La forza della gentilezza
La gentilezza è una forza che abbiamo bisogno di riscoprire dentro di noi: fa bene al cuore sia di chi la fa sia di chi la riceve. “Se quando siamo gentili, solidali, empatici e aperti agli altri stiamo meglio, ciò significa che siamo fatti per essere così, forse più che per andare avanti a spintoni e prepotenze, coltivando pensieri ostili o covando rancori per tutta la vita. E che, se ignoriamo o reprimiamo le qualità positive, ci facciamo solo del male”. Si evince da questa citazione l’idea della gentilezza non solo come un valore, ma come una disposizione d’animo che ci fa vivere meglio le relazioni, sia personali che ufficiali. Molte sono le diversità con la “cortesia”, una bella maschera su cui è stato stampato un sorriso di circostanza che tende a non ferire nessuno. Nella gentilezza, invece, non indossiamo nessuna maschera, sappiamo dire di no con grazia, per non ferire il nostro interlocutore. “Ognuno è gentile a modo suo” – scrive Ferrucci – come possibilità di esprimere al meglio noi stessi per seguire nuove direzioni e nuove sfide. Un’altra via è sempre possibile e dipende da noi, non dalla nostra famiglia, o dal nostro capo o da amici. Attraverso la forza di volontà e la consapevolezza è possibile cambiare e imparare a essere gentili con noi stessi e con gli altri
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Ultimo aggiornamento giovedì, 27 febbraio 2014
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La gentilezza è una forza che abbiamo bisogno di riscoprire dentro di noi: fa bene al cuore sia di chi la fa sia di chi la riceve. “Se quando siamo gentili, solidali, empatici e aperti agli altri stiamo meglio, ciò significa che siamo fatti per essere così, forse più che per andare avanti a spintoni e prepotenze, coltivando pensieri ostili o covando rancori per tutta la vita. E che, se ignoriamo o reprimiamo le qualità positive, ci facciamo solo del male”. Si evince da questa citazione l’idea della gentilezza non solo come un valore, ma come una disposizione d’animo che ci fa vivere meglio le relazioni, sia personali che ufficiali. Molte sono le diversità con la “cortesia”, una bella maschera su cui è stato stampato un sorriso di circostanza che tende a non ferire nessuno. Nella gentilezza, invece, non indossiamo nessuna maschera, sappiamo dire di no con grazia, per non ferire il nostro interlocutore. “Ognuno è gentile a modo suo” – scrive Ferrucci – come possibilità di esprimere al meglio noi stessi per seguire nuove direzioni e nuove sfide. Un’altra via è sempre possibile e dipende da noi, non dalla nostra famiglia, o dal nostro capo o da amici. Attraverso la forza di volontà e la consapevolezza è possibile cambiare e imparare a essere gentili con noi stessi e con gli altri
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