Se vuoi scappare, scappa!
Credo che tutta questa cosa di andarmene di casa sia iniziata in pista, durante uno dei miei ultimi allenamenti, l'estate scorsa. Faccio karting da un paio d'anni. Non so perché mi è venuta questa idea, questa passione. Come nascono le passioni? Che ne so, magari uno comincia a dare i calci a una palla, da piccolo, e poi sogna di fare il calciatore; un altro piglia la chitarra del fratello e strimpella qualcosa e poi finisce a comporre canzoni; un altro ancora disegna o scrive racconti. […] È da quel momento che ho cominciato a pensare che un giorno avrei potuto prendere su e andarmene. Andarmene davvero. Non pensavo che l'avrei fatto tanto presto, ecco, ma le cose non accadono proprio quando meno te le aspetti, accadono quando non ci pensi più, quando sei convinto che non fanno per te, quando dici:
<<Io? Figurati se io...>>.
Stai tranquillo, respira. Quello era un vigile, accidenti a lui. Lo guardo nello specchietto retrovisore, che diventa piccolo, lontano. Non si è neanche girato a guardarmi, meno male. Se solo sapesse... La mia fortuna è che non dimostro gli anni che ho. Visto così, da fuori, potrei sembrare uno di diciassette, diciotto anni. E poi ho pensato anche a questo, mi sono portato un cappello, un vecchio cappello di paglia che Sergio usa quando taglia l'erba in giardino, d'estate. Sono un po' ridicolo, a guardarmi, ma fa niente: il cappello mi dà un'aria più adulta e mi copre la faccia, che non guasta.
L'ho soprannominato il capello da difesa.
(Antonio Ferrara, Guido Sgardoli, Nemmeno un giorno)
Può un ragazzino di tredici anni mettersi alla guida di un'Audi e partire, percorrere chilometri e chilometri di strade secondarie e di autostrade, viaggiando una notte intera, fino alle prime luci del mattino? Leon lo fa, un pomeriggio prepara uno zaino, prende un cappello, si mette alla guida dell'auto di suo padre e parte. Il padre in questione non è quello naturale, bensì quello adottivo e il motivo della fuga sta qui, nella difficoltà di Leon ad adattarsi alla nuova famiglia e alla nuova situazione, con la nostalgia per la vita che ha dovuto lasciare. Non che Sergio e Anna, i genitori adottivi, gli abbiano dato modo di sentirsi non amato o fuori posto, anzi. Ma Leon ha deciso di raggiungere la sorella Ewa, che vive in un istituto, e di scappare insieme a lei, magari di ritornare alla loro casa, dove ormai non c'è più nessuno, né la mamma, deceduta, né il padre, ritenuto dai servizi sociali incapace di badare ai figli.
E così Leon mette in moto e grazie alla pratica derivatagli dal go-kart, alla conoscenza delle regole fondamentali di guida e ad una buona dose di fortuna, riesce a percorrere un bel po' di strada, senza incidenti e senza essere fermato. Le ore trascorse al volante passano rapidamente, scandite dalla musica che esce dallo stereo, dove Sergio ha lasciato inserito un cd con le sue canzoni preferite... canzoni “da vecchi”, pensa Leon, pezzi storici rock dai Led Zeppelin ai Pink Floyd ai Genesis, che però, chilometro dopo chilometro, iniziano a piacere anche al guidatore tredicenne, che nelle parole di alcune di esse ritrova tracce del proprio passato e una sintonia con i sentimenti che sta provando. La compagnia di un cane randagio e un cappello di paglia calato sugli occhi, lo fanno sentire al sicuro e non si accorge dello sguardo sospettoso di chi lo vede scendere da quell'auto, pensando che quel ragazzino somiglia tanto al figlio di Sergio.
Tra colpi di sonno, caffè, innamoramenti lampo per ragazze a bordo di auto che gli passano accanto, Leon avrà modo di ricordare i momenti belli e brutti trascorsi con la sua famiglia, di ripensare a Sergio e ad Anna e pian piano, complici le canzoni che fanno da colonna sonora al suo andare, la nuova vita non gli appare più tanto male e inizia a chiedersi se non sia il caso di tornare indietro.
Perché forse non è necessario scappare, forse basta chiedere a Sergio di accompagnarlo da Ewa e allora la fuga potrebbe diventare un viaggio, alla fine del quale fare ritorno.
L'autore: Antonio Ferrara
Nato a Portici, in provincia di Napoli, nel 1957, vive a Novara con la famiglia. Dopo aver compiuto studi artistici, ha lavorato in una comunità alloggio per minori. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa presso biblioteche, scuole e librerie; i suoi romanzi affrontano le tematiche tipiche del mondo degli adolescenti e ne hanno fatto un autore emergente nel panorama della narrativa per giovani lettori.
