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Il cinema di poesia

Ultime e nuove forme della narrativa cinematografica

Il cinema di prosa è un cinema in cui lo stile ha un valore non primario, non appariscente, non clamoroso: mentre lo stile del cinema di poesia è l’elemento centrale, fondamentale. In parole molto povere, nel cinema di prosa, non si sente la macchina da presa e non si sente il montaggio, cioè non si sente la lingua – la lingua traspare sul contenuto e ciò che conta è quello che viene narrato. Nel cinema di poesia invece si sente fortemente la macchina da presa, si sente fortemente il montaggio.

(da una lettera che Pier Paolo Pasolini scrive a Marco Bellocchio)

Il 23 ottobre 1920 nasceva Gianni Rodari, cade quest'anno dunque il centenario dalla nascita. Per omaggiare questo cantore dell'infanzia si poteva parlare dei film tratti dalle sue opere (Cipollino nelle due versioni sovietiche, di Boris Dyozhkin prima e Tamara Lisitsian poi o il più noto La freccia azzurra di Enzo D'Alò) oppure andare alla ricerca della poesia nel cinema. Ma come si esprime il poetico attraverso la settima arte? Difficile rispondere. Lo si può fare citando qualche nome: Kiarostami, Piavoli, Olmi (registi che hanno cantato un ritorno alla purezza e all'innocenza in senso assoluto) o più facilmente aiutandosi con le parole di un altro poeta che il cinema l'ha anche fatto: Pier Paolo Pasolini. Nella famosa lettera che scrive al regista Marco Bellocchio, Pasolini si complimenta per il film "I pugni in tasca" esprimendo anche un'importante distinzione tra cinema di prosa e di poesia. Questa distinzione, non così netta nel film di Bellocchio è frutto di un periodo storico particolare per il cinema: sono gli anni sessanta, gli anni delle nouvelles vagues in Francia ma non solo, gli anni di un cinema nuovo che rompe con il classicismo dei padri e riscrive una nuova grammatica audiovisiva. Dopo molto tempo la lezione di quegli autori è rimasta un punto di riferimento imprescindibile e il cinema di poesia si è quindi arricchito nel tempo di nuovi autori e nuove opere. Volgendo ora uno sguardo all'indietro, non troppo lontano si è cercato di rintracciare nella produzione recente le nuove forme della narrativa cinematografica, film per realizzare i quali si è usata in maniera consapevolmente poetica la macchina da presa.

 

The woman who left un film di Lav Diaz (DVD 2018)
Horacia sta scontando una pena per un crimine che non ha commesso. Rilasciata dopo che una detenuta si è autoaccusata del delitto è libera cerca di ricostruire la sua famiglia: il figlio Junior è scomparso, ma la figlia Minerva c'è ancora. A lei può raccontare come è stata incastrata dal suo ex amante Rodrigo Trinidad perchè l'aveva lasciato per un altro. L'incontro con Rodrigo fa scaturire il lei un desiderio sopito di vendetta. Lav Diaz conosciuto per i suoi film fiume dalla durata impressionante (anche dieci ore) ha raccontato l'anima del suo Paese: le Filippine, tra corruzione, violenza e involuzione sociale. Mettendo in secondo piano il montaggio, il regista ha impresso su pellicola lo scorrere del tempo, più attento agli scarti sociali, narrativi, cronologici, normalmente sarebbero lasciati in secondo piano. Un cinema profondamente umano quello di Lav Diaz premiato inq uesto caso con il Leone d'oro al Festival di Venezia nel 2016.

Les amours imaginaires un film di Xavier Dolan (DVD 2016)
Francis e Marie sono amici innamorati dello stesso ragazzo. Per entrambi si può parlare di amore immaginario ma ugualmente non smettono di interpretare ogni parola e ogni gesto dell'amato come una prova d'amore con conseguenze dirompenti sul rapporto d'amicizia. Xavier Dolan dopo "J'ai tué ma mère" conferma il talento con questa opera cinefila e derivativa dove ogni fotogramma può essere una citazione o una dichiarazione d'amore vero verso il cinema. Tra ralenti, cover music, atmosfera vintage il cinema e il cuore esplodono in un unico "bang bang".

In another country un film di Hong Sang-soo (DVD 2014)
Una turista francese arriva nella cittadina balneare di Mohang e passa qualche giorno, conoscendo diverse persone tra cui un bagnino sulla spiaggia.Tre racconti, per tre storie simili, ma tutte leggermente diverse, per tre personaggi dallo stesso nome, Anne, interpretati tutti dalla stessa attrice, Isabelle Huppert. Tra ripetizioni, variazioni il cinema di Hong Sang-soo ragiona filosoficamente sullo scorrere del tempo. Lunghi piani sequenza in campo medio, zoom improvvisi che tradiscono la presenza della macchina da presa e sostituiscono il nomale campo/controcampo, lo stile di Hong si è affinato nella sua lunga filmografia diventando tratto riconoscibile ma anche mezzo espressivo.

