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Dario Fo, a dieci anni dal Premio Nobel

Sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam

(Ho visto un re di Dario Fo)

Dario Fo, attore, scrittore e giullare, ha vissuto una vita lunghissima costantemente intrecciata a una carriera artistica e civile altrettanto longeva e poliedrica. Ne ripercorriamo alcuni tratti salienti, fra elementi fondanti e qualche aneddoto curioso, proponendovi alcuni suggerimenti di lettura selezionati fra le innumerevoli opere dell’autore.

(versione pdf)

L’amore per Franca

Da quando si sposarono del 1954 alla morte di lei nel 2013, Dario Fo e Franca Rame costituirono una delle coppie più solide del panorama artistico italiano, collaborando assiduamente sia sul palco che dietro le quinte.

Dario e Franca. La biografia della coppia Fo-Rame attraverso la storia italiana di Joseph Farrell, Ledizione, 2014

Una vita all’improvvisa di Franca Rame, Dario Fo, Guanda, 2009

 

Poveri e potenti

Al centro del teatro di Dario Fo ci sono sicuramente la satira delle dinamiche sociali, le assurdità dei rapporti di forza politica ed economica, nonché forti accuse contro la religione e l’oscurantismo in particolare. Più in generale le sue opere sono contraddistinte dall’esercizio di una forte critica rivolta a qualsiasi tipo di istituzione. La sua costante opposizione a ogni forma di potere costituito rende Fo non soltanto un artista “scomodo”, ma l’antitesi agli intellettuali organici tutti presi a conservare l’ egemonia già esistente. I suoi spettacoli sono stati soprattutto farse, commedie brillanti, con rimandi alla Commedia dell’Arte. Protagonisti i poveri, i derelitti e i giullari (suo alter ego era San Francesco), ma anche i potenti come Golia, Nelson, Napoleone, visti sotto una luce nuova e dissacrante.

C’è un re pazzo in Danimarca di Dario Fo, da un’idea di Jacopo Fo, Chiarelettere, 2015

Ciulla, il grande malfattore di Dario Fo e Piero Sciotto, Guanda, 2014

La figlia del papa di Dario Fo, Chiarelettere, 2014

Il paese dei misteri buffi di Dario Fo e Giuseppina Manin, Guanda, 2012

La Bibbia dei villani di Dario Fo, Guanda, 2010

L’ amore e lo sghignazzo di Dario Fo, con disegni dell’autore, Guanda, 2007

Lu santo jullare Francesco di Dario Fo, Einaudi, 1999

 

Fine linguistica

Una delle più grandi innovazioni del teatro di Dario Fo è stata l’introduzione del grammelot nelle sue opere. Il grammelot è un lingua reinventata che discende da quella usata dai giullari medievali e più volte reinterpretata nei secoli dagli attori che vogliono mettere in scena recitazioni comprensibili anche senza l’uso di frasi di senso compiuto: si tratta infatti di un linguaggio scenico che non si fonda sull’articolazione in parole ma che riproduce alcune caratteristiche del sistema fonetico di una determinata lingua o varietà, come l’intonazione, il ritmo, le sonorità, le cadenze e le ricompone in un flusso che assomiglia a un discorso e che invece consiste in una rapida e arbitraria sequenza di suoni.

La lezione. Storie del teatro in Italia di Giorgio Albertazzi, Dario Fo, BUR Rizzoli senzafiltro, 2012

Johan Padan a la descoverta de le Americhe, scritto, diretto e interpretato da Dario Fo, Gruppo editoriale L’Espresso, c2010 [DVD]

Mistero buffo. Giullarata popolare di Dario Fo, Einaudi, 1997

Manuale minimo dell’attore di Dario Fo, Einaudi, 1997

 

Cantautore

Fo è autore della canzone Ho visto un re, da lui definita come una “canzone popolare finta” e originariamente pensata per il suo spettacolo Ci ragiono e canto. Finì poi anche nell’album di Enzo Jannacci Vengo anch’io. No, tu no del 1968, che la eseguì assieme a un coro di personaggi come Giorgio Gaber, Cochi e Renato (Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni). Ovadia lo ha definito come il suo maestro, in grado di realizzare una forma canora originale a metà tra il panorama musicale colto e il cabaret di quegli anni.

