Francesco Guccini
Francesco Guccini è nato a Modena il 14 giugno 1940. Attualmente vive a Pavana, sulla Montagna pistoiese, luogo di origine del padre Ferruccio. Nel piccolo paese sull’Appennino aveva trascorso buona parte dell’infanzia dal momento in cui, con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il padre era stato chiamato alle armi e il piccolo Francesco si era trasferito con la madre nella casa dei nonni. Guccini ricorda più volte nelle sue opere gli anni trascorsi sulla montagna che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia. Molte delle sue canzoni e dei suoi romanzi attingono dalla sua origine montanara, della quale l’artista più volte ha dichiarato di andare fiero, e dal forte senso di appartenenza ai luoghi di origine della famiglia.
Cantautore mito di più di una generazione, Guccini si è distinto anche per la sua attività di scrittore, che si configura come una delle esperienze più originali e suggestive della scena letteraria italiana a partire dall’ultimo decennio del Novecento.
Ha esordito nel 1989 con Cròniche epafániche, romanzo di ispirazione autobiografica che narra la saga di una famiglia e di un'intera comunità nei luoghi di Pavana. Ha pubblicato poi Vacca d’un cane (1993), Storie d’inverno con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi (1993), La legge del bar e altre comiche (1996), Cittanòva blues (2003), Malastagione (2011), Dizionario delle cose perdute (2012), Non so che viso avesse (2013), Nuovo dizionario delle cose perdute e La pioggia fa sul serio (2014), Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (2015). Insieme a Loriano Macchiavelli ha scritto i romanzi gialli Macaronì (1997), Un disco dei Platters (1998) e Questo sangue che impasta la terra (2001), tutti incentrati sulla figura del maresciallo Santovito e raccolti poi nel volume Appennino di sangue (2011), la raccolta di racconti Lo spirito e altri briganti (2002), Tango e gli altri anche questo appartenente alla serie del maresciallo Santovito (2007) e Icaro (2008). Nel 2014 è uscito Tra i castagni dell’Appennino, un libro scritto in forma di dialogo fra l’autore, Marco Aime, e Francesco Guccini, un viaggio metaforico e reale che l’antropologo ha compiuto per scoprire il mondo del cantautore, le sue canzoni e i suoi luoghi.
Fra i libri di Guccini va infine ricordato il Dizionario del dialetto di Pàvana (1998), una pubblicazione che testimonia il suo talento di lessicografo e di studioso di cose locali.
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Ultimo aggiornamento mercoledì, 29 marzo 2017
Francesco Guccini è nato a Modena il 14 giugno 1940. Attualmente vive a Pavana, sulla Montagna pistoiese, luogo di origine del padre Ferruccio. Nel piccolo paese sull’Appennino aveva trascorso buona parte dell’infanzia dal momento in cui, con l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il padre era stato chiamato alle armi e il piccolo Francesco si era trasferito con la madre nella casa dei nonni. Guccini ricorda più volte nelle sue opere gli anni trascorsi sulla montagna che segna il confine fra la Toscana e l’Emilia. Molte delle sue canzoni e dei suoi romanzi attingono dalla sua origine montanara, della quale l’artista più volte ha dichiarato di andare fiero, e dal forte senso di appartenenza ai luoghi di origine della famiglia.
Cantautore mito di più di una generazione, Guccini si è distinto anche per la sua attività di scrittore, che si configura come una delle esperienze più originali e suggestive della scena letteraria italiana a partire dall’ultimo decennio del Novecento.
Ha esordito nel 1989 con Cròniche epafániche, romanzo di ispirazione autobiografica che narra la saga di una famiglia e di un'intera comunità nei luoghi di Pavana. Ha pubblicato poi Vacca d’un cane (1993), Storie d’inverno con Giorgio Celli e Valerio Massimo Manfredi (1993), La legge del bar e altre comiche (1996), Cittanòva blues (2003), Malastagione (2011), Dizionario delle cose perdute (2012), Non so che viso avesse (2013), Nuovo dizionario delle cose perdute e La pioggia fa sul serio (2014), Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto (2015). Insieme a Loriano Macchiavelli ha scritto i romanzi gialli Macaronì (1997), Un disco dei Platters (1998) e Questo sangue che impasta la terra (2001), tutti incentrati sulla figura del maresciallo Santovito e raccolti poi nel volume Appennino di sangue (2011), la raccolta di racconti Lo spirito e altri briganti (2002), Tango e gli altri anche questo appartenente alla serie del maresciallo Santovito (2007) e Icaro (2008). Nel 2014 è uscito Tra i castagni dell’Appennino, un libro scritto in forma di dialogo fra l’autore, Marco Aime, e Francesco Guccini, un viaggio metaforico e reale che l’antropologo ha compiuto per scoprire il mondo del cantautore, le sue canzoni e i suoi luoghi.
Fra i libri di Guccini va infine ricordato il Dizionario del dialetto di Pàvana (1998), una pubblicazione che testimonia il suo talento di lessicografo e di studioso di cose locali.
- Ultimo aggiornamento mercoledì, 29 marzo 2017