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Resti

 

In un paesino della campagna umbra tre giovani ragazzi, Massimo, Leo e Alceste crescono insieme tra passeggiate in bicicletta e bagni nel torrente: hanno idee e caratteri diversi, provengono da famiglie che hanno situazioni economiche ben differenti, eppure qualcosa li lega. La narrazione divisa in quattro macro-sezioni racconta il grigiore delle loro vite di provincia: Massimo non ha voglia di seguire le orme del padre contadino e preferisce di gran lunga le scorribande notturne nei bar, Leo è costretto dal padre a divenire meccanico e ad abbandonare Perugia, trasformando la sua insicurezza in rabbia e frustrazione e infine Alcesti, l’unico personaggio genuino che sembra quasi voler vivere ancorato alle proprie radici. Lo sfondo da cartolina della campagna umbra con le sue strade, i verdi campi coltivati e i centri storici arroccati si fa materia, fino a fondersi con la narrazione del testo. Di tutto ciò rimangono però, come scrive lucidamente Agostinelli, solo dei resti: brandelli di vita appesi a rapporti affettivi a cui non si è voluto dare consistenza, lavori sfumati per l’incuria e l’incapacità di sostenere – anche da adulti – il peso dei valori del passato.

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