Sognando Babilonia
C. Card, lo scalcagnato detective privato protagonista di Sognando Babilonia, è probabilmente il più tenero e poetico dei perdenti della letteratura americana. Il suo problema è una tendenza patologica alla fantasticazione che lo rapisce e che gli fa perdere il contatto con la realtà per immaginare avventure emozionanti e inverosimili di un proprio alter ego nella Babilonia di Nabucodonosor, nel VI secolo a. C., al fianco della bellissima amante Nana-dirat. Nella realtà, rimasto senza ufficio, senza macchina, senza clienti, senza donne, senza un centesimo in tasca, pieno di debiti con chiunque conosca e vittima di un complesso di Edipo grande quanto la Statua della Libertà, viene convocato da un misterioso cliente per un incarico che potrebbe rappresentare l’ultima occasione della vita per rilanciarsi. Metà giornata (e metà romanzo) la passa nel tentativo di racimolare qualche pallottola, visto che ha finito anche quelle. La seconda parte della giornata (e del romanzo) è un velocissimo susseguirsi di incontri, eventi più o meno surreali, equivoci, avventure, e naturalmente infinite fantasticherie, che precipitano verso l’epilogo finale.
Il tema dell’evasione dalla routine quotidiana dentro una dimensione completamente onirica era già stato diversi anni prima al centro del popolarissimo "La vita segreta di Walter Mitty" di Jamers Thurber (giunto fino a noi anche in diverse versioni o mascheramenti cinematografici più o meno fedeli, compresi il Paolo Villaggio di "Sogni mostruosamente proibiti" e il più recente "I sogni segreti di Walter Mitty" di Ben Stiller) e in anni più vicini, in chiave però niente affatto pacificata dall’umorismo e dalla tenerezza, dal densissimo e drammatico The Universal Baseball Association di Robert Coover (pubblicato in Italia da Fanucci come "Il gioco di Henry"). Brautigan, fedele ai suoi principi, si inserisce nel solco tracciato dal primo dei due, che fu certamente sua fonte di ispirazione: basti vedere il parallelismo per quanto riguarda il rapporto del protagonista con la madre, le rispettive vicende dei cadaveri scomparsi e lo sdoppiamento nella realtà della figura della donna dei sogni, come da protocollo bellissima, affascinante e bionda.
"Sognando Babilonia" è però soprattutto una scanzonata e divertentissima parodia dell’hard boiled tradizionale che si aggiunge, accentuandone la radicalità e la spensieratezza, a una lunga tradizione di riscrittura ironica del romanzo poliziesco Ed è, a suo modo, un omaggio continuo ed esplicito alla letteratura e al cinema di genere avventuroso e fantastico, e soprattutto – nella connotazione stilizzata dei personaggi e nella forma narrativa, che nel suo procedere velocissima per brevi capitoli di tre o quattro pagine (ma spesso anche meno) ricalca la forma della striscia – al fumetto, da Dick Tracy in poi.
Settimo (e penultimo) dei romanzi pubblicati in vita da Brautigan, Sognando Babilonia uscì nel 1977, quando la popolarità dell’autore, spremuta all’inverosimile dopo il successo di Pesca alla trota in America, aveva ormai imboccato la strada del declino. L’accoglienza che ricevette sancì definitivamente l’incomprensione totale che la maggior parte della critica letteraria americana manifestava ormai da anni nei confronti di Brautigan, sbeffeggiandolo e apostrofandolo nella migliore delle ipotesi come scrittore naïf e infantile. Se amara fu la conclusione della vicenda umana di Brautigan, con il suicidio compiuto a Bolinas pochi anni dopo, dolcissima è invece la giustizia postuma, visto il rinfocolarsi a partire dagli anni Novanta di una seria attenzione critica nei suoi confronti e il risveglio di una venerazione diffusa che proprio non vuol saperne di estinguersi. A conferma di questo culto inestinguibile, l'editore Minimum Fax ha riportato in libreria proprio in questi giorni la traduzione di "Sognando Babilonia" fatta da Pietro Grossi per Marcos Y Marcos ormai oltre quindici anni fa, dondando nuova vita a un libro da tempo scomparso dagli scaffali.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 3 settembre 2018
C. Card, lo scalcagnato detective privato protagonista di Sognando Babilonia, è probabilmente il più tenero e poetico dei perdenti della letteratura americana. Il suo problema è una tendenza patologica alla fantasticazione che lo rapisce e che gli fa perdere il contatto con la realtà per immaginare avventure emozionanti e inverosimili di un proprio alter ego nella Babilonia di Nabucodonosor, nel VI secolo a. C., al fianco della bellissima amante Nana-dirat. Nella realtà, rimasto senza ufficio, senza macchina, senza clienti, senza donne, senza un centesimo in tasca, pieno di debiti con chiunque conosca e vittima di un complesso di Edipo grande quanto la Statua della Libertà, viene convocato da un misterioso cliente per un incarico che potrebbe rappresentare l’ultima occasione della vita per rilanciarsi. Metà giornata (e metà romanzo) la passa nel tentativo di racimolare qualche pallottola, visto che ha finito anche quelle. La seconda parte della giornata (e del romanzo) è un velocissimo susseguirsi di incontri, eventi più o meno surreali, equivoci, avventure, e naturalmente infinite fantasticherie, che precipitano verso l’epilogo finale.
