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Piccola osteria senza parole

 

Nell’osteria al confine tra Veneto e Friuli vivono uomini sghangherati e taciturni, bestemmiatori feroci, razzisti, ma solo in superficie. Al bar Punto Gilda a Scovazze la tivù è costantemente sintonizzata sul Mondiale di calcio USA ’94 e mentre un venerdì 17 si sta giocando Germania – Bolivia, nell’osteria entra uno straniero, “un teròne”, Salvatore Maria Tempesta che ha avuto un piccolo incidente con la sua vecchia Ritmo. La comunità di Scovazze è chiusa in se stessa: i fratelli Sòrgon giocano a carte e bestemmiano davanti alla televisione, Bepi Basso mangia un piedone, Borìn gioca alle slot machine e solo l’Avvocato rivolge la parola al teròne. Ma Salvatore Maria Tempesta non vuole andar via dal paese, perché è proprio a Scovazze che voleva arrivare. Piccola osteria senza parole è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, un’epopea del Nordest, ricca di personaggi pronti a entrare nella leggenda.

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