Terapia di coppia per amanti
Arrivato con “Terapia di coppia per amanti” al decimo romanzo, Diego De Silva, autore napoletano noto al pubblico grazie alla fortunata serie di gialli con protagonista Vincenzo Malinconico, racconta la tragicomica situazione di un lui (di nome Modesto Fracasso) e di una lei (Viviana) invischiati da anni in una relazione clandestina. Grazie ad un linguaggio effervescente, fatto di dialoghi serrati e decisamente realistici, il libro, alternando le voci dei due protagonisti, si pone come una lettura davvero piacevole e divertente, in grado di offrire anche al lettore più annoiato lampi di provocazione. È un’immersione nel mondo dei sentimenti e delle modalità con cui ci complichiamo la vita, cercando di evadere da situazioni quotidiane che acuiscono le nostre ansie, paure o desideri repressi; in realtà la paura più grande che i due protagonisti provano è quella di affidarsi all’amore e dargli mandato di sconvolgere e stravolgere le loro esistenze.
Viviana e Modesto, entrambi sposati e alle prese con un figlio adolescente, si frequentano da tre anni in preda a una focosa passione: il loro status quo di amanti potrebbe, quindi, durare ancora, se non fosse che Viviana è in preda a un forte dilemma interiore: restare amante, alleviando così le infelicità matrimoniali, oppure rompere con la sua vecchia vita per investire in una nuova. Modesto, dal canto suo, essendo moderatamente vigliacco e molto abile nella sua autoassoluzione, aspirerebbe a una vita parallela, piuttosto che a un secondo matrimonio (o convivenza), visto che già il suo non è che gli piaccia granché.
Ogni volta che tocchiamo l’argomento, cioè il futuro (perché è quello il problema, infatti ci giriamo intorno), finiamo per litigare e per impantanarci, e lo sai perché? Perché nessuno di noi accetta che l’altro metta bocca in una scelta che non è condivisibile. Io non posso chiederti di lasciare tuo marito e tu non puoi chiedermi di lasciare mia moglie, perché sarebbe la domanda più sbagliata che potremmo farci. È una decisione che spetta separatamente a ognuno di noi, e non è vero che si decide insieme, al massimo ci s’incontra.
Gli incontri furtivi tra loro assumono i contorni di battaglie verbali nelle quali Viviana cerca una soluzione: stare insieme alla luce del sole, oppure lasciarsi definitivamente. È proprio in questo dilemma che l’innamorata e cervellotica Viviana, su consiglio della sua amica Neilde, trascina, suo malgrado, Modesto da un’analista, proponendogli la classica terapia di coppia. Lo psicologo, il dottore Malavolta, è piuttosto sconvolto, perché, per la prima volta nella sua lunga carriera, si trova alle prese con una coppia che cerca di stare insieme ad ogni costo, in nome di una certa forma di amore, anche se non è legata dal matrimonio o dai figli. Il lettore accompagnerà il dottore e la coppia in questo percorso di analisi, dove si infrangono tabù ed etichette:
E sai che ti dico? Hai ragione. Abbiamo paura. Io, almeno, ho paura. Sì, ho paura, e ho mille ragioni per averne. E mi sono anche stancato di non difendere la paura da tutti gli attacchi che riceve quotidianamente dal primo deficiente che si alza in piedi e si sente in diritto di rovinarle la reputazione. Ma me lo spiegate per quale ragione uno che prova il sentimento della paura dovrebbe sentirsi in colpa? È forse un dovere avere coraggio? Quelli che stanno sempre a puntare il dito contro le persone impaurite dalla vita e dalle scelte, sono tutti cuor di leone? Tutti protagonisti delle loro storie, tutti giocatori d’azzardo che hanno rischiato e vinto?
La domanda finale sporge spontanea: ce la faranno Viviana e Modesto a restare amanti?
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 25 gennaio 2016
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Arrivato con “Terapia di coppia per amanti” al decimo romanzo, Diego De Silva, autore napoletano noto al pubblico grazie alla fortunata serie di gialli con protagonista Vincenzo Malinconico, racconta la tragicomica situazione di un lui (di nome Modesto Fracasso) e di una lei (Viviana) invischiati da anni in una relazione clandestina. Grazie ad un linguaggio effervescente, fatto di dialoghi serrati e decisamente realistici, il libro, alternando le voci dei due protagonisti, si pone come una lettura davvero piacevole e divertente, in grado di offrire anche al lettore più annoiato lampi di provocazione. È un’immersione nel mondo dei sentimenti e delle modalità con cui ci complichiamo la vita, cercando di evadere da situazioni quotidiane che acuiscono le nostre ansie, paure o desideri repressi; in realtà la paura più grande che i due protagonisti provano è quella di affidarsi all’amore e dargli mandato di sconvolgere e stravolgere le loro esistenze.
Viviana e Modesto, entrambi sposati e alle prese con un figlio adolescente, si frequentano da tre anni in preda a una focosa passione: il loro status quo di amanti potrebbe, quindi, durare ancora, se non fosse che Viviana è in preda a un forte dilemma interiore: restare amante, alleviando così le infelicità matrimoniali, oppure rompere con la sua vecchia vita per investire in una nuova. Modesto, dal canto suo, essendo moderatamente vigliacco e molto abile nella sua autoassoluzione, aspirerebbe a una vita parallela, piuttosto che a un secondo matrimonio (o convivenza), visto che già il suo non è che gli piaccia granché.
Ogni volta che tocchiamo l’argomento, cioè il futuro (perché è quello il problema, infatti ci giriamo intorno), finiamo per litigare e per impantanarci, e lo sai perché? Perché nessuno di noi accetta che l’altro metta bocca in una scelta che non è condivisibile. Io non posso chiederti di lasciare tuo marito e tu non puoi chiedermi di lasciare mia moglie, perché sarebbe la domanda più sbagliata che potremmo farci. È una decisione che spetta separatamente a ognuno di noi, e non è vero che si decide insieme, al massimo ci s’incontra.
Gli incontri furtivi tra loro assumono i contorni di battaglie verbali nelle quali Viviana cerca una soluzione: stare insieme alla luce del sole, oppure lasciarsi definitivamente. È proprio in questo dilemma che l’innamorata e cervellotica Viviana, su consiglio della sua amica Neilde, trascina, suo malgrado, Modesto da un’analista, proponendogli la classica terapia di coppia. Lo psicologo, il dottore Malavolta, è piuttosto sconvolto, perché, per la prima volta nella sua lunga carriera, si trova alle prese con una coppia che cerca di stare insieme ad ogni costo, in nome di una certa forma di amore, anche se non è legata dal matrimonio o dai figli. Il lettore accompagnerà il dottore e la coppia in questo percorso di analisi, dove si infrangono tabù ed etichette:
E sai che ti dico? Hai ragione. Abbiamo paura. Io, almeno, ho paura. Sì, ho paura, e ho mille ragioni per averne. E mi sono anche stancato di non difendere la paura da tutti gli attacchi che riceve quotidianamente dal primo deficiente che si alza in piedi e si sente in diritto di rovinarle la reputazione. Ma me lo spiegate per quale ragione uno che prova il sentimento della paura dovrebbe sentirsi in colpa? È forse un dovere avere coraggio? Quelli che stanno sempre a puntare il dito contro le persone impaurite dalla vita e dalle scelte, sono tutti cuor di leone? Tutti protagonisti delle loro storie, tutti giocatori d’azzardo che hanno rischiato e vinto?
La domanda finale sporge spontanea: ce la faranno Viviana e Modesto a restare amanti?
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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