Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Mappe della letteratura italiana del Novecento

Domenico Scarpa durante il primo incontro del ciclo

 

Quattro lezioni di Domenico Scarpa, saggista, traduttore, critico letterario, sulla letteratura italiana del Novecento

In collaborazione con Gli Amici della San Giorgio

5-6/19-20 novembre 2010 - Auditorium Terzani

Programma
(pdf, 582 Kb)

 

Prima lezione
Benedetto Croce, pensare all'Universo
5 novembre 2010
In una sua brevissima biografia di Croce, risalente al 1936, Jorge Luis Borges scrive così: «Nel 1883 un terremoto che durò novanta secondi scosse il Sud dell’Italia. In quel terremoto morirono i suoi genitori e sua sorella, ed egli stesso rimase sepolto sotto le macerie. Dopo due o tre ore lo trassero in salvo. Per sfuggire a una disperazione totale, decise di pensare all’Universo, procedura comune a tutti gli infelici, e che a volte funge da balsamo». Croce ha dominato la vita culturale italiana nella prima metà del Novecento, ma in questa lezione non si parla solo di lui, ma anche o soprattutto del come e del perché nel Novecento italiano si è pensato all’universo trovandosi in situazioni drammatiche: di come il pensiero si accosta a ciò che non è pensabile, non è limpido, non è razionale.
Testo di riferimento: Contributo alla critica di me stesso di Benedetto Croce

 

Seconda lezione
Vincenzo Rabito, Il manciare e le parole
6 novembre 2010
Vincenzo Rabito, ragazzo del ’99, ha attraversato a occhi aperti il Novecento: la Grande Guerra, il regime di Mussolini, l’avventura coloniale in Africa, le guerre fasciste e la guerra civile, i decenni della nuova Repubblica democratica e cristiana, fino al benessere e ai lampi del Sessantotto. Rabito, siciliano di Chiaramonte Gulfi, provincia di Ragusa, nasce analfabeta e garzoncello di campagna, impara tardi a leggere e a scrivere, scrive le parole così come le sente pronunziare, si inventa un linguaggio che sbalordisce per la sua verità, la sua efficacia e il suo spirito. Rabito ha lasciato un lunghissimo diario dattiloscritto, pubblicato pochi anni fa da Einaudi. Parlarne significa parlare della necessità vitale di esprimersi, della storia italiana di un secolo intero e della storia di una persona scrivente senza uguali.
Testo di riferimento: Terra matta di Vincenzo Rabito

 

Terza lezione
Giacomo Debenedetti, la disciplina
19 novembre 2010
Giacomo Debenedetti (1901-1967) è stato definito «il primo critico italiano di questo secolo, il solo forse che al servizio del genere critico abbia piegato le qualità di un vero scrittore». Sono parole di Gianfranco Contini (1912-1990) che, critico e filologo (e scrittore) a sua volta, è l’altro principale modello, insieme con Debenedetti, di ciò che è stata, nel Novecento italiano, la grande critica letteraria. La lezione tratta di questi due personaggi e di altro: di come si legge, di come si può parlare e scrivere su ciò che si è letto, di quella singolare disciplina – intesa come materia di studio e come costruzione di una identità intellettuale da narratore d’idee – che è la saggistica letteraria.
Testo di riferimento: Il romanzo del Novecento di Giacomo Debenedetti

 

Quarta lezione
Beppe Fenoglio, armi giocattolo
20 novembre 2010
Combattuta da minoranze convinte e armate, la guerra civile che si è svolta nel nostro paese fra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945 è un periodo durante il quale migliaia di giovani si misurano con una situazione tragica e con l’opportunità di diventare adulti – facendo ritornare adulto anche il proprio paese, sfinito (fisicamente, intellettualmente, umanamente) da vent’anni di dittatura. Dalla Resistenza nascerà una nuova letteratura radicata in esperienze atroci: chi ha saputo narrarla in pieno è Fenoglio, ma anche Italo Calvino, Luigi Meneghello e quel singolare partigiano sprovveduto che, prima di essere catturato e spedito ad Auschwitz, fu Primo Levi. È interessante notare quanto siano significative le armi che, prima della penna, ciascuno di questi scrittori si ritrovò a maneggiare.
Testi di riferimento: Una questione privata di Beppe Fenoglio, Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, I piccoli maestri di Luigi Meneghello

 

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