto Nautico, conseguendo poi negli anni successivi la laurea in Biologia e in Filosofia e Pedagogia. Nel 1946 inizia l’attività scolastica presso il Carcere ‘A. Gabelli’ di Roma. Nel 1954 lascia la direzione dell’Istituto di Pedagogia della Facoltà di Magistero di Roma per fare l’insegnante elementare e portare avanti, ‘sul campo’, quelle ricerche di psicologia didattica che continuerà almeno fino al 1977, anno in cui abbandona l’insegnamento.

Il tempo non basta mai. Alberto Manzi: una vita tante vite di Giulia Manzi, scritto in collaborazione con Alessandra Falconi e Federico Taddia, Add, 2014

Alberto Manzi. L'avventura di un maestro di Roberto Farné, University Press, 2011

Che cosa significa “Repubblica”? Una lezione di Educazione alla Cittadinanza del Maestro Manzi
Immagini di repertorio Rai e Centro Manzi dell’attività pedagogica e televisiva del maestro Alberto Manzi. Il video è realizzato nell’ambito del convegno “Storia e storie dell’analfabetismo” (Torino, 8-9 settembre 2011), promosso dal Centro Alberto Manzi in occasione della giornata mondiale Unesco per la lotta all’analfabetismo.
https://www.youtube.com/watch?v=bs7xhQi1o6A

Manzi e l'analfabetismo
Immagini di repertorio Rai e Centro Manzi dell’attività pedagogica e televisiva del maestro Alberto Manzi. Il video è realizzato nell’ambito del convegno “Storia e storie dell’analfabetismo” (Torino, 8-9 settembre 2011), promosso dal Centro Alberto Manzi in occasione della giornata mondiale Unesco per la lotta all’analfabetismo.
https://www.youtube.com/watch?v=8s41hxxAAhg

Scuola buona maestra. L’eredità di Alberto Manzi
Il video presenta le testimonianze di diversi ex-alunni del Maestro. Immagini di repertorio Rai e Centro Manzi dell’attività pedagogica e televisiva, con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma.
parte 1 - http://www.youtube.com/user/Loki18M81#p/a/u/1/dqtj75iWDhE
parte 2 - http://www.youtube.com/watch?v=X1nu4b2wvOk&feature=related

Alberto Manzi scrittore per ragazzi
Alberto Manzi è scrittore dotato di una eccezionale versatilità, autore di oltre 120 titoli: cura edizioni di fiabe ed egli stesso è autore di fiabe e racconti per l’infanzia, pubblica libri di testo scolastici, opere a carattere didattico, di divulgazione culturale e scientifica per ragazzi

Grogh, storia di un castoro di Alberto Manzi, Bompiani, 1994

Orzowei di Alberto Manzi, Bompiani, 1977

L’avventura sud americana
Nel 1956 Alberto Manzi si reca per la prima volta in Sud America, nella zona orientale della Foresta Amazzonica, su incarico dell’Università di Ginevra per svolgervi ricerche scientifiche. Lì si interessa dei problemi dei nativi, ma come si legge in un’intervista: Vi andai per la prima volta nel 1955 e ‘56 per studiare un tipo di formiche nella foresta amazzonica, ma scoprii altre cose che per me valevano molto di più. C’erano i contadini che non potevano iscriversi ai sindacati, perché non sapevano leggere e scrivere e nessuno glielo insegnava; chi cercava di farlo rischiava di essere picchiato e imprigionato, oppure ucciso. Siccome si trattava di una cosa proibita, mi attirò. Da quel momento torna in Sud America, tra Perù ed Ecuador, ogni anno per svolgere attività di scolarizzazione, esperienza che si protrae fino al 1977, in forte anticipo sui tempi e sul formarsi di una coscienza multiculturale. La realtà che vede e che conosce diventa anche materia per i suoi scritti, in particolare l’esperienza in America Latina diventa l’aspetto tematico per una serie di romanzi, scritti fra il 1974 e il 1997.

La luna nelle baracche di Alberto Manzi, Le Monnier, 1987

El loco di Alberto Manzi, Le Monnier, 1985

Alberto Manzi autore di programmi radio e televisivi
Chi non ha visto o sentito parlare della trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi che, dal 1959 al 1968, ha insegnato a scrivere e a leggere ad almeno un milione di italiani? Quelle di Manzi furono autentiche lezioni nelle quali venivano utilizzate tecniche di insegnamento moderne, oggi potremmo dire “multimediali” poichè avevano l’ausilio di filmati, supporti audio, dimostrazioni pratiche. Manzi utilizzava un grosso blocco di carta montato su cavalletto sul quale scriveva con carboncino semplici parole o lettere, accompagnate da un accattivante disegno di riferimento. Manzi usò anche una lavagna luminosa sulla quale faceva efficaci schizzi e bozzetti. Un milione e mezzo di persone conseguì la licenza elementare grazie alla trasmissione che andava in onda nel tardo pomeriggio per permettere a chi lavorava di potervi assistere con cadenza quotidiana dal lunedì al venerdì. La prima puntata andò in onda il 15 novembre 1960, nel complesso furono realizzate 484 puntate fino al 1968, anno in cui il programma venne sospeso grazie all’aumento della frequenza della scuola dell’obbligo. Non è mai troppo tardi (per imparare a leggere e scrivere) ebbe un ruolo sociale ed educativo molto importante contribuendo all’unificazione culturale della nazione tramite l’insegnamento della lingua italiana e abbassando notevolmente il tasso di analfabetismo, particolarmente elevato nell’Italia di quegli anni. Nel 1965, al Congresso mondiale degli organismi radio-televisivi che si tenne a Tokyo, la trasmissione della Rai Non è mai troppo tardi ricevette, su indicazione dell’Unesco, il premio dell’Onu come uno dei programmi più significativi nella lotta contro l’analfabetismo. Raro esempio di programma televisivo italiano conosciuto e citato a livello internazionale da studiosi di sociologia e pedagogia dei mass-media (Antony Bates, C.W. Bending, Henri Dieuzeide, tra gi altri), gli viene riconosciuto il merito di aver contribuito alla storia della televisione educativa. ll lavoro di Manzi in televisione si conclude nel 1992 con Impariamo insieme: 60 puntate di 15 minuti l’una per insegnare l’italiano agli extracomunitari; una sorta di “ritorno al futuro” per il maestro Alberto Manzi chiamato a dare il suo contributo per una nuova alfabetizzazione. Fra questi due programmi, il profilo televisivo di Manzi si dipana in una serie di collaborazioni per la tv per ragazzi, che lo vedono autore di testi (Giocagiò; Il trenino; C’era una volta domani) o autore e conduttore (Snip-Snap; È vero che?), e per il Dipartimento Scuola Educazione della Rai, dove realizza alcune serie di programmi (Impariamo a imparare; Fare e disfare; Educare a pensare) che rimangono fra le testimonianze più significative prodotte dalla televisione italiana nel campo della pedagogia visiva.

Non è mai troppo tardi - la Fiction di Rai Uno su Alberto Manzi
E’ andato in onda il 24 e il 25 febbraio 2014 in prima visione assoluta il film per la TV
dedicato al maestro Manzi con Claudio Santamaria. Regia di Giacomo Campiotti.
https://www.youtube.com/watch?v=_Xsom1Swpe

Alberto Manzi - TV buona maestra
Servizio a cura del TGR Neapolis dedicato alla figura di Alberto Manzi del 5 novembre 2013.
https://www.youtube.com/watch?v=sYtTmKwykMc&feature=youtube_gdata_player

 

 

 

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