Jackson Pollock: La trama dell’assoluto
Per il ciclo di incontri "Artisti maledetti" a cura dell’Associazione Giallo Pistoia
Conferenza a cura di Andrea Baldinotti
in collaborazione con YouLab Pistoia. An American Corner
giovedì 18 ottobre 2018, ore 17 - Auditorium Terzani
Locandina
(pdf, 146 Kb)
Pollock ha forse voluto creare confusione, turbare tutto ciò che nella tela era preciso, ordinato e anonimo, la superficie pulita, la trama regolare, la forma rettangolare, tutti quegli elementi che gli ricordavano i tavoli da pranzo che aveva sparecchiato e ripulito da bambino. (...)
Sì, il gesto di versare la pittura è un attacco tanto alla storia dell’arte quanto alla storia e al destino personali
(B.H. Friedman)
A poco più di quarant’anni, Jackson Pollock (1912-1956) è un uomo minato dall’alcool, ma il suo fisico è ancora possente, il suo talento conserva la forza dirompente degli inizi. Per alcuni è soltanto un “vecchio maestro” dell’Espressionismo Astratto, per altri - fra cui la rivista Life che da poco lo ha osannato come il più grande pittore degli Stati Uniti - continua ad essere la stella polare delle nuove generazioni d’artisti in America e oltreoceano. La fama internazionale se l’è conquistata con un corpus di opere capace di racchiudere in sé un intero universo espressivo, dal delicato lirismo alle immagini più impetuose, realizzate mediante la rivoluzionaria tecnica del dripping, che consiste nel versare o gocciolare i colori direttamente dal tubo o dal barattolo su una tela disposta per terra. Gli anni della formazione sono segnati da stenti e sofferenza, l’alcool serve a placare i conflitti interiori. Dopo i primi lavori accademici, la scoperta della propria personale cifra stilistica lo porta di colpo ai vertici del successo grazie anche al coraggio di una gallerista come Peggy Guggenheim e all’incondizionata complicità della moglie Lee Krasner, che gli resterà accanto fino agli ultimi mesi prima della tragica scomparsa. Nel silenzio e nella solitudine del suo studio Pollock non riuscirà mai a risolvere il suo tormentato rapporto con la fama, convinto d’aver venduto la propria identità ad un mondo dell’arte che lo aveva condotto a vette da cui - lo sapeva bene - non sarebbe mai potuto discendere illeso.
Potresti leggere
-
Ultimo aggiornamento venerdì, 5 maggio 2023
Inserisci il tuo commento
Commenti
Nessuno ha aggiunto ancora un commento in questa pagina.
Feed RSS per i commenti in questa pagina |
Feed RSS per tutti i commenti
Per il ciclo di incontri "Artisti maledetti" a cura dell’Associazione Giallo Pistoia
Conferenza a cura di Andrea Baldinotti
in collaborazione con YouLab Pistoia. An American Corner
giovedì 18 ottobre 2018, ore 17 - Auditorium Terzani
Locandina
(pdf, 146 Kb)
Pollock ha forse voluto creare confusione, turbare tutto ciò che nella tela era preciso, ordinato e anonimo, la superficie pulita, la trama regolare, la forma rettangolare, tutti quegli elementi che gli ricordavano i tavoli da pranzo che aveva sparecchiato e ripulito da bambino. (...)
Sì, il gesto di versare la pittura è un attacco tanto alla storia dell’arte quanto alla storia e al destino personali
(B.H. Friedman)
A poco più di quarant’anni, Jackson Pollock (1912-1956) è un uomo minato dall’alcool, ma il suo fisico è ancora possente, il suo talento conserva la forza dirompente degli inizi. Per alcuni è soltanto un “vecchio maestro” dell’Espressionismo Astratto, per altri - fra cui la rivista Life che da poco lo ha osannato come il più grande pittore degli Stati Uniti - continua ad essere la stella polare delle nuove generazioni d’artisti in America e oltreoceano. La fama internazionale se l’è conquistata con un corpus di opere capace di racchiudere in sé un intero universo espressivo, dal delicato lirismo alle immagini più impetuose, realizzate mediante la rivoluzionaria tecnica del dripping, che consiste nel versare o gocciolare i colori direttamente dal tubo o dal barattolo su una tela disposta per terra. Gli anni della formazione sono segnati da stenti e sofferenza, l’alcool serve a placare i conflitti interiori. Dopo i primi lavori accademici, la scoperta della propria personale cifra stilistica lo porta di colpo ai vertici del successo grazie anche al coraggio di una gallerista come Peggy Guggenheim e all’incondizionata complicità della moglie Lee Krasner, che gli resterà accanto fino agli ultimi mesi prima della tragica scomparsa. Nel silenzio e nella solitudine del suo studio Pollock non riuscirà mai a risolvere il suo tormentato rapporto con la fama, convinto d’aver venduto la propria identità ad un mondo dell’arte che lo aveva condotto a vette da cui - lo sapeva bene - non sarebbe mai potuto discendere illeso.
Potresti leggere
- Ultimo aggiornamento venerdì, 5 maggio 2023
Inserisci il tuo commento
Commenti
Nessuno ha aggiunto ancora un commento in questa pagina.
Feed RSS per i commenti in questa pagina | Feed RSS per tutti i commenti