Di lui puoi leggere
Nemmeno un giorno, Il Castoro, 2014
Scritto da Antonio Ferrara insieme a Guido Sgardoli, il romanzo narra la fuga di Leon, tredicenne straniero adottato da una coppia italiana, per raggiungere la sorella e ritornare a vivere nella casa dov'è nato. Leon è alla guida dell'auto del padre adottivo, ovviamente senza patente, con una cartina stradale in mano e un cane randagio come compagno di un viaggio che si concluderà diversamente, ma forse in maniera migliore, da come il ragazzo aveva previsto.
Ero cattivo, San Paolo, 2012
Angelo, dodicenne difficile e scontroso, è da sempre considerato “cattivo”. Compie bravate e scherzi pesanti senza rimorso, nascondendosi dietro l'etichietta che ormai tutti, in famiglia, a scuola, tra gli amici, gli hanno cucito addosso. Le cose cambiano quando la conseguenza delle sue azioni sarà tragica e Angelo verrà mandato a trascorrere un periodo in una comunità di recupero. Qui, invece che essere trattato con durezza, troverà un clima accogliente e un educatore dai metodi alternativi che lo aiuterà a conquistare la giusta dimensione per vivere bene con se stesso e con gli altri, riscattandosi da un passato di violenza e di continue punizioni.
Il romanzo è stato vincitore del Premio Andersen 2012.
Il segreto di Ciro, Il Castoro, 2012
La storia di Ciro e di Ferdinando, due fratelli, l'uno l'opposto dell'altro. Ciro è bruttino, sta sempre in disparte a disegnare sui suoi quaderni. Ferdinando è affascinante e solare e ha un gran successo con le ragazze. Ferdinando conquista Lia con il suo parlare e i suoi baci, ma anche Ciro è innamorato di lei e quando la ragazza lascia Napoli per andare a vivere a Torino, Ciro escogita un trucco per restare in contatto con lei e intrecciare una relazione a distanza, all'insaputa del fratello. Tutto fila liscio fino a quando il segreto di Ciro viene scoperto...
Certi fiori stanno all’ombra, EL, 2012
I fiori sono come le persone, ognuno diverso dall'altro, ognuno necessita di una diversa quantità d'acqua e di cure per crescere bene. Così Moreno e Rosario, coetanei, sono profondamente diversi l'uno dall'altro, il primo è amante della natura e della solitudine, il secondo è l'idolo di tutte le compagne di scuola di Clara, che si sente attratta da entrambi e non sa scegliere.
Batti il muro, Rizzoli, 2011
Caterina vive con la mamma, il babbo e la sorella Sofia. La strada che percorre per andare a scuola passa vicino alla biblioteca e ad un manicomio. I libri e la pazzia sono ingredienti presenti nella vita di Caterina, che la madre, senza un motivo, chiude ogni giorno in un armadio, per ore. Lì dentro, lei imparerà ad allontanare la paura leggendo libri su libri, alla luce di una torcia. Gli anni passeranno, Caternia diventerà adulta e mamma a sua volta, senza dimenticare il suo passato troverà un equilibrio e una felicità inaspettati.
Pane arabo e parole, Falzea, 2010
Nadir è un bambino marocchino che sa quanto sia importante conoscere la lingua del paese che lo ospita per poter esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni. Nella vita di tutti i giorni, in famiglia e a scuola, con l'innocenza e l'ironia tipiche dei più piccoli, Nadir apprende il significato di parole belle come “solidarietà” e brutte come “attentati”, tutte ugualmente importanti e indispensabili per potere vivere.
Anguilla, Salani, 2005
Anguilla è un giovane egiziano recluso in un carcere italiano. Il suo corpo è così sottile che una volta gli ha permesso di evadere, ma adesso Anguilla si è rassegnato alla vita dietro le sbarre e cerca di utilizzare al meglio quel tempo lontano dal resto del mondo. Così Anguilla pensa e viaggia con la mente tra i ricordi della propria terra e della propria famiglia. Perché, se non si è liberi con il corpo, si può esserlo con il pensiero.
I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac, 2004
Miguel ha dieci anni, non ha più i genitori e vive insieme ai nonni. Quasi del tutto sordo, fa della sua diversità il proprio punto di forza: ogni suono e ogni parola che il suo orecchio riesce a catturare, diventano gli ingredienti di storie nelle quali trovano posto non solo l'entusiasmo dei suoi dieci anni, ma anche il dolore e la tristezza per la propria condizione e per la perdita dei migliori amici, che hanno cambiato città.
