Piccola enciclopedia delle ossessioni
In collaborazione con il Premio Letterario Internazionale Ceppo Pistoia, pubblichiamo le motivazioni dei libri vincitori dell'edizione 2016.
Francesco Recami vince il 60 Premio Selezione Ceppo 2016 con Piccola enciclopedia delle ossessioni per la notevole qualità della sua lingua narrativa, chiamata a raffigurare le molte deviazioni che caratterizzano la diffusa psicopatologia delle nostre vite quotidiane e posta al servizio di una liberissima varietà di situazioni tematiche. Tic, ossessioni, fissazioni, deviazioni affettive e comportamentali vi sono rappresentate con una verosimiglianza psicologica davvero notevole, tanto più perché l’autore è bravissimo a calare tale realismo di fondo in una gamma assai ampia di situazioni e di intonazioni, fra commedia e tragedia, humour e parodia, apparente normalità e sua trasgressione infinitesima.
Come un elegante ricamo, la scrittura narrativa di Recami – tutta fondata sulle mille variazioni dello “stile breve” – non esita a farsi polifonica, moltiplicata com’è dall’innata capacità del suo inventore di sceneggiare l’assurdo, manifestando un istinto del nonsense che traspone Beckett entro scenari tutti italiani e contemporanei: un’attitudine radicata nel suo dna autoriale, a sceneggiare la “chiacchiera” insita nei nostri rapporti sociali, e una solidità architettonica che trasforma ogni sequenza narrativa in un potenziale romanzo (o film). Recami mostra infatti una notevole capacità mimetica, soprattutto nei due racconti del libro che preferisco: "La cena estiva (Doxa)" e "Il gruppo di lettura". Si tratti di far muovere le diverse situazioni nel suo paesaggio toscano o in interni piccoloborghesi che coincidono con quelli della nostra vita quotidiana, il libro trae un suo principio di forza proprio dal rendere familiari e comuni a ogni lettore le sue situazioni paradossali e stranianti. In ciò è favorito anche dalla struttura profonda (e tutt’altro che metaforica) di enciclopedia, che gli sottrae ogni possibile ipoteca di neorealismo minimale per favorire, piuttosto, la cognizione di una riduzione del mondo a catalogo, misurabile e descrivibile, a patto però che l’arte narrativa sia davvero plurale e chirurgica, analitica e leggera, mobile e ariosa come accade qua.
Alberto Bertoni (poeta e critico)
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Ultimo aggiornamento martedì, 29 marzo 2016
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Francesco Recami vince il 60 Premio Selezione Ceppo 2016 con Piccola enciclopedia delle ossessioni per la notevole qualità della sua lingua narrativa, chiamata a raffigurare le molte deviazioni che caratterizzano la diffusa psicopatologia delle nostre vite quotidiane e posta al servizio di una liberissima varietà di situazioni tematiche. Tic, ossessioni, fissazioni, deviazioni affettive e comportamentali vi sono rappresentate con una verosimiglianza psicologica davvero notevole, tanto più perché l’autore è bravissimo a calare tale realismo di fondo in una gamma assai ampia di situazioni e di intonazioni, fra commedia e tragedia, humour e parodia, apparente normalità e sua trasgressione infinitesima.
Come un elegante ricamo, la scrittura narrativa di Recami – tutta fondata sulle mille variazioni dello “stile breve” – non esita a farsi polifonica, moltiplicata com’è dall’innata capacità del suo inventore di sceneggiare l’assurdo, manifestando un istinto del nonsense che traspone Beckett entro scenari tutti italiani e contemporanei: un’attitudine radicata nel suo dna autoriale, a sceneggiare la “chiacchiera” insita nei nostri rapporti sociali, e una solidità architettonica che trasforma ogni sequenza narrativa in un potenziale romanzo (o film). Recami mostra infatti una notevole capacità mimetica, soprattutto nei due racconti del libro che preferisco: "La cena estiva (Doxa)" e "Il gruppo di lettura". Si tratti di far muovere le diverse situazioni nel suo paesaggio toscano o in interni piccoloborghesi che coincidono con quelli della nostra vita quotidiana, il libro trae un suo principio di forza proprio dal rendere familiari e comuni a ogni lettore le sue situazioni paradossali e stranianti. In ciò è favorito anche dalla struttura profonda (e tutt’altro che metaforica) di enciclopedia, che gli sottrae ogni possibile ipoteca di neorealismo minimale per favorire, piuttosto, la cognizione di una riduzione del mondo a catalogo, misurabile e descrivibile, a patto però che l’arte narrativa sia davvero plurale e chirurgica, analitica e leggera, mobile e ariosa come accade qua.
Alberto Bertoni (poeta e critico)
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