Inland Empire un film di David Lynch (DVD 2007)
Stanno per iniziare le riprese del remake del film "Il buio cielo del domani, opera maledetta mai terminata dopo la morte improvvisa dei due interpreti protagonisti. Nikki Grace è stata scelta per la parte, ma prima ancora di iniziare le riprese ha un trasfert immedesimandosi troppo nelle vicende raccontate nella sceneggiatura iniza a confondere realtà e finzione. Dopo Mullholland Drive, David Lynch supera se stesso portando i confini della narrazione oltre l'immaginabile, obbligando lo spettatore a districarsi, con una visione attiva, nell'impervia successione di eventi che sconfinano oltre la razionalità.

La bocca del lupo un film di Pietro Marcello (KIT 2010)
Uscito dal carcere Enzo torna nella sua Genova per ritrovare dopo anni la compagna Mary. Il tempo è passato nelle vite dei protagonisti, cambiando l loro vite, i loro volti, ma anche la loro città. La Genova dei ricordi si mescola a quella attuale che ora quasi irriconoscibile accoglie Enzo. A metà strada tra cinema dramamtico e documentario e utilizzando materiale di repertorio il film di Pietro Marcello è un ufo nel cinema italiano, tracciando dieci anni fa un orizzonte nuovo del cinema italiano verso il quale anche altre autori si sono mossi. Un found footage dell'anima premiato come miglior film al Festival di Torino.

Cold war un film di Pawel Pawlikowski (DVD 2019)
Nella Polonia del secondo dopoguerra il musicista Wiktor s'innamora della cantante Zula. Nel giro di quindici anni in piena guerra fredda il loro amore sarà protagonista tra la Polonia, Berlino, la Yougoslavia e Parigi. Sentimenti destinati ad unirli da un lato; il loro passato, il loro carattere, le idee politiche e gli inevitabili scherzi del destino a separarli dall'altro. Con il suo folgorante bianco e nero il film del regista Premio Oscar è girato come una partitura jazz, con echi di nouvelle vague e dissolvenze che sottolineano l'anima inquieta dei protagonisti. Giustamente premiato proprio per la regia al Festival di Cannes 2018.

Drive un film di Nicolas Winding Refn (DVD 2011)
The Driver è uno stuntman di Hollywood che di notte mette le sue abilità di guidatore al servizio della criminalità. È un professionista, poco loquace, non s'immischia negli affari che gli passano davanti e si limita solo a guidare, meglio e più veloce di ogni altro. Qunado incontra Irene, le sue certezze vacillano e la possibilità di una vita diversa sembra qualcosa di realizzabile. Il primo film americano del regista danese soprende per l'uso della macchina da presa: una coreografia di musica e immagini che si dipana nel cuore della notte mettendo al centro l'eroe solitario, pronto al sacrificio cristologico. Il genre action reinventa se stesso.

Youth un film di Paolo Sorrentino (DVD 2015)
In un elegante albergo ai piedi delle Alpi due amici di vecchia data, oggi ottantenni, trascorrono le vacanze: Mick è un regista ancora in attività, Fred è un direttore d'orchestra in pensione, sul finire di una vita vissuta pienamente osservano gli altri ospiti e la vita che scorre. Per entrambi la possibilità di esprimersi ancora una volta attraverso la propria arte rappresenta una sfida verso se stessi e verso la vita. Dopo Jeep Gambardella, Sorrentino sembra ripetersi, dilatando il tempo filmico, riempiendo i vuoti con il tempo musicale (e anche in questo film la colonna sonora non è secondaria). Costruisce con il suo stile barocco, cattedrali visive nelle quali si resta sospesi in cui la narrazione si riduce ad una riflessione iperbolica.Il rischio è quello di perdersi nelle sue storie se non arrivasse una battuta a riportarci alla realtà amara della vita.

Elephant un film di Gus Van Sant (DVD 2004)
Un giorno qualunque di scuola a Portland: studenti, genitori, insegnanti si incrociano all'ingresso al mattino e la giornata prosegue normalmente tra lezioni, discussioni, mensa. All'improvviso irrompe la tragedia. Dopo il documentario di Michael Moore "Bowling a Colombine", Gus Van Sant sublima in fiction un fatto di cronaca che ha sconvolto gli Stati Uniti e non solo. Il 20 aprile 1999 in un liceo americano due studenti armati irrompono nella propria scuola e uccidono 12 studenti ferendone il doppio. Come mostrare l'orrore? Rifiutando ogni giustificazione sociologica dei carnefici, il regista raggella la narrazione e assumendo un punto di vista oggettivo rispetto ad essa, con carrellate e lunghi piani sequenza, ci dice che il mostro, il malessere, non viene dall'esterno ma è li, un elefante sotto gli occhi di tutti. Palma d'oro al Festival di Cannes 2003.

Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti un film di Apichatpong Weerasethakul (DVD 2011)
Boonmee sta morendo per un'insufficienza renale e confortato dall'affetto dei suoi cari riceve le visite della moglie e del figlio defunti che gli appaiono nella sua tenuta agricola. Prima della fine ripercorre con il ricordo le vite precedenti che ha vissuto e si avventura per la giungla ritrovando il luogo di nascita della sua prima vita. Cinema visionario quello del regista tailandese, che riesce a illustrare attraverso la macchina da presa la dimensione metafisica inserendo il simbolico nella realtà dei personaggi. Piani sequenza, molti camp lunghi e un incedere piano guidano lo spettatore dentro l'identità culturale del paese raccontato. Palma d'oro a Cannes 2010.

 

 

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