Dall’opera aperta all’arte effimera
Evento #1748
giovedì 9 novembre ore 17.00 - Auditorium Terzani
Interventi di Albert Mayr, compositore - Vittore Baroni, artista, critico musicale e indagatore delle controculture - Francesco Michi, musicista, sound artist - Laura Monaldi, critico e saggista
Proiezione di documenti e audiovisivi
Nel corso del dibattito si analizzeranno le pratiche e le teorie delle arti recenti, per sottolineare come l'idea di opera d'arte sia stata messa in discussione fino a giungere al concetto di "arte effimera" postulato da Pietro Grossi per la "Home Art".
Prendendo come punto di partenza il famoso testo Opera aperta di Umberto Eco l'analisi si riferirà alle composizioni recenti di Karlheinz Stockhausen, Luciano Berio, Pierre Boulez, dove per ogni esecuzione lo strumentista può scegliere versioni differenti.
Nella musica della seconda metà del Novecento questa “apertura” si fa ancora più radicale nelle partiture grafiche e in quelle verbali dove un possibile risultato sonoro viene solo lontanamente indicato.
Nel campo visivo-spaziale i Situazionisti, con il loro “Urbanismo unitario” avevano postulato addirittura un periodico abbattimento e ricostruzione degli edifici urbani. Pinot-Gallizio, con la sua pittura industriale che veniva venduta a metri, portava ad absurdum il concetto di opera pittorica. Anche in altre correnti dell’arte recente come la performance art o l’arte relazionale l’opera in quanto ‘oggetto’ veicolabile cede il passo alla documentazione, inevitabilmente frammentaria, di un evento che nella sua specificità rimarrà unico.Per la mail art, dove comunque una sorta di opera continua ad esistere, questa viene messa in secondo piano rispetto al processo di diffusione e ricezione.
Di fronte a questi sviluppi quali possono essere le conseguenze per le istituzioni artistiche? Se ci saranno sempre meno opere e sempre più processi, situazioni, di cui la documentazione può cogliere solo aspetti parziali, come si trasformerà la loro attività?
Pietro Grossi, grande compositore (Venezia, 1917 – Firenze, 2002), fondatore dello Studio di Fonologia Musicale di Firenze S 2F M (1963), pioniere italiano della musica elettronica e della computer music. Sperimentatore instancabile, divulgatore appassionato, Pietro Grossi è stato una figura poliedrica e determinante nel dibattito culturale della seconda metà del Novecento.
Link allla voce personale su Wikipedia
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Ultimo aggiornamento venerdì, 10 novembre 2017
Evento #1748
giovedì 9 novembre ore 17.00 - Auditorium Terzani
Interventi di Albert Mayr, compositore - Vittore Baroni, artista, critico musicale e indagatore delle controculture - Francesco Michi, musicista, sound artist - Laura Monaldi, critico e saggista
Proiezione di documenti e audiovisivi
Nel corso del dibattito si analizzeranno le pratiche e le teorie delle arti recenti, per sottolineare come l'idea di opera d'arte sia stata messa in discussione fino a giungere al concetto di "arte effimera" postulato da Pietro Grossi per la "Home Art".
Prendendo come punto di partenza il famoso testo Opera aperta di Umberto Eco l'analisi si riferirà alle composizioni recenti di Karlheinz Stockhausen, Luciano Berio, Pierre Boulez, dove per ogni esecuzione lo strumentista può scegliere versioni differenti.
Nella musica della seconda metà del Novecento questa “apertura” si fa ancora più radicale nelle partiture grafiche e in quelle verbali dove un possibile risultato sonoro viene solo lontanamente indicato.
Nel campo visivo-spaziale i Situazionisti, con il loro “Urbanismo unitario” avevano postulato addirittura un periodico abbattimento e ricostruzione degli edifici urbani. Pinot-Gallizio, con la sua pittura industriale che veniva venduta a metri, portava ad absurdum il concetto di opera pittorica. Anche in altre correnti dell’arte recente come la performance art o l’arte relazionale l’opera in quanto ‘oggetto’ veicolabile cede il passo alla documentazione, inevitabilmente frammentaria, di un evento che nella sua specificità rimarrà unico.Per la mail art, dove comunque una sorta di opera continua ad esistere, questa viene messa in secondo piano rispetto al processo di diffusione e ricezione.
Di fronte a questi sviluppi quali possono essere le conseguenze per le istituzioni artistiche? Se ci saranno sempre meno opere e sempre più processi, situazioni, di cui la documentazione può cogliere solo aspetti parziali, come si trasformerà la loro attività?
Pietro Grossi, grande compositore (Venezia, 1917 – Firenze, 2002), fondatore dello Studio di Fonologia Musicale di Firenze S 2F M (1963), pioniere italiano della musica elettronica e della computer music. Sperimentatore instancabile, divulgatore appassionato, Pietro Grossi è stato una figura poliedrica e determinante nel dibattito culturale della seconda metà del Novecento.
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- Ultimo aggiornamento venerdì, 10 novembre 2017