Un giorno verrà
Attingendo alla grande Storia di inizio Novecento da una parte e alle vicende della propria famiglia dall'altra; con in mente i riferimenti fissi dell'alta tradizione italiana del romanzo storico, in primis "I promessi sposi"; mettendo su pagina una attenzione lucidissima alla costruzione di una lingua non banale, ben radicata nel luogo e nel tempo delle vicende narrate; dimostrando una straordinaria consapevolezza nella costruzione psicologica dei personaggi e una sensibilità molto contemporana per la costruzione dell'intreccio, Giulia Caminito (Roma, 1988) si conferma al suo secondo romanzo come una delle scrittrici più interessanti della sua generazione.
Il libro appassiona nel racconto delle vicende dei fratelli Lupo e Nicola e dei loro congiunti, una famiglia popolare del piccolo paese di Serra de' Conti, nelle Marche, all'inizio del Novecento. Alla loro storia si intreccia quella del Monastero che domina il paese e della sua carismatica badessa. Seguire le loro peripezie significa addentrarsi nello spirito di un momento storico di grandi tensioni, culminato nella rivolta della cosiddetta Settimana Rossa, nello scoppio della Prima Guerra Mondiale, nell'epidemia di Spagnola che falcidìo il mondo intero con milioni di morti negli anni immediatamente successivi alla guerra.
La Caminito, nonostante la sua giovane età, disegna le proprie pagine con stile impeccabile e ravviva il contesto delle azioni facendo avvertire con sensibilità il soffio dei valori che animano il mondo degli anarchici marchigiani e vivificano il difficile legame con la fede, sia spirituale sia politica, dei diversi personaggi. Avvinte nella trama, sembra di sentir risuonare a ogni pagina le parole-chiave corali dello spirito della ribellione, mutuate dal motto rivoluzionario francese: Libertà! Uguaglianza! Fraternità! Allo stesso tempo, sul fondo storico e collettivo tanto ben disegnato, si staglia il profilo riuscito dei personaggi principali, non sacrificati nella loro complessità a esigenze puramente romanzesche.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 1 luglio 2019
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Il libro appassiona nel racconto delle vicende dei fratelli Lupo e Nicola e dei loro congiunti, una famiglia popolare del piccolo paese di Serra de' Conti, nelle Marche, all'inizio del Novecento. Alla loro storia si intreccia quella del Monastero che domina il paese e della sua carismatica badessa. Seguire le loro peripezie significa addentrarsi nello spirito di un momento storico di grandi tensioni, culminato nella rivolta della cosiddetta Settimana Rossa, nello scoppio della Prima Guerra Mondiale, nell'epidemia di Spagnola che falcidìo il mondo intero con milioni di morti negli anni immediatamente successivi alla guerra.
La Caminito, nonostante la sua giovane età, disegna le proprie pagine con stile impeccabile e ravviva il contesto delle azioni facendo avvertire con sensibilità il soffio dei valori che animano il mondo degli anarchici marchigiani e vivificano il difficile legame con la fede, sia spirituale sia politica, dei diversi personaggi. Avvinte nella trama, sembra di sentir risuonare a ogni pagina le parole-chiave corali dello spirito della ribellione, mutuate dal motto rivoluzionario francese: Libertà! Uguaglianza! Fraternità! Allo stesso tempo, sul fondo storico e collettivo tanto ben disegnato, si staglia il profilo riuscito dei personaggi principali, non sacrificati nella loro complessità a esigenze puramente romanzesche.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 1 luglio 2019
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