Option B
Sheryl Sandberg, l’autrice di “Facciamoci avanti” , motto con cui invitava tutte le donne a spingere sull’acceleratore per raggiungere vertici professionali, ci offre stavolta un toccante saggio nato dall’esperienza che l’ha costretta a gestire e superare uno sconfinato dolore: la perdita del marito Dave, scomparso per un’improvvisa aritmia cardiaca.
Quando succede una tragedia, ci si presenta una scelta. Si può cedere al vuoto che riempie cuore e polmoni, che colpisce la capacità di pensare o di respirare. Oppure si può cercare di trovare un significato.
Sheryl Sandberg ha scelto la seconda opzione, o meglio Option B. Da qui il tiolo del il libro, scritto a quattro mani con lo psicologo Adam Grant. Negli Stati Uniti è arrivato in pochi giorni ai primi posti della classifica del New York Times.
Il libro si manifesta non solo come un diario personale in cui l'autrice racconta la sua rinascita, ma come un vero e proprio manifesto della resilienza, cioè la capacità che un individuo possiede (e coltiva) di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici della vita. Il termine “resilienza” proviene dalla tecnologia metallurgica ed indica la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate: alcuni materiali conservano la propria struttura o riacquistano la loro forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In ambito psicologico la resilienza è la capacità che alcune persone hanno di riorganizzare la propria vita in seguito a eventi traumatici o particolarmente stressanti. Questa virtù non è una capacità innata dell'essere umano, ma è un qualcosa che faticosamente, passo dopo passo, si conquista.
Ce lo spiega con efficacia Adam Grant , che in questo testo suggerisce un percorso fatto di azioni concrete per guarire e riprendersi dall'esperienza del lutto, attraverso l'esercizio. In pratica, sono cinque i passi da compiere per costruire questa attitudine:
- eliminare il falso mito delle “tre p” che porta l’individuo a deprimersi (la personalizzazione, cioè sentirsi colpevoli di quello che è accaduto; la pervasività, pensare che questa sofferenza influenzerà ogni ambito della propria vita; la permanenza, credere che il dolore non passerà mai);
- parlare delle proprie ferite, perché parlare e condividere quello che si sente attiva spesso un circuito di empatia, permettendo agli altri di comprendere le nostre emozioni;
- contribuire per ricostruire l'autostima: si tratta di un compito molto importante che porta l’individuo a riflettere sulle azioni compiute; su suggerimento dello psicologo l’autrice aveva preso l’abitudine a segnalare quotidianamente tre cose buone che nel giorno aveva realizzato;
- cogliere le piccole gioie quotidiane; ricordarsi sempre che la vita può riservarci delle piacevoli sorprese.
Da queste premesse si sviluppa la testimonianza della Sandberg, che ci fa toccare con mano il dolore e al tempo stesso la voglia di farcela, di continuare ad andare avanti: “ogni nuovo inizio scaturisce dalla fine di altri inizi”.
In questo libro non c’è solo il dolore dell’autrice, ma anche l’esperienza di persone che hanno saputo superare importanti ostacoli come la malattia, la perdita del lavoro, disastri naturali e la violenza della guerra. Le loro storie, raccontate con un linguaggio chiaro e scorrevole, testimoniano la capacità dello spirito umano di perseverare e di riscoprire la gioia di vivere. Il progetto comprende anche un sito Internet, optionb.org, in cui oltre a pareri e consigli si possono leggere le storie di chi è passato attraverso esperienze simili.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento giovedì, 11 gennaio 2018
Sheryl Sandberg, l’autrice di “Facciamoci avanti” , motto con cui invitava tutte le donne a spingere sull’acceleratore per raggiungere vertici professionali, ci offre stavolta un toccante saggio nato dall’esperienza che l’ha costretta a gestire e superare uno sconfinato dolore: la perdita del marito Dave, scomparso per un’improvvisa aritmia cardiaca.
Quando succede una tragedia, ci si presenta una scelta. Si può cedere al vuoto che riempie cuore e polmoni, che colpisce la capacità di pensare o di respirare. Oppure si può cercare di trovare un significato.
Sheryl Sandberg ha scelto la seconda opzione, o meglio Option B. Da qui il tiolo del il libro, scritto a quattro mani con lo psicologo Adam Grant. Negli Stati Uniti è arrivato in pochi giorni ai primi posti della classifica del New York Times.
Il libro si manifesta non solo come un diario personale in cui l'autrice racconta la sua rinascita, ma come un vero e proprio manifesto della resilienza, cioè la capacità che un individuo possiede (e coltiva) di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici della vita. Il termine “resilienza” proviene dalla tecnologia metallurgica ed indica la capacità di un metallo di resistere alle forze che vi vengono applicate: alcuni materiali conservano la propria struttura o riacquistano la loro forma originaria dopo essere stati sottoposti a schiacciamento o deformazione. In ambito psicologico la resilienza è la capacità che alcune persone hanno di riorganizzare la propria vita in seguito a eventi traumatici o particolarmente stressanti. Questa virtù non è una capacità innata dell'essere umano, ma è un qualcosa che faticosamente, passo dopo passo, si conquista.
Ce lo spiega con efficacia Adam Grant , che in questo testo suggerisce un percorso fatto di azioni concrete per guarire e riprendersi dall'esperienza del lutto, attraverso l'esercizio. In pratica, sono cinque i passi da compiere per costruire questa attitudine:
- eliminare il falso mito delle “tre p” che porta l’individuo a deprimersi (la personalizzazione, cioè sentirsi colpevoli di quello che è accaduto; la pervasività, pensare che questa sofferenza influenzerà ogni ambito della propria vita; la permanenza, credere che il dolore non passerà mai);
- parlare delle proprie ferite, perché parlare e condividere quello che si sente attiva spesso un circuito di empatia, permettendo agli altri di comprendere le nostre emozioni;
- contribuire per ricostruire l'autostima: si tratta di un compito molto importante che porta l’individuo a riflettere sulle azioni compiute; su suggerimento dello psicologo l’autrice aveva preso l’abitudine a segnalare quotidianamente tre cose buone che nel giorno aveva realizzato;
- cogliere le piccole gioie quotidiane; ricordarsi sempre che la vita può riservarci delle piacevoli sorprese.
Da queste premesse si sviluppa la testimonianza della Sandberg, che ci fa toccare con mano il dolore e al tempo stesso la voglia di farcela, di continuare ad andare avanti: “ogni nuovo inizio scaturisce dalla fine di altri inizi”.
In questo libro non c’è solo il dolore dell’autrice, ma anche l’esperienza di persone che hanno saputo superare importanti ostacoli come la malattia, la perdita del lavoro, disastri naturali e la violenza della guerra. Le loro storie, raccontate con un linguaggio chiaro e scorrevole, testimoniano la capacità dello spirito umano di perseverare e di riscoprire la gioia di vivere. Il progetto comprende anche un sito Internet, optionb.org, in cui oltre a pareri e consigli si possono leggere le storie di chi è passato attraverso esperienze simili.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento giovedì, 11 gennaio 2018