Pasta madre
In collaborazione con il Premio letterario Internazionale Ceppo Pistoia, proponiamo le motivazioni dei vincitori dell'edizione 2015, dedicata alla poesia.
Franca Mancinelli vince il Premio Ceppo Giovani Under 35 “Luca Giachi” con Pasta madre per la materia pulsante, inquieta, che si manifesta per emersione da una sorta di luogo del pensiero, quel bianco che è l'humus entro il quale si attiva un processo di germinazione dell'esistenza, risolta in un'indagine che si fa attenta ricognizione di ciò che è fenomenico.
Già nel precedente Mala kruna era evidente il tratto inedito, che faceva pensare a una penna – allora giovanissima – fuori dal comune. Qui, la tensione di quei versi si comprime, si decontestualizza, attiva un processo di rigenerazione, un movimento, un inquieto meditare, una scossa. C'è la vita, nella poesia di Franca, l'essenza di essa, il fermento, quel lievito che intitola l'opera.
Franca rende il verso qualcosa di molto simile al "primer", imprescindibile anello connettivo, unica possibilità di collegamento, di costruzione e di vita in un continuo apparire e svanire, come in un loop di dissolvenza, senza la minima concessione al consueto. Le linee del suo versificare non sono morbide, confortanti o compiacenti ma piuttosto tagli, rasoiate, aperture di spiragli, attese fontaniane in una scrittura che è il frutto di un accurato lavoro di scarnificazone, asciugatura, rastremazione e decantazione: il risultato è una piena consapevolezza tecnico-letteraria, che ne fa una delle voci più interessanti del nuovo panorama della poesia in Italia.
Ignazio Tarantino (Giuria Letteraria del Premio Ceppo Pistoia)
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Ultimo aggiornamento giovedì, 7 maggio 2015
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Franca Mancinelli vince il Premio Ceppo Giovani Under 35 “Luca Giachi” con Pasta madre per la materia pulsante, inquieta, che si manifesta per emersione da una sorta di luogo del pensiero, quel bianco che è l'humus entro il quale si attiva un processo di germinazione dell'esistenza, risolta in un'indagine che si fa attenta ricognizione di ciò che è fenomenico.
Già nel precedente Mala kruna era evidente il tratto inedito, che faceva pensare a una penna – allora giovanissima – fuori dal comune. Qui, la tensione di quei versi si comprime, si decontestualizza, attiva un processo di rigenerazione, un movimento, un inquieto meditare, una scossa. C'è la vita, nella poesia di Franca, l'essenza di essa, il fermento, quel lievito che intitola l'opera.
Franca rende il verso qualcosa di molto simile al "primer", imprescindibile anello connettivo, unica possibilità di collegamento, di costruzione e di vita in un continuo apparire e svanire, come in un loop di dissolvenza, senza la minima concessione al consueto. Le linee del suo versificare non sono morbide, confortanti o compiacenti ma piuttosto tagli, rasoiate, aperture di spiragli, attese fontaniane in una scrittura che è il frutto di un accurato lavoro di scarnificazone, asciugatura, rastremazione e decantazione: il risultato è una piena consapevolezza tecnico-letteraria, che ne fa una delle voci più interessanti del nuovo panorama della poesia in Italia.
Ignazio Tarantino (Giuria Letteraria del Premio Ceppo Pistoia)
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