Velopensieri
La casa editrice Ediciclo nasce nel 1987 dalla passione di quattro amici per tutto ciò che riguarda biciclette e pedali; l'intento è quello di trasmettere ad altre persone la passione delle due ruote e di incoraggiare un tipo di mobilità sostenibile. I primi tre volumi pubblicati dalla neo casa editrice sono dedicati alle salite in bicicletta; "tre volumi – secondo il giornalista Alberto Carobba - che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni ciclista, e dovrebbero essere presenti nella sede di ogni organizzatore di corse... Tre libri scritti con passione e... sudore. (...) Una fatica che merita un plauso, incondizionato." Negli anni successivi il percorso della casa editrice è stato tutto in volata: sono nate diverse collane che hanno riscosso il consenso nazionale come quella dedicata alle ciclopiste ("Cicloguide") oppure quella dedicata ai reportage di viaggi estremi in bicicletta ("Altre Terre").
Della stessa casa editrice (nella collana "Ciclostile") è pubblicato un agile e interessante volume ad opera di Francesco Ricco, ciclopensatore modenese che in sella alla sua due ruote ha percorso la maggior parte delle alte terre dolomitiche. Questo testo non racconta di nessun itinerario, ma è una raccolta di riflessioni sul senso della vita che sono scaturite nelle faticose escursioni (perlopiù solitarie) che Ricci ha compiuto. Così niente come la solitudine di una pedalata immersi nel paesaggio del nostro Appennino stimola bilanci sul passato e sul futuro e considerazioni sull'appartenenza ad un cosmo molto più grande di noi; la natura traccia il suo solco, cattura gli occhi dell'autore che la rispetta e la vorrebbe incontaminata, pura, lontana dallo scempio edilizio che i politici e i costruttori non sanno arrestare.
"La mia terra è l’Appennino. Getto lo sguardo oltre le colline, verso il crinale. La terra ha il colore del pane abbrustolito. Di farina di castagne. Di foglie cadute in autunno. Osservo. Non faccio altro quando vado in bici."
Il tema del togliere come sinonimo di sobrietà traspare anche nella scrittura di Ricci che, a volte si fa aspra e tersa, come volesse custodire il più a lungo possibile dentro se stesso le immagini e il silenzio dei percorsi, delle strade che acquistano vita nella loro variegata collocazione tra il cielo e la terra. Andare in bici diventa un procedere magico, in bilico tra preghiera e immaginazione.
Per questo Velopensieri non è un libro da leggere di fretta, ma è un testo da assaporare con calma, parola dopo parola, lasciando che lentamente si sedimenti dentro di noi.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 23 ottobre 2017
La casa editrice Ediciclo nasce nel 1987 dalla passione di quattro amici per tutto ciò che riguarda biciclette e pedali; l'intento è quello di trasmettere ad altre persone la passione delle due ruote e di incoraggiare un tipo di mobilità sostenibile. I primi tre volumi pubblicati dalla neo casa editrice sono dedicati alle salite in bicicletta; "tre volumi – secondo il giornalista Alberto Carobba - che non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni ciclista, e dovrebbero essere presenti nella sede di ogni organizzatore di corse... Tre libri scritti con passione e... sudore. (...) Una fatica che merita un plauso, incondizionato." Negli anni successivi il percorso della casa editrice è stato tutto in volata: sono nate diverse collane che hanno riscosso il consenso nazionale come quella dedicata alle ciclopiste ("Cicloguide") oppure quella dedicata ai reportage di viaggi estremi in bicicletta ("Altre Terre").
Della stessa casa editrice (nella collana "Ciclostile") è pubblicato un agile e interessante volume ad opera di Francesco Ricco, ciclopensatore modenese che in sella alla sua due ruote ha percorso la maggior parte delle alte terre dolomitiche. Questo testo non racconta di nessun itinerario, ma è una raccolta di riflessioni sul senso della vita che sono scaturite nelle faticose escursioni (perlopiù solitarie) che Ricci ha compiuto. Così niente come la solitudine di una pedalata immersi nel paesaggio del nostro Appennino stimola bilanci sul passato e sul futuro e considerazioni sull'appartenenza ad un cosmo molto più grande di noi; la natura traccia il suo solco, cattura gli occhi dell'autore che la rispetta e la vorrebbe incontaminata, pura, lontana dallo scempio edilizio che i politici e i costruttori non sanno arrestare.
"La mia terra è l’Appennino. Getto lo sguardo oltre le colline, verso il crinale. La terra ha il colore del pane abbrustolito. Di farina di castagne. Di foglie cadute in autunno. Osservo. Non faccio altro quando vado in bici."
Il tema del togliere come sinonimo di sobrietà traspare anche nella scrittura di Ricci che, a volte si fa aspra e tersa, come volesse custodire il più a lungo possibile dentro se stesso le immagini e il silenzio dei percorsi, delle strade che acquistano vita nella loro variegata collocazione tra il cielo e la terra. Andare in bici diventa un procedere magico, in bilico tra preghiera e immaginazione.
Per questo Velopensieri non è un libro da leggere di fretta, ma è un testo da assaporare con calma, parola dopo parola, lasciando che lentamente si sedimenti dentro di noi.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 23 ottobre 2017