Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Uomini

 

Letture di brani scenici sul tema del femminicidio

A cura della compagnia di teatro amatoriale Il Rubino diretta da Dora Donarelli

In collaborazione con Unicoop Firenze. Sezione Soci di Pistoia, Consigliera delle Pari Opportunità della Provincia di Pistoia, Spi CGIL, 365giornialfemminile

Venerdì 28 marzo, ore 16.30 e Sabato 12 aprile, ore 16.30 - Auditorium Terzani

 

Invito
(pdf, 1 Mb)

 

Voci maschili da "Nessuna più: quaranta scrittori contro il femminicidio" il 28 marzo e da "Cantico della bellezza" di Andrea Bassani il 12 aprile.

Il progetto è di Dora Donarelli e l'analisi letteraria dei testi da cui sono tratte le letture è a cura di Ilaria Minghetti.

La donna è un'invenzione dell'uomo? Se Eva nasce dalla costola di Adamo per mano di un Dio padre, tutte le sue sorelle, nelle loro vite, hanno sempre dovuto tener conto dello sguardo maschile.  Mogli o amanti, madri o figlie, per secoli l'identità femminile è stata plasmata dalla mentalità maschile, dalle sue esigenze e dai suoi pregiudizi.

La scelta degli scrittori da cui sono tratte le letture è quella di raccontare la più crudele sopraffazione dell'uomo sulla donna, il femminicidio, attraverso il punto di vista a loro  più familiare e più distante al contempo, quello maschile. Se ad ogni uomo è comune l'esperienza del desiderio, della rabbia e della frustrazione, l'atto che di solito viene giustificato da questi sentimenti ha una connotazione talmente mostruosa e folle da renderlo difficile da raccontare.

Alcuni scrittori hanno scelto di raccontare storie di follia: bambini vittime di madri che hanno abusato di loro, fisicamente e psicologicamente, crescono covando rancore verso il genere femminile, ripetendo i comportamenti crudeli della donna che li ha messi al mondo. La donna-mostro ritorna come demone seduttore, causa di perdizione da allontanare e sconfiggere con il fondamentalismo religioso; ma è quasi con slancio mistico che la sua bellezza viene celebrata, una bellezza talmente potente da impaurire e lasciare atterriti. Altri scrittori, invece, adottano un approccio meno straniante, ma più difficile: quello che intraprendono è un viaggio nel lato oscuro dell'animo maschile, che comprende un istinto cieco e brutale, i danni dell'aver ricevuto un'educazione basata sugli stereotipi di genere e l'incapacità di vedersi rifiutati.
Scrivendo in prima persona mettono alla prova la loro sensibilità e si mettono nei panni del femminicida, ne ricercano le motivazioni e ne ripercorrono i gesti. Esplorando se stessi e gli uomini che stanno loro intorno, questi autori cercano la risposta a una serie di domande molto scomode: che ogni uomo sia, potenzialmente, un violento? I rapporti tra uomo e donna riusciranno mai a lasciarsi alle spalle la legge del più forte? Nella nostra società esiste un modello di violenza "accettabile, ovvero una serie di pratiche di sopraffazione che avvengono quotidianamente, ma che non vengono mai riconosciute come tali?

Ad emergere è il giudizio dell'uomo sull'uomo, dell'essere razionale, capace di amare e di pensare sul bruto che, non riuscendo a comunicare, usa la violenza. La sentenza è lapidaria: l'uomo violento, il femminicida, lo stupratore, non è altro che un codardo.

 

 

 

 

 

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