55 vasche
Mimmo Càndito, giornalista, scrittore, corrispondente di guerra di La Stampa di Torino in Iraq, Medioriente, Asia, Africa e Sudamerica, racconta in un libro avvincente come un “thriller” la sua battaglia contro il cancro durata dieci anni. A Miami, all’ospedale Mount Sinai, gli viene diagnostico un cancro al polmone destro, con zero possibilità di salvarsi; Mimmo però non si arrende e continua a lottare contro quel male incurabile, come si evince da questo brano da cui è tratto anche il titolo del libro: a quel tempo, al mattino, tutte le mattine, facevo mezz’ora di nuoto, 25 vasche in piscina. Dovevo continuare a farlo, anche se la chemio era davvero distruttiva. Mi costava fatica ma dovevo continuare. E però un giorno che la terapia mi aveva stancato molto, arrivai alla undicesima vasca e dovetti smettere subito, per non affogare: non riuscivo più a respirare. Ma invece no, mi dissi di no, scesi di nuovo in piscina, ripartii a nuotare e a contare: una vasca, due vasche, tre vasche. Arrivai alla numero 25, e dissi a me stesso: ora fagli vedere tu, al tumore, chi sia più forte. Nuotai ininterrottamente per 55 vasche, un’ora e passa. E quando uscii dall’acqua, sapevo dentro di me che io avrei vinto, non il tumore. 55 sono le volte che Mimmo ha nuotato su e giù per una piscina nello sforzo titanico di sottomettere alla propria volontà un corpo ridotto ai minimi termini da un cancro che si era piazzato attaccato alla aorta. Mimmo riesce davvero a guarire: l’impatto della voglia di vivere contro il predominio della morte rendono questo libro una sorta di lezione di vita, in cui il lettore impara, pagina dopo pagina, ad amare sempre di più la propria vita.
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Ultimo aggiornamento mercoledì, 24 febbraio 2016
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Mimmo Càndito, giornalista, scrittore, corrispondente di guerra di La Stampa di Torino in Iraq, Medioriente, Asia, Africa e Sudamerica, racconta in un libro avvincente come un “thriller” la sua battaglia contro il cancro durata dieci anni. A Miami, all’ospedale Mount Sinai, gli viene diagnostico un cancro al polmone destro, con zero possibilità di salvarsi; Mimmo però non si arrende e continua a lottare contro quel male incurabile, come si evince da questo brano da cui è tratto anche il titolo del libro: a quel tempo, al mattino, tutte le mattine, facevo mezz’ora di nuoto, 25 vasche in piscina. Dovevo continuare a farlo, anche se la chemio era davvero distruttiva. Mi costava fatica ma dovevo continuare. E però un giorno che la terapia mi aveva stancato molto, arrivai alla undicesima vasca e dovetti smettere subito, per non affogare: non riuscivo più a respirare. Ma invece no, mi dissi di no, scesi di nuovo in piscina, ripartii a nuotare e a contare: una vasca, due vasche, tre vasche. Arrivai alla numero 25, e dissi a me stesso: ora fagli vedere tu, al tumore, chi sia più forte. Nuotai ininterrottamente per 55 vasche, un’ora e passa. E quando uscii dall’acqua, sapevo dentro di me che io avrei vinto, non il tumore. 55 sono le volte che Mimmo ha nuotato su e giù per una piscina nello sforzo titanico di sottomettere alla propria volontà un corpo ridotto ai minimi termini da un cancro che si era piazzato attaccato alla aorta. Mimmo riesce davvero a guarire: l’impatto della voglia di vivere contro il predominio della morte rendono questo libro una sorta di lezione di vita, in cui il lettore impara, pagina dopo pagina, ad amare sempre di più la propria vita.
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