Biblioteca San Giorgio, Pistoia

Anche chi non ami particolarmente la scrittura di Luca Doninelli non può non riconoscergli quella che per uno scrittore è una dote rara e preziosa: la volontà di cercare sempre l'anima invisibile delle cose e spesso di riuscire almeno a intuirla. Questa capacità, quasi rabdomantica, dà vita qui a un lungo straniamento, da "straniero", di fronte a una puntata del Maurizio Costanzo Show, seguito per una sera, in poltrona accanto al vecchio padre vedovo. Sembra un duello passivo, una resa dei conti senza azione: l'umanesimo acuto e malinconico dell'uomo tradizionale davanti all'antiumanesimo vincente dell'uomo televisivo e alla terribile capacità di azzeramento e contagio dei suoi modelli e dei suoi linguaggi.

Come estrema arma di resistenza a questa lenta erosione dell'umanità, Doninelli aggiunge un sesto senso indomabile - la "visione sospettosa" - ai cinque già soggiogati dai manipolatori della società dello spettacolo, perché "i nostri occhi immaginano, ma solo il sospetto vede, perché fino al momento in cui non si vede quello che sta sotto sotto siamo come ciechi".

Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)