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Splendi come vita

 

Il romanzo è un’ideale lunga lettera - pur se composta di pagine di diario, episodi narrati in prima persona, ricordi brucianti, ferite mai rimarginate – scritta dall’autrice cinquantenne, ben nota come poetessa, alla madre adottiva. La vera madre di Maria Grazia si era ribellata a n matrimonio che le era stato imposto e aveva seguito il suo amore a Milano. La storia si trasferisce poco dopo a Roma dove Maria Grazia viene abbandonata su un prato di Villa Borghese dalla madre naturale che si è suicidata gettandosi nel Tevere (come rivela un articolo di giornale nel libro). Maria Grazia viene poi adottata da una famiglia agiata. In lei è viva la paura dell’abbandono e con questa ferita depositata nella sua anima cresce. A soli quattro anni le viene raccontata la verità: Maria Grazia è figlia di una “mamma bruna , biologica e di una madre bionda, elettiva”. Oggi la poetessa rivede la mamma con gli occhi di una donna adulta e matura, con la sua storia fatta di dolori e gioie e tenta, attraverso la scrittura di questo potente e onirico romanzo, una possibile via di riscatto e di risarcimento a un tormento destinato a essere imperituro.

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