San Giorgio future show
Abbiamo perso il futuro. Gli scenari della "fine del mondo" cambiano, ma la perdita del futuro è dentro di noi e noi ne siamo i portatori, anche se non condividiamo le ragioni di chi immagina un avvenire di catastrofi e magari non le conosciamo nemmeno. Viviamo in un mondo che fa sempre più fatica a guardare oltre il proprio presente: perfino in quelle attività umane, come la letteratura e le arti, di cui in passato si pensava che dovessero tendere al sublime, cioè a qualcosa di eterno.
(Sebastiano Vassalli)
È dai tempi dell’Antico Testamento che l’uomo si diletta a immaginare il mondo ridotto a un luogo inabitabile. Uno spazio senza regole, dove la civiltà è un avanzo del passato e il futuro una lotta per la sopravvivenza perpetrata con mezzi scorretti, per non dire disumani. In narrativa questa fascinazione per il genere post-apocalittico è maturata fino a divenire un genere letterario che incarna a pieno titolo lo spirito del nostro tempo. Scenari distorti, metropoli immaginarie, società senza regole sono alcuni degli ingredienti che caratterizzano il romanzo distopico. Il termine, coniato nel 1868 da Stuart Mill, si colloca in antitesi al concetto di utopia: se quest'ultima indica la città ideale per eccellenza, la distopia prospetta una comunità che vive senza regole in un ambiente piegato da calamità naturali o raso al suolo dallo sfruttamento degli uomini. La letteratura distopica traspone delle tendenze potenzialmente negative del presente in un futuro più o meno prossimo. Leggere questi romanzi ci permette di visualizzare alcuni terribili scenari che il futuro potrebbe rivelarci e al tempo stesso ci aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza e sensibilità verso l’ambiente circostante. San Giorgio future show è il tema del dodicesimo compleanno della biblioteca e del percorso di lettura che questo mese abbiamo dedicato alla narrativa distopica, nell’augurio che il pensiero, la lettura e la letteratura non siano utopie, ma strumenti concreti e reali attraverso cui costruire un futuro migliore.
Romanzi distopici: breve rassegna dai classici ai contemporanei
Mondo nuovo di Aldous Huxley, Mondadori, 1983
1984 di George Orwell, Mondadori, 2010
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, Mondadori, 2004
Arancia Meccanica di Anthony Burgess, Einaudi, 1966
Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, Fanucci, 2001
Dissipatio H.G. di Guido Morselli, Adelphi, 1977
Elianto di Stefano Benni, Feltrinelli, 1996
Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, Ponte alle grazie, 2004
Sottomissione di Michelle Houellebecq, Bompiani, 2015
Il Cerchio di Dave Eggers, Mondadori, 2014
The store di James Patterson, Longanesi, 2017
Ragazze elettriche di Naomi Alderman, Nottetempo, 2017
-
Ultimo aggiornamento sabato, 18 maggio 2019
Abbiamo perso il futuro. Gli scenari della "fine del mondo" cambiano, ma la perdita del futuro è dentro di noi e noi ne siamo i portatori, anche se non condividiamo le ragioni di chi immagina un avvenire di catastrofi e magari non le conosciamo nemmeno. Viviamo in un mondo che fa sempre più fatica a guardare oltre il proprio presente: perfino in quelle attività umane, come la letteratura e le arti, di cui in passato si pensava che dovessero tendere al sublime, cioè a qualcosa di eterno.
(Sebastiano Vassalli)
È dai tempi dell’Antico Testamento che l’uomo si diletta a immaginare il mondo ridotto a un luogo inabitabile. Uno spazio senza regole, dove la civiltà è un avanzo del passato e il futuro una lotta per la sopravvivenza perpetrata con mezzi scorretti, per non dire disumani. In narrativa questa fascinazione per il genere post-apocalittico è maturata fino a divenire un genere letterario che incarna a pieno titolo lo spirito del nostro tempo. Scenari distorti, metropoli immaginarie, società senza regole sono alcuni degli ingredienti che caratterizzano il romanzo distopico. Il termine, coniato nel 1868 da Stuart Mill, si colloca in antitesi al concetto di utopia: se quest'ultima indica la città ideale per eccellenza, la distopia prospetta una comunità che vive senza regole in un ambiente piegato da calamità naturali o raso al suolo dallo sfruttamento degli uomini. La letteratura distopica traspone delle tendenze potenzialmente negative del presente in un futuro più o meno prossimo. Leggere questi romanzi ci permette di visualizzare alcuni terribili scenari che il futuro potrebbe rivelarci e al tempo stesso ci aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza e sensibilità verso l’ambiente circostante. San Giorgio future show è il tema del dodicesimo compleanno della biblioteca e del percorso di lettura che questo mese abbiamo dedicato alla narrativa distopica, nell’augurio che il pensiero, la lettura e la letteratura non siano utopie, ma strumenti concreti e reali attraverso cui costruire un futuro migliore.
Romanzi distopici: breve rassegna dai classici ai contemporanei
Mondo nuovo di Aldous Huxley, Mondadori, 1983
1984 di George Orwell, Mondadori, 2010
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, Mondadori, 2004
Arancia Meccanica di Anthony Burgess, Einaudi, 1966
Ma gli androidi sognano pecore elettriche? di Philip K. Dick, Fanucci, 2001
Dissipatio H.G. di Guido Morselli, Adelphi, 1977
Elianto di Stefano Benni, Feltrinelli, 1996
Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood, Ponte alle grazie, 2004
Sottomissione di Michelle Houellebecq, Bompiani, 2015
Il Cerchio di Dave Eggers, Mondadori, 2014
The store di James Patterson, Longanesi, 2017
Ragazze elettriche di Naomi Alderman, Nottetempo, 2017
- Ultimo aggiornamento sabato, 18 maggio 2019