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Ultimo aggiornamento lunedì, 4 maggio 2015
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Credo che tutta questa cosa di andarmene di casa sia iniziata in pista, durante uno dei miei ultimi allenamenti, l'estate scorsa. Faccio karting da un paio d'anni. Non so perché mi è venuta questa idea, questa passione. Come nascono le passioni? Che ne so, magari uno comincia a dare i calci a una palla, da piccolo, e poi sogna di fare il calciatore; un altro piglia la chitarra del fratello e strimpella qualcosa e poi finisce a comporre canzoni; un altro ancora disegna o scrive racconti. […] È da quel momento che ho cominciato a pensare che un giorno avrei potuto prendere su e andarmene. Andarmene davvero. Non pensavo che l'avrei fatto tanto presto, ecco, ma le cose non accadono proprio quando meno te le aspetti, accadono quando non ci pensi più, quando sei convinto che non fanno per te, quando dici:
<<Io? Figurati se io...>>.
Stai tranquillo, respira. Quello era un vigile, accidenti a lui. Lo guardo nello specchietto retrovisore, che diventa piccolo, lontano. Non si è neanche girato a guardarmi, meno male. Se solo sapesse... La mia fortuna è che non dimostro gli anni che ho. Visto così, da fuori, potrei sembrare uno di diciassette, diciotto anni. E poi ho pensato anche a questo, mi sono portato un cappello, un vecchio cappello di paglia che Sergio usa quando taglia l'erba in giardino, d'estate. Sono un po' ridicolo, a guardarmi, ma fa niente: il cappello mi dà un'aria più adulta e mi copre la faccia, che non guasta.
L'ho soprannominato il capello da difesa.
(Antonio Ferrara, Guido Sgardoli, Nemmeno un giorno)
Può un ragazzino di tredici anni mettersi alla guida di un'Audi e partire, percorrere chilometri e chilometri di strade secondarie e di autostrade, viaggiando una notte intera, fino alle prime luci del mattino? Leon lo fa, un pomeriggio prepara uno zaino, prende un cappello, si mette alla guida dell'auto di suo padre e parte. Il padre in questione non è quello naturale, bensì quello adottivo e il motivo della fuga sta qui, nella difficoltà di Leon ad adattarsi alla nuova famiglia e alla nuova situazione, con la nostalgia per la vita che ha dovuto lasciare. Non che Sergio e Anna, i genitori adottivi, gli abbiano dato modo di sentirsi non amato o fuori posto, anzi. Ma Leon ha deciso di raggiungere la sorella Ewa, che vive in un istituto, e di scappare insieme a lei, magari di ritornare alla loro casa, dove ormai non c'è più nessuno, né la mamma, deceduta, né il padre, ritenuto dai servizi sociali incapace di badare ai figli.
E così Leon mette in moto e grazie alla pratica derivatagli dal go-kart, alla conoscenza delle regole fondamentali di guida e ad una buona dose di fortuna, riesce a percorrere un bel po' di strada, senza incidenti e senza essere fermato. Le ore trascorse al volante passano rapidamente, scandite dalla musica che esce dallo stereo, dove Sergio ha lasciato inserito un cd con le sue canzoni preferite... canzoni “da vecchi”, pensa Leon, pezzi storici rock dai Led Zeppelin ai Pink Floyd ai Genesis, che però, chilometro dopo chilometro, iniziano a piacere anche al guidatore tredicenne, che nelle parole di alcune di esse ritrova tracce del proprio passato e una sintonia con i sentimenti che sta provando. La compagnia di un cane randagio e un cappello di paglia calato sugli occhi, lo fanno sentire al sicuro e non si accorge dello sguardo sospettoso di chi lo vede scendere da quell'auto, pensando che quel ragazzino somiglia tanto al figlio di Sergio.
Tra colpi di sonno, caffè, innamoramenti lampo per ragazze a bordo di auto che gli passano accanto, Leon avrà modo di ricordare i momenti belli e brutti trascorsi con la sua famiglia, di ripensare a Sergio e ad Anna e pian piano, complici le canzoni che fanno da colonna sonora al suo andare, la nuova vita non gli appare più tanto male e inizia a chiedersi se non sia il caso di tornare indietro.
Perché forse non è necessario scappare, forse basta chiedere a Sergio di accompagnarlo da Ewa e allora la fuga potrebbe diventare un viaggio, alla fine del quale fare ritorno.
L'autore: Antonio Ferrara
Nato a Portici, in provincia di Napoli, nel 1957, vive a Novara con la famiglia. Dopo aver compiuto studi artistici, ha lavorato in una comunità alloggio per minori. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa presso biblioteche, scuole e librerie; i suoi romanzi affrontano le tematiche tipiche del mondo degli adolescenti e ne hanno fatto un autore emergente nel panorama della narrativa per giovani lettori.
