Storia aperta
Storia aperta è un libro ambizioso, monumentale che interroga il Novecento italiano come nessun altro prima ha fatto e che, nella sua prima parte, inventa una forma tutta sua di romanzo non tanto storico quanto storiografico: un romanzo in cui le fonti non sono solo fonti ma personaggi sul palcoscenico, attori che si contendono la bandiera stracciata delle mille facili verità, fino a farne brandelli, come non può che essere. Nella parabola di Pietro Migliorisi, da giovane fascista a fervente comunista a disincantato borghese a anziano in disfacimento, il libro racconta più di ogni altra cosa non tanto, o almeno non soltanto, un uomo quanto lo sforzo di comprenderlo senza semplificarlo, e con l'uomo un'intera epoca. Impressiona la ricchezza messa in campo da Orecchio a tutti i livelli, da quello della documentazione a quello della lingua, da quello della interpretazione storica a quello delle domande individuali sull'esistenza; un libro con pagine dolorose e indimenticabili, certamente anche faticoso, ma di una fatica che, giunti all'ultima pagina, quando lo stesso Orecchio pone la parola fine "con sollievo", si è grati all'autore (e anche a noi stessi) di aver compiuto fino in fondo.
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Ultimo aggiornamento lunedì, 16 maggio 2022
Storia aperta è un libro ambizioso, monumentale che interroga il Novecento italiano come nessun altro prima ha fatto e che, nella sua prima parte, inventa una forma tutta sua di romanzo non tanto storico quanto storiografico: un romanzo in cui le fonti non sono solo fonti ma personaggi sul palcoscenico, attori che si contendono la bandiera stracciata delle mille facili verità, fino a farne brandelli, come non può che essere. Nella parabola di Pietro Migliorisi, da giovane fascista a fervente comunista a disincantato borghese a anziano in disfacimento, il libro racconta più di ogni altra cosa non tanto, o almeno non soltanto, un uomo quanto lo sforzo di comprenderlo senza semplificarlo, e con l'uomo un'intera epoca. Impressiona la ricchezza messa in campo da Orecchio a tutti i livelli, da quello della documentazione a quello della lingua, da quello della interpretazione storica a quello delle domande individuali sull'esistenza; un libro con pagine dolorose e indimenticabili, certamente anche faticoso, ma di una fatica che, giunti all'ultima pagina, quando lo stesso Orecchio pone la parola fine "con sollievo", si è grati all'autore (e anche a noi stessi) di aver compiuto fino in fondo.
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