#NATIVI100
venerdì 11 marzo 2022, ore 16,30 - Auditorium Terzani
Presentazione del libro #NATIVI100 a cura di Giovanna Uzzani (Gli ori, 2021)
Intervengono Elena Testaferrata, Giovanna Uzzani, Francesco Di Fiore e Alessandro Masetti
Invito
(pdf, 158 Kb)
Il volume ripercorre le varie tappe del percorso artistico di Gualtiero Nativi. Si tratta del catalogo della mostra in corso presso il Museo del Novecento e del contemporaneo di Palazzo Fabroni, realizzata in occasione del centenario della nascita del pittore. Nativi (1921-1999), pistoiese di nascita ma fiorentino d’adozione, dal 1946 si dedica alla pittura e nel 1947 giunge all’astrattismo. Firmatario nel 1950 del Manifesto dell’astrattismo classico, le cui vicende si chiudono nello stesso anno del loro pronunciamento, l’artista prosegue successivamente la propria solitaria ricerca e approda a uno spazio pittorico inteso come teatro di forme dinamiche che si compenetrano e scontrano. Negli anni Sessanta aderisce al gruppo di Quadrante e, dopo una breve stagione informale, torna a strutture geometriche complesse. Da allora, con crescente potenza immaginativa ed equilibrio di rapporti tonali, Nativi giunge a una limpida "classicità".
Dopo l’infanzia pistoiese e gli studi liceali a Firenze, dal 1946 Nativi si dedica alla pittura, milita nel movimento innovatore Arte d’oggi e dal 1947 giunge all’astrattismo, mentre irrompe una generazione che crede nella militanza di un’arte nuova per una nuova società. La ricerca di Nativi si esprime in purezza di forme geometriche essenziali, cromie squillanti, rigore cartesiano. Risale al 1948 l’incontro con Giovanni Michelucci, che Nativi riconosce quale "unico maestro". Nel 1949 Michelucci gli affida l’incarico di decorare il Caffè Donnini, da lui progettato. Nasce frattanto l’Astrattismo classico, movimento di cui Nativi è fra i cinque firmatari del manifesto. L'artista prosegue quindi la sua solitaria ricerca e approda a uno spazio pittorico inteso come teatro di forme dinamiche che si compenetrano e scontrano. Dal 1951 si accosta al romano Art club e alla galleria Numero, a Firenze. Nel 1953 diviene membro del Groupe Espace grazie a André Bloc, Léon Degand e alla rivista “Art d’aujourd’hui": emerge la necessità di sinergie di artisti e architetti, e trova impulso l’interesse di Nativi per la decorazione pittorica di spazi pubblici. Dei molti interventi decorativi rimangono rare tracce a Firenze: fra queste il fregio del cinema Edison (1955), i mosaici del Chiosco degli sportivi (1956), il fregio per il bar del Centro tecnico FIGC di Coverciano (1957), la decorazione per la chiesa dei Padri Scolopi (1963). Negli anni Sessanta aderisce al gruppo di Quadrante e, dopo una breve stagione informale, torna a strutture geometriche complesse, con scatti di linee-forza analoghe alle esperienze di musica elettronica e "concreta" di Vittorio Gelmetti. Si succedono gli inviti internazionali a importanti mostre collettive di pittura e di grafica. Da allora, con crescente potenza immaginativa ed equilibrio di rapporti tonali, Nativi giunge ad una limpida "classicità". Esiti che appaiono nell’ antologica pistoiese del 1982, a cura di Enrico Crispolti, cui segue la ricca donazione di opere alla città natale. Degli anni estremi sono due committenze pubbliche: le sculture per il Giardino della Resistenza di Antella (Bagno a Ripoli, Firenze) e il grande mosaico per la Metropolitana di Roma.
Accesso libero.
In ottemperanza alle normative di sicurezza è necessario esibile il Green Pass rafforzato per accedere allo spazio dell'incontro.
