Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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La rosa e l'usignolo

In foto: La Rosa e l'Usignolo, di Sahar Neishaboori

 

2 aprile - 26 aprile 2024 - Vetrine e spazi espositivi interni

La Rosa e l'Usignolo. Il canto della libertà / mostra di Carmine Sanchirico
in collaborazione con Sahar Neishabori e Associazione Donne Libere Iraniane


Inaugurazione con l'artista sabato 6 aprile alle ore 17.30

Invito
(pdf, 432 Kb)

 

La mostra fotografica La Rosa e l'Usignolo. Il canto della libertà è un atto d'amore nei confronti del popolo iraniano, come, nella letteratura persiana fa l'usignolo (il poeta) nei riguardi della rosa (la cosa amata). Allo stesso tempo ha anche l'obiettivo di fornire al visitatore gli strumenti minimi necessari per cercare di rispondere, con maggiore consapevolezza, ad uno degli interrogativi che qualunque viaggiatore si sente porre ripetutamente durante il soggiorno nel Paese, ovvero «Come ci vedete [in Occidente]».

Sanchirico propone questi scatti come una serie di finestre che consentono di affacciarsi su una terra e una civiltà per molti versi straordinarie. Si tratta di una selezione di vedute che mirano a riassumere gli aspetti più profondi della cultura persiana, a ciascuna delle quali l'artista ha voluto associare una poesia scelta tra quelle composte dai più grandi poeti della letteratura persiana classica e contemporanea. L'associazione delle immagini con la poesia vuole sia sottolineare il ruolo che la poesia stessa ha svolto e continua a svolgere nel paese, arrivando a permeare ogni livello della società, sia intensificare la rappresentazione delle vedute a cui i diversi testi sono associati, quasi come se donasse loro una voce; la stessa voce che da mesi ormai si leva con forza nelle strade, e che chiede libertà e diritti.

Tutte le poesie hanno infatti come tema la libertà e sono declamate in lingua farsi, per preservarne la musicalità, dalle attiviste dell'Associazione Donne Libere Iraniane e Movimento Donna Vita Libertà, nei video accessibili attraverso il Qrcode presente nelle didascalie delle foto. La stessa didascalia è pensata per richiamare alla condizione di oppressione che le donne iraniane in primis, e la società tutta in generale, continuano a vivere oramai dal lontano 1979. La trascrizione in italiano dei testi è presentata senza soluzione di continuità. L'interruzione del verso è segnalata solamente attraverso un segno grafico di colore rosso. Oltre alle poesie di autori persiani ve ne è una composta da Sibilla Aleramo segno tangibile di quanto possa essere stata ed è per certi versi ancora comune la condizione di oppressione, in questo caso della donna, tra i nostri due Paesi.

La collezione fotografica è arricchita, in occasione della presente esposizione, con una serie di straordinarie illustrazioni realizzate dalla disegnatrice Sahar Neishaboori; le cui opere dal tratto essenziale e in alcuni casi calligrafico creano una sintesi perfetta tra la cultura persiana e quella europea.

 

Carmine Sanchirico, nato in Lucania nel 1980, dopo aver frequentato il liceo scientifico si trasferisce a Siena per studiare archeologia. Dopo la laurea magistrale in etruscologia inizia a coltivare, con maggiore consapevolezza, la sua passione per la fotografia. Cura così diversi progetti fotografici con l'obiettivo di indagare il rapporto tra società e diritti e allo stesso tempo offrire una visione a 360 gradi di società e culture per le quali in occidente si tende esclusivamente a sottolineare gli aspetti negativi. Ultimo in tal senso è il progetto Bolbol con il quale indaga la società persiana e la volontà di quest'ultima di aprirsi all'esterno anche a rischio della propria vita.

Sahar Neishaboori, nata a Tehran nel 1985 si appassiona fin da piccola al disegno. Frequenta il liceo artistico e si laurea poi in Grafica e Illustrazioni all'Università di Tehran. A curato le illustrazioni di diversi testi scolastici e in particolare per l'infanzia. Dopo essersi trasferita in Italia nel 2017 ha proseguito i suoi studi nel campo del disegno industriale.

 

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