Il tema dell’evasione dalla routine quotidiana dentro una dimensione completamente onirica era già stato diversi anni prima al centro del popolarissimo "La vita segreta di Walter Mitty" di Jamers Thurber (giunto fino a noi anche in diverse versioni o mascheramenti cinematografici più o meno fedeli, compresi il Paolo Villaggio di "Sogni mostruosamente proibiti" e il più recente "I sogni segreti di Walter Mitty" di Ben Stiller) e in anni più vicini, in chiave però niente affatto pacificata dall’umorismo e dalla tenerezza, dal densissimo e drammatico The Universal Baseball Association di Robert Coover (pubblicato in Italia da Fanucci come "Il gioco di Henry"). Brautigan, fedele ai suoi principi, si inserisce nel solco tracciato dal primo dei due, che fu certamente sua fonte di ispirazione: basti vedere il parallelismo per quanto riguarda il rapporto del protagonista con la madre, le rispettive vicende dei cadaveri scomparsi e lo sdoppiamento nella realtà della figura della donna dei sogni, come da protocollo bellissima, affascinante e bionda.
"Sognando Babilonia" è però soprattutto una scanzonata e divertentissima parodia dell’hard boiled tradizionale che si aggiunge, accentuandone la radicalità e la spensieratezza, a una lunga tradizione di riscrittura ironica del romanzo poliziesco Ed è, a suo modo, un omaggio continuo ed esplicito alla letteratura e al cinema di genere avventuroso e fantastico, e soprattutto – nella connotazione stilizzata dei personaggi e nella forma narrativa, che nel suo procedere velocissima per brevi capitoli di tre o quattro pagine (ma spesso anche meno) ricalca la forma della striscia – al fumetto, da Dick Tracy in poi.
Settimo (e penultimo) dei romanzi pubblicati in vita da Brautigan, Sognando Babilonia uscì nel 1977, quando la popolarità dell’autore, spremuta all’inverosimile dopo il successo di Pesca alla trota in America, aveva ormai imboccato la strada del declino. L’accoglienza che ricevette sancì definitivamente l’incomprensione totale che la maggior parte della critica letteraria americana manifestava ormai da anni nei confronti di Brautigan, sbeffeggiandolo e apostrofandolo nella migliore delle ipotesi come scrittore naïf e infantile. Se amara fu la conclusione della vicenda umana di Brautigan, con il suicidio compiuto a Bolinas pochi anni dopo, dolcissima è invece la giustizia postuma, visto il rinfocolarsi a partire dagli anni Novanta di una seria attenzione critica nei suoi confronti e il risveglio di una venerazione diffusa che proprio non vuol saperne di estinguersi. A conferma di questo culto inestinguibile, l'editore Minimum Fax ha riportato in libreria proprio in questi giorni la traduzione di "Sognando Babilonia" fatta da Pietro Grossi per Marcos Y Marcos ormai oltre quindici anni fa, dondando nuova vita a un libro da tempo scomparso dagli scaffali.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 3 settembre 2018