Ci ragiono e canto, di Il Nuovo Canzoniere Italiano, Ala Bianca, stampa 1996 (1 cd)

Ma che aspettate a batterci le mani? di Dario Fo ; disegni di Mauro Evangelista, Gallucci, 2007 (libro + cd)


L’impegno politico e sociale

Noto come il più «rosso» tra i drammaturghi odierni, ha avuto con i comunisti un rapporto d’amore-odio. Fino alla caduta del Muro, nell’89, le sue commedie non arrivano in Urss: gli interventi imposti dai teatri sono così numerosi da renderne impossibile la realizzazione. A furia di cancellare e modificare ogni riferimento politico non resta niente della trama, o si generano testi che non hanno riscontro con la realtà. Fo si scontra con la censura anche in Cina e anche negli Stati Uniti che per ben due volte, nel 1980 e nel 1983, negarono il visto a Dario Fo a causa del suo coinvolgimento nel collettivo Soccorso Rosso Militante che, durante gli Anni di Piombo, forniva assistenza legale e monitoraggio delle condizioni carcerarie dei militanti della sinistra extraparlamentare. Nel 2005 si candidò come sindaco di Milano, ma perse alle primarie contro l’ex prefetto Bruno Ferrante. Con la discesa in campo di Beppe Grillo, Fo si lancia in un convinto endorsement nei confronti del comico genovese: già dopo il primo V-Day (Bologna, 8 settembre 2007), afferma che Grillo era il giullare di cui c’è bisogno. Nei grillini ho rivisto un po’ i tempi in cui facevo il teatro alla Case del Popolo - spiegò alla rivista Micro Mega - Il Pci per certe cose era bellissimo, mi sembrava quasi di esserci tornato. Gli attivisti del movimento sono i figli e i nipoti di quella gente lì, non sono tanti ma sono i migliori su piazza. Alle elezioni politiche del 2013 lo sostiene, partecipando con un breve intervento al comizio del 19 febbraio a Piazza Duomo a Milano. Tante le opere scritte per commentare eventi di cronaca: tra le più famose quella in difesa di Adriano Sofri (Marino libero!) e Johann Trollmann, il celebre pugile privato del titolo di campione tedesco dei mediomassimi, perché rumeno (Razza di zingaro).

Razza di zingaro di Dario Fo, Chiarelettere, 2016

Un clown vi seppellirà di Dario Fo, Giuseppina Manin, Guanda, 2013

Il Grillo canta sempre al tramonto di Dario Fo e Gianroberto Casaleggio, Chiarelettere, 2013

Il paese dei misteri buffi di Dario Fo, Giuseppina Manin, Guanda, 2012

Settimo: ruba un po’ meno di Dario Fo, con Dario Fo e Franca Rame, Gruppo editoriale L’Espresso, 2010

Sotto paga! Non si paga! : commedia in due atti di Dario Fo, Einaudi, 2008

L’ anomalo bicefalo di Dario Fo e Franca Rame, Gruppo editoriale l’Espresso, 2004

Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, Einaudi, 1982

 

Nobel popolare

Dario Fo ricevette il Nobel per la Letteratura nel 1997, anche se pare fosse stato candidato in precedenza anche nel 1975. Con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro, fu la risposta dell’attore alla notizia. L’Accademia di Svezia motivò la scelta dichiarando: perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. La motivazione sottolineava anzi enfatizzava questo aspetto parlando del buffone nel senso più autentico della parola: con una miscela di risate e serietà, Dario Fo apre i nostri occhi sugli abusi e le ingiustizie nella società. Infine: La forza di Fo consiste nel creare testi che simultaneamente divertono,sono impegnati e indicano una prospettiva. Trionfava un clown, nel senso più nobile e autentico della parola, emblematico testimone del teatro contemporaneo.

 

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