Autodafé
15 giugno 2023 - 4 luglio 2023 - Art Teche, Art Corner e Art Box
Autodafé. Disegni dei giorni della pandemia / mostra di Lorenzo Fontanelli
Inaugurazione con l'artista: giovedì 15 giugno alle ore 17.00
Invito
(pdf, 392 Kb)
Adesso tutto sembra dimenticato e qualcuno pensa che va bene così. Dimentichi dei lunghi giorni in cui ci siamo chiusi nelle nostre case, limitati nelle uscite in un mondo diventato un unico reparto ospedaliero per malattie infettive. Giorni che ci hanno insegnato molto sul nostro conto: di come essere parte pensante della biologia vivente su questo mondo, sgomitando per farci sempre più spazio non ce ne renda signori e padroni con il diritto di forzarne le regole a nostro piacimento, dimostrandoci la fragilità di ogni vita di fronte ad azioni sconsiderate e reiterate malgrado l’evidenza della follia dei nostri comportamenti.
Alcuni lavori di più grande formato esposti già qui durante la terza edizione di Artshow sangiorgio nel maggio-giugno 2019 sono la necessaria premessa alle piccole opere che oggi sono esposte.
Nella crasi visiva tra astrazione e figurazione, da molti anni lavoro a mappe di territori desertificati come osservati a volo d’uccello da una qualche sorta di velivolo; territori su cui resistono sporadiche rovine solitari olivi con le radici in terrapieni circolari costruiti per proteggerne il terreno dall’erosione dovuta a chissà quali nefasti venti malati, o altri indizi di accadimenti più o meno distruttivi. Qua e là ardono ancora grandi fuochi, gorghi giganteschi nella sabbia del terreno e talvolta segnali costruiti allineando pietre. In lontananza catene di montagne che stanno erodendosi alimentando così la polvere del deserto. Da una parte fiction distopiche di una possibile realtà a venire; mappe metaforiche di un sentire dell’anima dall’altro a fronte della nostra corsa all’autodistruzione. Il tutto reso nella quasi totale assenza di colore eccetto alcune barre dai colori accattivanti a rappresentare un qualche dispositivo di individuazione dei luoghi sugli strumenti in dotazione alla tecnologia delle macchine che li stanno sorvolando.
I lavori per questa edizione di Art Corner sono stati fatti durante l’interdizione agli spostamenti che mi colse nella casa sulle colline sulle colline di San Gimignano, lontano dal mio studio di Firenze. Fortunosamente avevo in casa pochi fogli di buona carta che furono suddivisi in piccole porzioni; due tubetti di tempera acrilica bianca e nera e due pennelli cinesi, dotazione scolastica di mis figlia Emilia. Una manciata di lavori che coprono il periodo che va dal novembre-dicembre 2019 ai lunghi mesi del lockdown. In questa sorta di clausura che in altri momenti avevo invocato come condizione ideale per lavorare in santa pace, sollevato dalle incombenze quotidiane che infastidiscono la vita di ognuno, avevo cominciato ad annotare velocemente sui fogli avvenimenti e notizie di ciò che fuori accadeva o era accaduto in tempi recenti. Riflettevo su come in una situazione di emergenza globale continuavano ad accadere fatti di una assurdità incredibile: continuavano ad affogare migranti in mare, continuavano episodi di razzismo, continuava l’uccisione di donne, guerre e barbarie di ogni genere.
A fine dicembre sapevamo già tutto della nostra situazione in balia del virus: leggevo molto e disegnavo poco, col tempo l’iniziale calma con cui avevo accettato la situazione aveva lasciato il posto a forti inquietudini, su come la “natura” offesa procedesse comunque nell’indifferenza verso il genere umano; di come fosse facile socialmente metterci tutti sotto controllo .Piccole opere veloci che riflettono tutto quanto sopra fino ad arrivare ad alcuni lavori più elaborati, tra il cronachistico e il visionario che ho chiamato Goyescas mutando il titolo da Francisco Goya, l’incomparabile maestro dei Caprichos che aveva avvertito come “il sonno della ragione genera mostri” Sono esposte insieme un gruppo di opere tridimensionali in terracotta e altri materiali di epoca precedente che ritengo congrue ai lavori su carta esposti per certe affinità oniriche che vi si possono scorgere.
Lorenzo Fontanelli
Lorenzo Fontanelli (Certaldo 1950) ha studiato grafica pubblicitaria e fotografia all’Istituto d’Arte di Porta Romana e pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. E’ stato per molti anni docente di Grafica al Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze. Il suo lavoro ricorre spesso all’utilizzo di materiali diversi producendo “immagini-concetto, come proiezione distaccata dell’immaginario secondo una sua complessa, contaminata interpretazione del suo fare arte, che implica ricorsi a strumenti, mezzi, tematiche divers: dall’uso di materiali atavici come la terra, la creta, o come il ferro e il piombo (…) Un fare arte che implica ricorsi all’antropologia culturale, a simbologie mistiche e filosofiche orientaleggianti” (Lara-Vinca Masini). Negli ultimi lavori su carta elabora fittizie mappe geografiche di territori tra il fisico e il mentale. Ha esposto in mostre in Italia e all’estero. Hanno scritto del suo lavoro tra gli altri i critici Lara-Vinca Masini; Silvana Sinisi; Filiberto Menna; Massimo Carboni; Andrea B. Del Guercio; Giandomenico Semeraro; e gli scrittori Bernard Comment e Giovanni Maccari. Suoi lavori si trovano in collezioni private e pubbliche.
