Nel cuore della notte
Marco e Chiara sono in viaggio di laurea in Messico. Durante un trasferimento accidentato nel cuore della notte, su un pullman sgangherato e affollato da turisti di tutto il mondo, mentre Chiara dorme, Marco - con la cui voce narrante si apre il libro - socializza con il suo vicino di posto. Lo sconosciuto, dall'aria vagamente familiare, sollecitato, inizia a raccontargli la propria storia. È una storia di passione e autodistruzione, di felicità e di tragedie, di sentimenti e di sesso, di ebbrezze e di dipendenze, una storia privata ma anche una storia pubblica. Via via che procede il viaggio e ci si inoltra nella notte, la storia dello sconosciuto finisce per occupare tutta la scena, fino a rivelare anche il motivo per cui quel volto risultava a Marco così familiare. Marco sembra smarrirsi e dissolversi nella storia dello sconosciuto e tutto il romanzo appare a quel punto per quel che è: una grande parabola dello smarrimento. Quello di entrambi i narratori ma soprattutto quello a cui ci destina tutti l'amore, col suo potere stupefacente di esaltazione e disperazione, quella vita senza navigatore e senza filtri di cui la poesia - lo sconosciuto è un poeta - sa essere il più preciso dei cardiogrammi. E in fondo quel progressivo dissolvimento del personaggio di Marco è un po' anche quello che proviamo noi, leggendo e aspettando che lo sconosciuto dipani il proprio racconto, come uno specchio in cui dolentemente riconoscersi e sciogliersi e perdersi con lui.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento giovedì, 10 gennaio 2019
Marco e Chiara sono in viaggio di laurea in Messico. Durante un trasferimento accidentato nel cuore della notte, su un pullman sgangherato e affollato da turisti di tutto il mondo, mentre Chiara dorme, Marco - con la cui voce narrante si apre il libro - socializza con il suo vicino di posto. Lo sconosciuto, dall'aria vagamente familiare, sollecitato, inizia a raccontargli la propria storia. È una storia di passione e autodistruzione, di felicità e di tragedie, di sentimenti e di sesso, di ebbrezze e di dipendenze, una storia privata ma anche una storia pubblica. Via via che procede il viaggio e ci si inoltra nella notte, la storia dello sconosciuto finisce per occupare tutta la scena, fino a rivelare anche il motivo per cui quel volto risultava a Marco così familiare. Marco sembra smarrirsi e dissolversi nella storia dello sconosciuto e tutto il romanzo appare a quel punto per quel che è: una grande parabola dello smarrimento. Quello di entrambi i narratori ma soprattutto quello a cui ci destina tutti l'amore, col suo potere stupefacente di esaltazione e disperazione, quella vita senza navigatore e senza filtri di cui la poesia - lo sconosciuto è un poeta - sa essere il più preciso dei cardiogrammi. E in fondo quel progressivo dissolvimento del personaggio di Marco è un po' anche quello che proviamo noi, leggendo e aspettando che lo sconosciuto dipani il proprio racconto, come uno specchio in cui dolentemente riconoscersi e sciogliersi e perdersi con lui.
Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento giovedì, 10 gennaio 2019