Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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I verbi della San Giorgio.

 

libriclandestini

5 novembre 2022 - 30 novembre 2022 - Vetrine e spazi espositivi interni

libriclandestini / libri d'artista di Fabio De Poli


Inaugurazione con l'artista: sabato 5 novembre 2022 alle ore 17

Invito
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La Biblioteca San Giorgio dedica le proprie vetrine e gl spazi espositivi interni nel mese di novembre a una grande mostra dedicata ai libri d’artista di Fabio De Poli.

L’esposizione di Fabio De Poli dialoga con i libri di artista della mostra Pseudolibri di Stefano Turrini, ospitata nelle Art Teche dell’atrio di ingresso della biblioteca nella mostra Pseudolibri, e con la mostra fotografica Femmes di Marco Giacomelli, nell'Art Corner.

Le tre mostre sono inaugurate insieme sabato 5 novembre alle ore 17 alla presenza degli artisti.

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Da Fabio De Poli, che follia! di Enrica Ravenni, introduzione al catalogo della mostra (Cartacanta Edizioni).

 

Libri. Libri chiusi, libri sigillati, libri illeggibili… “libri inutili”.

Sembrerebbero in effetti libri vani quelli che appartengono alla recente produzione di Fabio De Poli, invece sono opere utili, poiché come ogni buon libro in genere fa, anche quelli di De Poli propongono una storia. Sono storie “essenziali”, fulminanti, immediate che l’artista imprime sulla copertina del libro con un collage, con l’inserimento di piccoli oggetti d’uso quotidiano, scritte, interventi pittorici.

L’unica frase “rivelatrice”, quasi fosse una didascalia, quando c’è, è sulla costola. Poche parole, pungenti che danno la chiave di lettura dell’immagine riportata sul piatto. L’ironia, il gioco di parole sono le costanti che caratterizzano questa cospicua serie di libri. I soggetti sono tratti dalla letteratura, dalla musica, dal cinema, dall’arte, dal mondo dello spettacolo. De Poli, che nel corso della sua carriera artistica si è sempre confrontato con questi temi, anche questa volta non manca di attingere al suo consueto bagaglio per proporre libri dal linguaggio universale, dove la parola è un “di più” e ciò che parla è l’immagine.

Se a un primo sguardo questi libri possono apparire un divertissement fine a se stesso, soffermandosi a osservarli percepiamo un calembour molto profondo e colto che rivela la densità degli argomenti da cui De Poli attinge.

La lezione Dada e quella futurista stanno a monte della sua espressione artistica, ma se la scintilla emotiva e il gesto sono gli elementi mutuati dalla consuetudine con l’avanguardia del primo versante del secolo XX, non mancano nelle sue opere suggestioni derivanti dall’arte pop. Da quella inglese per quanto riguarda la patina un po’ “ruvida” data dal tempo che passa e che affonda le proprie radici nella “vecchia Europa”; a quella americana per l’uso del colore dalle tonalità vivaci, le campiture piatte e l’utilizzo di certe soluzioni grafiche.

Se da un lato affiorano suggestioni tematiche che rimandano alla belle époque, al cabaret, dall’altro trovano spazio i riferimenti alla pittura, ai personaggi storici, ai cartoon e al consumismo.

Questo è quello che i libri di Fabio De Poli trasmettono a un primo livello di lettura, un’indagine più approfondita, invece, ci rivela che in queste opere c’è tutto il suo mondo, tutta la sua pittura sia a livello tematico e stilistico sia a livello “materiale”. L’artista, infatti, ripetutamente utilizza fotografie delle proprie opere del passato, le ritaglia e le assembla in modo differente così da avere composizioni nuove.

Jorge Luis Borges nel suo racconto La biblioteca di Babele (1941) sostiene che lì, nella biblioteca, sono contenuti tutti i possibili libri esistenti, suggerendo quindi l’idea della biblioteca come metafora del mondo.

I libri della biblioteca ideale di Fabio De Poli sono, invece, uno strumento che illustra, rivela il nostro mondo attuale attraverso quello di un passato recente; un mondo nel quale la parola lascia il posto all’immagine; un mondo caotico e irriverente, un mondo grintoso e colorato. Sono libri che, come clandestini, fortuitamente si intrufolano negli scaffali del nostro quotidiano e ne sovvertono lo stato delle cose proponendoci un mondo popolato di personaggi di ieri e di oggi, reali o letterari, un amalgama di “istantanee”, ma anche un’antologia di ricordi, sensazioni, momenti.

Se la donna con il cappello a larghe falde sembra uscita da un quadro di Vlaminck, le cannucce colorate richiamano il nostro vissuto quotidiano, la silhouette della Dama con l’ermellino è una citazione di leonardiana memoria mentre la scritta di Bécaud rimanda alla chanson française. Sono tanti altri i temi che affiorano e le immagini che trovano riscontro nella nostra memoria: dal circo caro a Toulouse-Lautrec e a Federico Fellini, alla sagoma di Robespierre, dai rimandi a Giorgio Morandi al Charlie Chaplin di Luci della città, dai cavalli di Paolo Uccello ai titoli di testa de L’armata Brancaleone realizzati da Lele Luzzati.

Questi libri di De Poli che non si possono né sfogliare, né leggere trovano la loro ragione d’essere proponendo, dei frammenti, dei fotogrammi che sommati l’uno all’altro costituiscono trame più complesse. Uno, due, tanti libri... uno è un flash, un’opera, due danno vita a un dialogo, tanti creano una storia articolata, una vera e propria installazione.

Sono libri quindi che, come clandestini, si confrontano, si mischiano, si insinuano tra i libri veri siano essi sugli scaffali di una libreria, di una casa editrice o di uno “studiolo” privato.

 

Fabio De Poli
Nato a Genova nel 1947, De Poli risiede ormai da tempo in provincia di Pistoia dopo aver vissuto lungamente a Firenze, dove ha frequentato l’Istituto.
Dalla sua specializzazione in grafica pubblicitaria e dal primo interesse per il design nasce l’ispirazione di un’arte sempre orientata al colloquio con lo spettatore, nel segno della sorpresa, della versatilità e di una accesa felicità creativa. Le collaborazioni a riviste come «Visual» e «Meta» sono tra i primi segni di un temperamento perennemente aperto al dialogo e alla collaborazione anche con altri artisti. Si ricordano in particolare quelle con Mario Ceroli e Andrea Rauch.
Molto importante nella storia della sua attività artistica anche il rapporto di fedeltà con i territori vissuti o attraversati, che lo hanno portato progressivamente a incrementare la realizzazione di opere in luoghi pubblici e istituzionali: mosaici, dipinti, sculture, vetrare… . Tra queste, di particolare rilievo, la grande vetrata all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze (2006) e quelle per le Stanze della Memoria di Siena (2008). A Montecatini, sua città d’elezione, nel 2015 ha realizzato la scultura “Dante 750”, per il MO.C.A. Montecatini Contemporary Art.
Nella primavera del 2021 ha realizzato la serie di pannelli che accompagna i visitatori nel viale che conduce all’ingresso della biblioteca San Giorgio a Pistoia.
Esposto in numerose personali e collettive in tutta Italia, i tre nuclei più importanti del suo lavoro sono le pitture di grande formato, i lavori di grafica e i libri d’artista.
A questi ultimi in particolare è dedicata la mostra in Biblioteca San Giorgio, intitolata “Libri Clandestini”, testimonianza di una lunga storia che ha segnato il primo passo importante con la partecipazione nel 1992 alla mostra “Libro d’artista italiano” al Museum of Modern Art di New York.

 

 

 

 

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