Tre cene
Francesco Guccini è uno degli artisti più rappresentativi del panorama cantautoriale italiano. Sin dall’esordio, avvenuto nel lontano 1967 con l’LP Folk beat n. 1, Guccini è stato apprezzato da generazioni di italiani. I suoi testi che sono assimilabili a vere e proprie poesie spaziano fra i temi più disparati, emozionano, commuovono, fanno ridere e riflettere. La prima volta che Francesco Guccini decide di cimentarsi come scrittore è stata nel 1989, ventidue anni dopo la pubblicazione del suo primo album. Il libro era Cròniche epafàniche, un romanzo che, pur non essendo un'autobiografia, riesce a mettere il lettore in contatto con uno dei luoghi più cari della vita del cantautore modenese, cuore pulsante di molte delle canzoni più famose della sua carriera: l'Appennino Pavanese. In uno stile che i critici dell'epoca definiscono molto simile a quello di Gadda, una lingua impregnata di termini dialettali che si avvicina quanto più possibile alla forma parlata, Guccini diventa autore affermato di un vero e proprio best-seller. Questo ultimo volume si compone invece come una raccolta di tre racconti che attraversano il Novecento in tre momenti esemplari: una cena degli anni Trenta, una negli anni Settanta del secolo appena passato e una ambientata ai giorni nostri, che in realtà è un pranzo ma che alla prima si richiama nel finale, dando al libro una circolarità perfetta che lo rende unico. Ancora una volta Guccini ci racconta con ironia com'è cambiata l'Italia, dove le differenze sociali via via si riducono e le donne diventano più protagoniste, ma sempre mettendo in risalto quei bizzarri eroi della sua epica del disincanto.
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Ultimo aggiornamento lunedì, 29 agosto 2022
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Francesco Guccini è uno degli artisti più rappresentativi del panorama cantautoriale italiano. Sin dall’esordio, avvenuto nel lontano 1967 con l’LP Folk beat n. 1, Guccini è stato apprezzato da generazioni di italiani. I suoi testi che sono assimilabili a vere e proprie poesie spaziano fra i temi più disparati, emozionano, commuovono, fanno ridere e riflettere. La prima volta che Francesco Guccini decide di cimentarsi come scrittore è stata nel 1989, ventidue anni dopo la pubblicazione del suo primo album. Il libro era Cròniche epafàniche, un romanzo che, pur non essendo un'autobiografia, riesce a mettere il lettore in contatto con uno dei luoghi più cari della vita del cantautore modenese, cuore pulsante di molte delle canzoni più famose della sua carriera: l'Appennino Pavanese. In uno stile che i critici dell'epoca definiscono molto simile a quello di Gadda, una lingua impregnata di termini dialettali che si avvicina quanto più possibile alla forma parlata, Guccini diventa autore affermato di un vero e proprio best-seller. Questo ultimo volume si compone invece come una raccolta di tre racconti che attraversano il Novecento in tre momenti esemplari: una cena degli anni Trenta, una negli anni Settanta del secolo appena passato e una ambientata ai giorni nostri, che in realtà è un pranzo ma che alla prima si richiama nel finale, dando al libro una circolarità perfetta che lo rende unico. Ancora una volta Guccini ci racconta con ironia com'è cambiata l'Italia, dove le differenze sociali via via si riducono e le donne diventano più protagoniste, ma sempre mettendo in risalto quei bizzarri eroi della sua epica del disincanto.
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