La pasta e la pizza
Pasta e pizza sono diventati a tal punto il cibo italiano per eccellenza da essere tutt’uno con i caratteri dell’italianità non solo dall’interno, per come noi ci vediamo, ma anche e soprattutto dall’esterno, quindi attraverso lo sguardo straniero che ci riconosce come un gruppo umano che si differenzia dagli altri. L’antropologo Franco La Cecla cerca di spiegare come nasce questo stereotipo: nella prima parte del libro traccia la storia della pasta e della pizza nell’Italia in formazione, sottolineando come, fino all’Unità e oltre, il consumo di questi cibi fosse limitato ad alcune realtà regionali. Ancora all’inizio del secolo, la pasta era un alimento di consumo quotidiano solamente a Napoli, mentre per molti italiani rimaneva un piatto dei giorni di festa, per non parlare della pizza, sconosciuta fuori dal capoluogo campano. Nella seconda parte del suo interessante saggio l’autore dimostra che il sistema alimentare di una società è in realtà il prodotto complesso di scambi e prestiti, sia a livello interno, ad esempio tra cucina “alta” e popolare, sia a livello esterno (come nel caso dell’emigrazione italo-americana)
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Ultimo aggiornamento venerdì, 20 ottobre 2017
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Pasta e pizza sono diventati a tal punto il cibo italiano per eccellenza da essere tutt’uno con i caratteri dell’italianità non solo dall’interno, per come noi ci vediamo, ma anche e soprattutto dall’esterno, quindi attraverso lo sguardo straniero che ci riconosce come un gruppo umano che si differenzia dagli altri. L’antropologo Franco La Cecla cerca di spiegare come nasce questo stereotipo: nella prima parte del libro traccia la storia della pasta e della pizza nell’Italia in formazione, sottolineando come, fino all’Unità e oltre, il consumo di questi cibi fosse limitato ad alcune realtà regionali. Ancora all’inizio del secolo, la pasta era un alimento di consumo quotidiano solamente a Napoli, mentre per molti italiani rimaneva un piatto dei giorni di festa, per non parlare della pizza, sconosciuta fuori dal capoluogo campano. Nella seconda parte del suo interessante saggio l’autore dimostra che il sistema alimentare di una società è in realtà il prodotto complesso di scambi e prestiti, sia a livello interno, ad esempio tra cucina “alta” e popolare, sia a livello esterno (come nel caso dell’emigrazione italo-americana)
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