Bird: l'uccello che suonava il jazz
Vita, morte e miracoli di Charlie Parker
Per il ciclo di incontri "Artisti maledetti", a cura dell’Associazione Giallo Pistoia
a cura di Maurizio Tuci e Giuseppe Previti
con la collaborazione di YouLab Pistoia. An American Corner
12 aprile 2018, ore 17 - Auditorium Terzani
Volantino
(pdf, 930 Kb)
All’età di 34 anni, muore a New York Charlie Parker. Secondo il dottore che effettua l’autopsia il corpo del musicista sembra quello di un uomo di 65 anni. Charlie Parker insieme al suo talento e alla sua arte era bruciato velocemente, come una cometa, vittima dell’eroina e di molte altre droghe. Nato il 29 agosto del 1920 a Kansas City, grazie al padre pianista, Charlie Parker prende confidenza con la musica fin dall’infanzia, esercitandosi nel canto prima di interessarsi alle note jazz. All’età di 11 anni scopre il sassofono ed è un colpo di fulmine. Estremamente talentuoso il giovane Charlie impressiona i suoi professori per la maestria con cui suona lo strumento. In pochi anni perfeziona la sua arte ispirandosi a Louis Armstrong e riesce ad entrare nell’orchestra di Jay McShann con la quale parte per New York, terra di futuri successi. Nel 1942 lascia il gruppo e con altri giovani musicisti si dedica alla creazione del be-boop, una variante del jazz. L’obiettivo è quello di superare i maestri della generazione precedente con temi complessi come “Cherokee”. Su questa linea compone opere faro del genere: “Parker’s Mood” (1950) o “Groovin’High” (1945). Mozart del jazz, “genio” come l’hanno definito i tanti che l’hanno visto suonare: Kerouac, Sartre, Stravinsky tra gli altri, lascia un’eredità musicale ancora da finire di scoprire.
L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Potresti leggere/ascoltare
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Ultimo aggiornamento venerdì, 5 maggio 2023
Vita, morte e miracoli di Charlie Parker
Per il ciclo di incontri "Artisti maledetti", a cura dell’Associazione Giallo Pistoia
a cura di Maurizio Tuci e Giuseppe Previti
con la collaborazione di YouLab Pistoia. An American Corner
12 aprile 2018, ore 17 - Auditorium Terzani
Volantino
(pdf, 930 Kb)
All’età di 34 anni, muore a New York Charlie Parker. Secondo il dottore che effettua l’autopsia il corpo del musicista sembra quello di un uomo di 65 anni. Charlie Parker insieme al suo talento e alla sua arte era bruciato velocemente, come una cometa, vittima dell’eroina e di molte altre droghe. Nato il 29 agosto del 1920 a Kansas City, grazie al padre pianista, Charlie Parker prende confidenza con la musica fin dall’infanzia, esercitandosi nel canto prima di interessarsi alle note jazz. All’età di 11 anni scopre il sassofono ed è un colpo di fulmine. Estremamente talentuoso il giovane Charlie impressiona i suoi professori per la maestria con cui suona lo strumento. In pochi anni perfeziona la sua arte ispirandosi a Louis Armstrong e riesce ad entrare nell’orchestra di Jay McShann con la quale parte per New York, terra di futuri successi. Nel 1942 lascia il gruppo e con altri giovani musicisti si dedica alla creazione del be-boop, una variante del jazz. L’obiettivo è quello di superare i maestri della generazione precedente con temi complessi come “Cherokee”. Su questa linea compone opere faro del genere: “Parker’s Mood” (1950) o “Groovin’High” (1945). Mozart del jazz, “genio” come l’hanno definito i tanti che l’hanno visto suonare: Kerouac, Sartre, Stravinsky tra gli altri, lascia un’eredità musicale ancora da finire di scoprire.
L'ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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- Ultimo aggiornamento venerdì, 5 maggio 2023