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Ultimo aggiornamento martedì, 23 agosto 2022
venerdì 11 marzo 2022, ore 16,30 - Auditorium Terzani
Presentazione del libro #NATIVI100 a cura di Giovanna Uzzani (Gli ori, 2021)
Intervengono Elena Testaferrata, Giovanna Uzzani, Francesco Di Fiore e Alessandro Masetti
Invito
(pdf, 158 Kb)
Il volume ripercorre le varie tappe del percorso artistico di Gualtiero Nativi. Si tratta del catalogo della mostra in corso presso il Museo del Novecento e del contemporaneo di Palazzo Fabroni, realizzata in occasione del centenario della nascita del pittore. Nativi (1921-1999), pistoiese di nascita ma fiorentino d’adozione, dal 1946 si dedica alla pittura e nel 1947 giunge all’astrattismo. Firmatario nel 1950 del Manifesto dell’astrattismo classico, le cui vicende si chiudono nello stesso anno del loro pronunciamento, l’artista prosegue successivamente la propria solitaria ricerca e approda a uno spazio pittorico inteso come teatro di forme dinamiche che si compenetrano e scontrano. Negli anni Sessanta aderisce al gruppo di Quadrante e, dopo una breve stagione informale, torna a strutture geometriche complesse. Da allora, con crescente potenza immaginativa ed equilibrio di rapporti tonali, Nativi giunge a una limpida "classicità".
Dopo l’infanzia pistoiese e gli studi liceali a Firenze, dal 1946 Nativi si dedica alla pittura, milita nel movimento innovatore Arte d’oggi e dal 1947 giunge all’astrattismo, mentre irrompe una generazione che crede nella militanza di un’arte nuova per una nuova società. La ricerca di Nativi si esprime in purezza di forme geometriche essenziali, cromie squillanti, rigore cartesiano. Risale al 1948 l’incontro con Giovanni Michelucci, che Nativi riconosce quale "unico maestro". Nel 1949 Michelucci gli affida l’incarico di decorare il Caffè Donnini, da lui progettato. Nasce frattanto l’Astrattismo classico, movimento di cui Nativi è fra i cinque firmatari del manifesto. L'artista prosegue quindi la sua solitaria ricerca e approda a uno spazio pittorico inteso come teatro di forme dinamiche che si compenetrano e scontrano. Dal 1951 si accosta al romano Art club e alla galleria Numero, a Firenze. Nel 1953 diviene membro del Groupe Espace grazie a André Bloc, Léon Degand e alla rivista “Art d’aujourd’hui": emerge la necessità di sinergie di artisti e architetti, e trova impulso l’interesse di Nativi per la decorazione pittorica di spazi pubblici. Dei molti interventi decorativi rimangono rare tracce a Firenze: fra queste il fregio del cinema Edison (1955), i mosaici del Chiosco degli sportivi (1956), il fregio per il bar del Centro tecnico FIGC di Coverciano (1957), la decorazione per la chiesa dei Padri Scolopi (1963). Negli anni Sessanta aderisce al gruppo di Quadrante e, dopo una breve stagione informale, torna a strutture geometriche complesse, con scatti di linee-forza analoghe alle esperienze di musica elettronica e "concreta" di Vittorio Gelmetti. Si succedono gli inviti internazionali a importanti mostre collettive di pittura e di grafica. Da allora, con crescente potenza immaginativa ed equilibrio di rapporti tonali, Nativi giunge ad una limpida "classicità". Esiti che appaiono nell’ antologica pistoiese del 1982, a cura di Enrico Crispolti, cui segue la ricca donazione di opere alla città natale. Degli anni estremi sono due committenze pubbliche: le sculture per il Giardino della Resistenza di Antella (Bagno a Ripoli, Firenze) e il grande mosaico per la Metropolitana di Roma.
Accesso libero.
In ottemperanza alle normative di sicurezza è necessario esibile il Green Pass rafforzato per accedere allo spazio dell'incontro.
- Ultimo aggiornamento martedì, 23 agosto 2022