-
Ultimo aggiornamento martedì, 22 agosto 2023
15 giugno 2023 - 4 luglio 2023 - Art Teche, Art Corner e Art Box
Autodafé. Disegni dei giorni della pandemia / mostra di Lorenzo Fontanelli
Inaugurazione con l'artista: giovedì 15 giugno alle ore 17.00
Invito
(pdf, 392 Kb)
Adesso tutto sembra dimenticato e qualcuno pensa che va bene così. Dimentichi dei lunghi giorni in cui ci siamo chiusi nelle nostre case, limitati nelle uscite in un mondo diventato un unico reparto ospedaliero per malattie infettive. Giorni che ci hanno insegnato molto sul nostro conto: di come essere parte pensante della biologia vivente su questo mondo, sgomitando per farci sempre più spazio non ce ne renda signori e padroni con il diritto di forzarne le regole a nostro piacimento, dimostrandoci la fragilità di ogni vita di fronte ad azioni sconsiderate e reiterate malgrado l’evidenza della follia dei nostri comportamenti.
Alcuni lavori di più grande formato esposti già qui durante la terza edizione di Artshow sangiorgio nel maggio-giugno 2019 sono la necessaria premessa alle piccole opere che oggi sono esposte.
Nella crasi visiva tra astrazione e figurazione, da molti anni lavoro a mappe di territori desertificati come osservati a volo d’uccello da una qualche sorta di velivolo; territori su cui resistono sporadiche rovine solitari olivi con le radici in terrapieni circolari costruiti per proteggerne il terreno dall’erosione dovuta a chissà quali nefasti venti malati, o altri indizi di accadimenti più o meno distruttivi. Qua e là ardono ancora grandi fuochi, gorghi giganteschi nella sabbia del terreno e talvolta segnali costruiti allineando pietre. In lontananza catene di montagne che stanno erodendosi alimentando così la polvere del deserto. Da una parte fiction distopiche di una possibile realtà a venire; mappe metaforiche di un sentire dell’anima dall’altro a fronte della nostra corsa all’autodistruzione. Il tutto reso nella quasi totale assenza di colore eccetto alcune barre dai colori accattivanti a rappresentare un qualche dispositivo di individuazione dei luoghi sugli strumenti in dotazione alla tecnologia delle macchine che li stanno sorvolando.
I lavori per questa edizione di Art Corner sono stati fatti durante l’interdizione agli spostamenti che mi colse nella casa sulle colline sulle colline di San Gimignano, lontano dal mio studio di Firenze. Fortunosamente avevo in casa pochi fogli di buona carta che furono suddivisi in piccole porzioni; due tubetti di tempera acrilica bianca e nera e due pennelli cinesi, dotazione scolastica di mis figlia Emilia. Una manciata di lavori che coprono il periodo che va dal novembre-dicembre 2019 ai lunghi mesi del lockdown. In questa sorta di clausura che in altri momenti avevo invocato come condizione ideale per lavorare in santa pace, sollevato dalle incombenze quotidiane che infastidiscono la vita di ognuno, avevo cominciato ad annotare velocemente sui fogli avvenimenti e notizie di ciò che fuori accadeva o era accaduto in tempi recenti. Riflettevo su come in una situazione di emergenza globale continuavano ad accadere fatti di una assurdità incredibile: continuavano ad affogare migranti in mare, continuavano episodi di razzismo, continuava l’uccisione di donne, guerre e barbarie di ogni genere.
A fine dicembre sapevamo già tutto della nostra situazione in balia del virus: leggevo molto e disegnavo poco, col tempo l’iniziale calma con cui avevo accettato la situazione aveva lasciato il posto a forti inquietudini, su come la “natura” offesa procedesse comunque nell’indifferenza verso il genere umano; di come fosse facile socialmente metterci tutti sotto controllo .Piccole opere veloci che riflettono tutto quanto sopra fino ad arrivare ad alcuni lavori più elaborati, tra il cronachistico e il visionario che ho chiamato Goyescas mutando il titolo da Francisco Goya, l’incomparabile maestro dei Caprichos che aveva avvertito come “il sonno della ragione genera mostri” Sono esposte insieme un gruppo di opere tridimensionali in terracotta e altri materiali di epoca precedente che ritengo congrue ai lavori su carta esposti per certe affinità oniriche che vi si possono scorgere.
Lorenzo Fontanelli
Lorenzo Fontanelli (Certaldo 1950) ha studiato grafica pubblicitaria e fotografia all’Istituto d’Arte di Porta Romana e pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. E’ stato per molti anni docente di Grafica al Liceo Artistico di Porta Romana di Firenze. Il suo lavoro ricorre spesso all’utilizzo di materiali diversi producendo “immagini-concetto, come proiezione distaccata dell’immaginario secondo una sua complessa, contaminata interpretazione del suo fare arte, che implica ricorsi a strumenti, mezzi, tematiche divers: dall’uso di materiali atavici come la terra, la creta, o come il ferro e il piombo (…) Un fare arte che implica ricorsi all’antropologia culturale, a simbologie mistiche e filosofiche orientaleggianti” (Lara-Vinca Masini). Negli ultimi lavori su carta elabora fittizie mappe geografiche di territori tra il fisico e il mentale. Ha esposto in mostre in Italia e all’estero. Hanno scritto del suo lavoro tra gli altri i critici Lara-Vinca Masini; Silvana Sinisi; Filiberto Menna; Massimo Carboni; Andrea B. Del Guercio; Giandomenico Semeraro; e gli scrittori Bernard Comment e Giovanni Maccari. Suoi lavori si trovano in collezioni private e pubbliche.
- Ultimo aggiornamento martedì, 22 agosto 2023