Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Antologia d'amore e di politica

Presentazione del libro Antologia d'amore e di politica, di Giuseppe Giusti, a cura di Simone Fagioli. Pistoia, Settegiorni, 2016

Martedì 6 dicembre 2016, ore 17.00 – Biblioteca Forteguerriana

Interviene Elena Gonnelli
Sarà presente il curatore

Invito
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Un’antologia delle poesie di Giuseppe Giusti incentrate sui temi dell’amore e della politica. Il curatore, Simone Fagioli, ha effettuato una scelta nella produzione poetica del Giusti, dagli scritti giovanili fino ai “Nuovi versi”, che il poeta pubblicò nel 1847 in sfida alle edizioni apografe delle sue poesie che circolavano senza controllo, privilegiando i testi meno noti ma non certo meno interessanti. Il volume in ottanta pagine concentra venti anni di riflessioni dell’autore, dai versi dedicati ad amori non corrisposti a quelli più maturi, arguti ed ironici, sulla disillusione della politica toscana e nazionale.

Giuseppe Giusti nacque a Monsummano Terme nel 1809 da una famiglia agiata. Studiò legge a Pisa e si laureò nel 1834, ma non esercitò mai la professione. Eccettuato qualche viaggio, visse sempre a Firenze, dove morì nel 1850.
Politicamente fu un moderato, timoroso delle moltitudini, amante geloso dell’ordine, della quiete, della sicurezza sociale, turbato dalle novità, dal progresso, dal muoversi degli uomini e delle cose. E se con la sua lirica fu tra gli animatori e preparatori dei moti risorgimentali del 1847 e degli anni seguenti, se ne ritrasse spaventato appena temette che l’iniziativa passasse nelle mani del popolo.
La sua notorietà toccò il culmine nel 1847-48, quando gli avvenimenti parvero confermare il suo credo di liberale moderato. In quegli anni Giusti partecipò anche alla vita pubblica: fu maggiore della Guardia civica e deputato alla prima e seconda Assemblea legislativa toscana.
La sua fama fu legata soprattutto agli "scherzi", come lui stesso definì le sue liriche di carattere satirico, spesso a sfondo politico-patriottico, animate talvolta da un intento più largo di satira di costume e di rappresentazione ironica e amara della società.
Poeticamente, Giusti si rifece dalla tradizione giocosa toscana, ma ben presto trovò una sua via di elaborata semplicità. Creò il mito della "paesanità", che significò, autobiograficamente, l'aspirazione a una vita lontana da falsità e raffinatezze sociali, e, letterariamente, fu sinonimo di onesta saggezza, di schiettezza, di limpidità, di romantico spregio per il troppo letterario.
Fra le sue opere si ricordano l'Epistolario, che in molte sue parti ha un notevole valore come documento storico, la Cronaca dei fatti di Toscana (1845-1849), la raccolta di Proverbi toscani, cui il poeta dedicò molto tempo e che fu pubblicata postuma, le Poesie.

Simone Fagioli, nato a Pistoia nel 1967, è ricercatore di formazione antropologica. Collabora con enti pubblici e privati per ricerche sui temi della nascita e sviluppo dell’industria (metallurgica, mineraria, cartaria, tessile, ceramica), analisi dei processi produttivi preindustriali e industriali, nonché gestione di archivi d’impresa e privati. Fa parte del seminario permanente sul lavoro e.labora coordinato dal Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Firenze ed è socio di vari enti ed associazioni che operano nel campo dell'economia. È socio dell’Associazione nazionale archivistica italiana e per la sezione Toscana coordina il Gruppo di lavoro sugli archivi privati e d’impresa; è curatore degli archivi privati legati alla storia dell’industria Fondo Turri, Fondo Celso Capacci, Fondo Cartiere del Maglio e di Brodano, tutti notificati dalle Soprintendenze archivistiche di Toscana e Emilia Romagna come archivi di notevole interesse storico.
Numerose le sue pubblicazioni, fra cui si ricordano Il Fondo Turri. Industria ed imprenditoria sulla Montagna pistoiese nella seconda metà dell’Ottocento, che ha curato nel 2007 e che contiene il suo contributo “La ferrovia Pracchia-La Lima nei documenti del Fondo Turri (1880-1898)”, "Italia 150 anni e passa. Nuovi contesti globali/vecchi problemi", che ha curato nel 2013, Vilfredo Pareto nella Toscana del secondo Ottocento, che ha curato nel 2015, e il volumetto degli Epigrammi di Filippo Pananti curato nel 2016.

 

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