Swap!
Shopping o swapping? Non si tratta di un gioco di parole, ma di una vera e propria scelta tra due diversi modi di vivere il rapporto con gli oggetti che fanno parte della nostra vita. Da una parte, c'è lo shopping, che ci induce a spendere soldi anche quando non abbiamo davvero bisogno di fare acquisti. Ed è così che ci ritroviamo gli armadi pieni di vestiti mai indossati e sgabuzzini traboccanti di oggetti che abbiamo amato per un giorno solo, ma che abbiamo subito messo da parte, finendo col dimenticarsene del tutto. Fare shopping fa bene all'economia, si sente dire: ha l'effetto di "far girare" il denaro, mettendo in circolo ricchezza e benessere. Ma sarà proprio così? L'eroina dell'acquisto sfrenato per eccellenza, almeno in letteratura, è Becky Bloomwood, protagonista dell'esilarante saga "I love shopping" firmata da Sophie Kinsella (vedi): niente e nessuno può fermarla di fronte ad una vetrina ricca di merci. Solo che Becky è una "donna di carta", non una donna vera, e anche nel romanzo che la vede protagonista scopriamo che non se la passa affatto male, economicamente, specie grazie all'aiuto del marito benestante. E noi esseri umani normali, alle prese con la crisi economica e i soldi che sono sempre troppo pochi rispetto ai desideri? Possiamo soffrire in silenzio, fissando le merci luccicanti nelle vetrine, oppure possiamo passare dall'altra parte: quella dello swapping. Intanto, già che ci siamo, dopo essere passati dall'altra parte della barricata, possiamo decidere di parlare in italiano, e chiamare lo swapping con il più familiare nome di "baratto". Io ho una bella borsa che ti piace, tu un maglione che non hai mai messo ed è della mia taglia: ci scambiamo gli oggetti e rinnoviamo il nostro guardaroba senza mettere mano al portafoglio.
Semplice, no? In effetti quella del baratto è una tradizione antichissima, che ha dominato l'economia delle famiglie e delle piccole comunità fino all'entrata in uso della moneta. Ma anche nelle epoche più vicine a noi nelle società contadine si è continuato a gestire alcuni scambi commerciali con il baratto: uova in cambio di frutta, un pezzo di formaggio in cambio di qualche forma di pane. Oggi il baratto è tornato di moda: ed è curioso che a lanciare questo nuovo trend siano state le star del jet set, come Victoria Beckham, che non pare abbia problemi di contanti, ma che comunque non disdegna scambiare oggetti e capi d'abbigliamento con le amiche. Dietro questa nuova tendenza c'è non soltanto una attenzione più alta verso l'uso consapevole del denaro, ma anche il gusto etico di non sprecare e di valorizzare ciò che possediamo offrendo loro l'opportunità di un nuovo destino, in una casa diversa e in compagnia di persone diverse. Il ciclo di vita degli oggetti si allunga, si riscopre il loro valore affettivo, oltre che economico, e soprattutto si protegge l'ambiente naturale, riducendo la quantità di rifiuti. Ma ciò che conta più di tutto è l'ampliamento della rete di conoscenze e amicizie che la pratica del baratto può regalare alle persone che sono disposte ad aprire i loro armadi agli altri.
Dallo scambio di case per le vacanze al riciclaggio intelligente dei regali non graditi, i due libri offrono al lettore una miriade di buone idee per usare il denaro con intelligenza ed assieme godersi la vita, all'insegna dell'ecologia e della solidarietà umana: via libera, dunque, alla fantasia e alla creatività, senza più bisogno di sentirsi limitati da un portafoglio sempre più leggero.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento venerdì, 27 novembre 2015
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Shopping o swapping? Non si tratta di un gioco di parole, ma di una vera e propria scelta tra due diversi modi di vivere il rapporto con gli oggetti che fanno parte della nostra vita. Da una parte, c'è lo shopping, che ci induce a spendere soldi anche quando non abbiamo davvero bisogno di fare acquisti. Ed è così che ci ritroviamo gli armadi pieni di vestiti mai indossati e sgabuzzini traboccanti di oggetti che abbiamo amato per un giorno solo, ma che abbiamo subito messo da parte, finendo col dimenticarsene del tutto. Fare shopping fa bene all'economia, si sente dire: ha l'effetto di "far girare" il denaro, mettendo in circolo ricchezza e benessere. Ma sarà proprio così? L'eroina dell'acquisto sfrenato per eccellenza, almeno in letteratura, è Becky Bloomwood, protagonista dell'esilarante saga "I love shopping" firmata da Sophie Kinsella (vedi): niente e nessuno può fermarla di fronte ad una vetrina ricca di merci. Solo che Becky è una "donna di carta", non una donna vera, e anche nel romanzo che la vede protagonista scopriamo che non se la passa affatto male, economicamente, specie grazie all'aiuto del marito benestante. E noi esseri umani normali, alle prese con la crisi economica e i soldi che sono sempre troppo pochi rispetto ai desideri? Possiamo soffrire in silenzio, fissando le merci luccicanti nelle vetrine, oppure possiamo passare dall'altra parte: quella dello swapping. Intanto, già che ci siamo, dopo essere passati dall'altra parte della barricata, possiamo decidere di parlare in italiano, e chiamare lo swapping con il più familiare nome di "baratto". Io ho una bella borsa che ti piace, tu un maglione che non hai mai messo ed è della mia taglia: ci scambiamo gli oggetti e rinnoviamo il nostro guardaroba senza mettere mano al portafoglio.
Semplice, no? In effetti quella del baratto è una tradizione antichissima, che ha dominato l'economia delle famiglie e delle piccole comunità fino all'entrata in uso della moneta. Ma anche nelle epoche più vicine a noi nelle società contadine si è continuato a gestire alcuni scambi commerciali con il baratto: uova in cambio di frutta, un pezzo di formaggio in cambio di qualche forma di pane. Oggi il baratto è tornato di moda: ed è curioso che a lanciare questo nuovo trend siano state le star del jet set, come Victoria Beckham, che non pare abbia problemi di contanti, ma che comunque non disdegna scambiare oggetti e capi d'abbigliamento con le amiche. Dietro questa nuova tendenza c'è non soltanto una attenzione più alta verso l'uso consapevole del denaro, ma anche il gusto etico di non sprecare e di valorizzare ciò che possediamo offrendo loro l'opportunità di un nuovo destino, in una casa diversa e in compagnia di persone diverse. Il ciclo di vita degli oggetti si allunga, si riscopre il loro valore affettivo, oltre che economico, e soprattutto si protegge l'ambiente naturale, riducendo la quantità di rifiuti. Ma ciò che conta più di tutto è l'ampliamento della rete di conoscenze e amicizie che la pratica del baratto può regalare alle persone che sono disposte ad aprire i loro armadi agli altri.
Dallo scambio di case per le vacanze al riciclaggio intelligente dei regali non graditi, i due libri offrono al lettore una miriade di buone idee per usare il denaro con intelligenza ed assieme godersi la vita, all'insegna dell'ecologia e della solidarietà umana: via libera, dunque, alla fantasia e alla creatività, senza più bisogno di sentirsi limitati da un portafoglio sempre più leggero.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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