Di lui puoi leggere
Nemmeno un giorno, Il Castoro, 2014
Scritto da Antonio Ferrara insieme a Guido Sgardoli, il romanzo narra la fuga di Leon, tredicenne straniero adottato da una coppia italiana, per raggiungere la sorella e ritornare a vivere nella casa dov'è nato. Leon è alla guida dell'auto del padre adottivo, ovviamente senza patente, con una cartina stradale in mano e un cane randagio come compagno di un viaggio che si concluderà diversamente, ma forse in maniera migliore, da come il ragazzo aveva previsto.
Ero cattivo, San Paolo, 2012
Angelo, dodicenne difficile e scontroso, è da sempre considerato “cattivo”. Compie bravate e scherzi pesanti senza rimorso, nascondendosi dietro l'etichietta che ormai tutti, in famiglia, a scuola, tra gli amici, gli hanno cucito addosso. Le cose cambiano quando la conseguenza delle sue azioni sarà tragica e Angelo verrà mandato a trascorrere un periodo in una comunità di recupero. Qui, invece che essere trattato con durezza, troverà un clima accogliente e un educatore dai metodi alternativi che lo aiuterà a conquistare la giusta dimensione per vivere bene con se stesso e con gli altri, riscattandosi da un passato di violenza e di continue punizioni.
Il romanzo è stato vincitore del Premio Andersen 2012.
Il segreto di Ciro, Il Castoro, 2012
La storia di Ciro e di Ferdinando, due fratelli, l'uno l'opposto dell'altro. Ciro è bruttino, sta sempre in disparte a disegnare sui suoi quaderni. Ferdinando è affascinante e solare e ha un gran successo con le ragazze. Ferdinando conquista Lia con il suo parlare e i suoi baci, ma anche Ciro è innamorato di lei e quando la ragazza lascia Napoli per andare a vivere a Torino, Ciro escogita un trucco per restare in contatto con lei e intrecciare una relazione a distanza, all'insaputa del fratello. Tutto fila liscio fino a quando il segreto di Ciro viene scoperto...
Certi fiori stanno all’ombra, EL, 2012
I fiori sono come le persone, ognuno diverso dall'altro, ognuno necessita di una diversa quantità d'acqua e di cure per crescere bene. Così Moreno e Rosario, coetanei, sono profondamente diversi l'uno dall'altro, il primo è amante della natura e della solitudine, il secondo è l'idolo di tutte le compagne di scuola di Clara, che si sente attratta da entrambi e non sa scegliere.
Batti il muro, Rizzoli, 2011
Caterina vive con la mamma, il babbo e la sorella Sofia. La strada che percorre per andare a scuola passa vicino alla biblioteca e ad un manicomio. I libri e la pazzia sono ingredienti presenti nella vita di Caterina, che la madre, senza un motivo, chiude ogni giorno in un armadio, per ore. Lì dentro, lei imparerà ad allontanare la paura leggendo libri su libri, alla luce di una torcia. Gli anni passeranno, Caternia diventerà adulta e mamma a sua volta, senza dimenticare il suo passato troverà un equilibrio e una felicità inaspettati.
Pane arabo e parole, Falzea, 2010
Nadir è un bambino marocchino che sa quanto sia importante conoscere la lingua del paese che lo ospita per poter esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni. Nella vita di tutti i giorni, in famiglia e a scuola, con l'innocenza e l'ironia tipiche dei più piccoli, Nadir apprende il significato di parole belle come “solidarietà” e brutte come “attentati”, tutte ugualmente importanti e indispensabili per potere vivere.
Anguilla, Salani, 2005
Anguilla è un giovane egiziano recluso in un carcere italiano. Il suo corpo è così sottile che una volta gli ha permesso di evadere, ma adesso Anguilla si è rassegnato alla vita dietro le sbarre e cerca di utilizzare al meglio quel tempo lontano dal resto del mondo. Così Anguilla pensa e viaggia con la mente tra i ricordi della propria terra e della propria famiglia. Perché, se non si è liberi con il corpo, si può esserlo con il pensiero.
I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac, 2004
Miguel ha dieci anni, non ha più i genitori e vive insieme ai nonni. Quasi del tutto sordo, fa della sua diversità il proprio punto di forza: ogni suono e ogni parola che il suo orecchio riesce a catturare, diventano gli ingredienti di storie nelle quali trovano posto non solo l'entusiasmo dei suoi dieci anni, ma anche il dolore e la tristezza per la propria condizione e per la perdita dei migliori amici, che hanno cambiato città.
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