Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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I verbi della San Giorgio.

 

Caregiver aiutati per aiutare

Prendersi cura di chi ha cura degli altri

Seminario sugli aspetti psicologici del ruolo del caregiver a cura dell’Associazione di Promozione Sociale L’Arcobaleno Verticale insieme al prezioso contributo di realtà operanti nel mondo dell’assistenza, sociale e professionale.

venerdì 23 marzo 2018, ore 17 - Auditorium Terzani

Invito,
(pdf, 120 Kb)

Con il termine anglossassone caregiver si indica “colui che si prende cura” e si riferisce a tutti i familiari ed operatori che assistono anziani, ammalati e disabili. La cura è quel sostegno quotidiano di carattere sociale, psicologico, emotivo, fisico che viene rivolto a persone non autosufficienti o fragili. In Italia si stimano in quasi 9 milioni i familiari che, a vario titolo, sono caregiver per i loro congiunti. Chi è nella condizione di assistere un proprio caro sa che i momenti di difficoltà, di fatica e di sconforto sono sempre in agguato, il proprio impegno è spesso difficile e gravoso. Ma chi ha cura di chi si prende cura?

Conduce

D.ssa Marisa Stellabotte, Psicologa e Psicoterapeuta, Presidente Associazione L’Arcobaleno Verticale
Fatica fisica, sensazione di inadeguatezza rispetto alle richieste ed aspettative esterne, delusioni relative ai sostegni istituzionali, sensi di colpa nella sottrazione del tempo a sé e ad altri cari coinvolti, tutte emozioni che prima o poi ogni caregiver prova e che non possono essere sottovalutate. Dare spazio a se stessi non è mai un sottrarre, un egoismo, ma il modo di “avere” energie emotive, per poter “dare” nella migliore delle modalità possibili. Il ruolo della parola (e dell’ascolto) nelle relazioni, come gestire i rapporti al fine di raggiungere una convivenza più armoniosa e serena.

Intervengono

Daniele Innocenti, Presidente Associazione A.I.M.A. Pistoia
Parlerà della sua esperienza nel mondo dell’Alzheimer e dei Caffè Alzheimer organizzati dall’AIMA di Pistoia. L’allungamento della speranza di vita nei paesi occidentali ha portato ad un aumento delle patologie legate all’invecchiamento, tra cui le demenze (Malattia di Alzheimer, demenze vascolari, ecc.). La demenza è oggi considerata una “malattia sociale”, perché non coinvolge solo l’individuo malato, ma anche la rete sociale in cui è inserito. Le famiglie sono profondamente coinvolte nel processo di cura ed assistenza, e si trovano ad affrontare enormi stress fisici e psicologici . È un dovere istituzionale la promozione ed il sostegno di tutte le attività che la società civile riesce ad attivare sul territorio. È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della promozione delle attività svolte dal Volontariato, non essendoci i presupposti economici per una istituzionalizzazione dei percorsi di sostegno alle famiglie colpite da una malattia dementigena.

Chiara Romanini, PrivatAssistenza Pistoia
Parlerà della sua esperienza nel mondo dell’assistenza. Nel corso degli anni è emersa sempre più prepotentemente l’esigenza di non potersi fermare solo all’erogazione di servizi alla persona, sia essa un anziano, un malato o un disabile, ma di dover affiancare a questi ausili fondamentali un vero e proprio percorso di sostegno psicologico alla famiglia tutta. Un percorso che si articola in fasi ben visibili e strutturate, una prima fase di accoglienza delle richieste ed esigenze, una seconda fase di aiuto alla strutturazione delle necessità, una terza fase di affiancamento e verifica delle relazioni tra i vari componenti la nuova struttura familiare, chi riceve cura e caregiver familiari e professionali.

Antonio Mazzinghi, Presidente Associazione Diabetici Pistoiesi
Esporrà la sua esperienza di Presidente dell’Associazione Diabetici Pistoiesi, focalizzando soprattutto sui risvolti psicologici familiari nella diagnosi di diabete nell’età evolutiva. Il momento più difficile da superare è il momento dell’esordio della malattia e della comunicazione della diagnosi: vi è una stretta relazione tra le emozioni iniziali e la successiva disponibilità da parte dei piccoli pazienti a essere educati all’autocontrollo e all’autogestione. I bambini con diabete sono a rischio di problemi psicologici di adattamento durante le fasi iniziali della malattia, e i loro genitori vivono la malattia come un pericolo della sua integrità psico-fisica. La malattia rappresenta un’esperienza di perdita per i genitori e per il figlio, tale atteggiamento, molto pericoloso, consiste nel negare o banalizzare la malattia.

 


La partecipazione è gratuita senza necessità di prenotazione

 

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