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Il treno dei bambini

 

La storia è ambientata nel 1946 e il protagonista è Amerigo, che vive le difficili condizioni di vita di tanti bambini del Sud. Condivide una misera casa con la madre analfabeta, un padre scomparso senza lasciare tracce, e la presenza ogni tanto di un uomo che si aggira per casa e che spesso si chiude in camera da letto con la madre. È lui che lo aiuta a “faticare”, cioè a lavorare per la raccolta delle “pezze”. Sono gli anni in cui il Partito comunista decide di organizzare una grande operazione di solidarietà: i “treni della felicità”, per mezzo dei quali bambini dai 4 ai 12 anni, provenienti da famiglie povere, vengono trasferiti e “affidati” a famiglie contadine agiate del Centro Nord. Queste si occuperanno di dare loro cibo, vestiti e di garantire una istruzione scolastica. Ma i bambini riceveranno da queste, oltre alle cose materiali, anche sincero e benevolo affetto, come accade, appunto ad Amerigo che troverà una famiglia affettuosa e una casa accogliente. La vicenda, poco conosciuta alle generazione più giovani, è raccontata dalla penna della capace scrittrice napoletana in modo commovente e sincero.

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