Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Maus. Racconto di un sopravvissuto

 

Vladek e Anja Spiegelman, i genitori di Spiegelman prima di finire ad Auschwitz; la seconda si intitola E qui sono cominciati i miei guai e racconta gli anni successivi, descrivendo la vita all’interno del campo di concentramento. Alle parti ambientate negli anni Trenta e Quaranta si alternano quelle ambientate nel presente, in cui lo stesso Spiegelman è uno dei personaggi e parla con suo padre per farsi raccontare la sua storia. In tutte le parti del fumetto i volti dei personaggi hanno fattezze animali: oltre agli ebrei-topi e ai tedeschi-gatti, ci sono i maiali-polacchi (cosa per cui l’editore polacco di Maus ha dovuto affrontare varie proteste) e le rane-francesi. La narrazione di Spiegelman trova il perfetto equilibrio tra rigore storico-biografico (nella testimonianza diretta del padre) e potenza metaforica (nella decisione ad esempio di ritrarre gli ebrei come topi antropomorfi, o i nazisti come gatti) e tra rievocazione del passato e riflessione su cosa significhi, oggi, essere discendenti di sopravvissuti all'Olocausto. Scorrendo le pagine del fumetto quello che salta maggiormente all'occhio è proprio l'asciuttezza della resa grafica, il contrasto tra bianco e nero che immerge in un passato angosciante, a tinte scure; le strisce infatti ambientate ad Auschwitz e Dachau mostrano la prevalenza del nero, a evidenziare un universo in cui il bianco e la luce della speranza sono per il momento sospesi, rappresentano un vano miraggio.

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