Millennials
"Appunti per una storia di guerra" di Gipi
Uscito nel 2006 e più volte ristampato, il libro del celebre fumettista pisano conquista in breve tempo l'attenzione di pubblico e critica vincendo meritatamente i premi più importanti, a livello europeo, destinati alla nona arte.
Cosa colpisce di questa opera? Ancora prima della tecnica utilizzata, delle ambientazioni, dei personaggi e dei dialoghi ci si accorge immediatamente che non ci troviamo di fronte a quello che siamo soliti chiamare, con un certo tono di sufficienza, “fumetto”. Siamo di fronte a una storia. Una storia che aveva urgenza di uscire, di fermarsi su carta per poi viaggiare veloce verso il pensiero del lettore.
Una storia sofferta e autentica. Una storia che, come la guerra e l'amicizia, sa essere commovente, violenta, intensa e cattiva.
Gipi ci racconta le vicende di tre ragazzi “posati” anagraficamente su quella linea sottile che divide adolescenza e maturità. Divisi dalle differenze di classe sociale ma uniti da un'amicizia profonda come il vuoto che improvvisamente gli si fa attorno quando, il 18 gennaio, scoppia la guerra. Una guerra diversa da tutte le altre, che ha come scenario la provincia italiana. Uno scenario devastato nel quale i tre amici si muovono e cercano di sopravvivere, sfuggendo a tutti i pericoli che gli si parano davanti finché, un giorno, incontrano il male incarnato da un miliziano senza alcuno scrupolo. Sarà soltanto allora che ciascuno dei tre amici dovrà scegliere.
Gipi riesce a incorniciare sullo sfondo di una guerra futura un mirabile esempio di romanzo di formazione trattando, come solo lui riesce, quei misteri che prendono il nome di amicizia, adolescenza e maturità.
Misteri che rimangono incollati al cuore di ognuno di noi e che riaffiorano, a volte con piacere e altre con orrore, come se la nostra vita cominciasse solo in quel preciso momento.
Recensione di Luca Lucherini
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Ultimo aggiornamento giovedì, 10 dicembre 2020
"Appunti per una storia di guerra" di Gipi
Uscito nel 2006 e più volte ristampato, il libro del celebre fumettista pisano conquista in breve tempo l'attenzione di pubblico e critica vincendo meritatamente i premi più importanti, a livello europeo, destinati alla nona arte.
Cosa colpisce di questa opera? Ancora prima della tecnica utilizzata, delle ambientazioni, dei personaggi e dei dialoghi ci si accorge immediatamente che non ci troviamo di fronte a quello che siamo soliti chiamare, con un certo tono di sufficienza, “fumetto”. Siamo di fronte a una storia. Una storia che aveva urgenza di uscire, di fermarsi su carta per poi viaggiare veloce verso il pensiero del lettore.
Una storia sofferta e autentica. Una storia che, come la guerra e l'amicizia, sa essere commovente, violenta, intensa e cattiva.
Gipi ci racconta le vicende di tre ragazzi “posati” anagraficamente su quella linea sottile che divide adolescenza e maturità. Divisi dalle differenze di classe sociale ma uniti da un'amicizia profonda come il vuoto che improvvisamente gli si fa attorno quando, il 18 gennaio, scoppia la guerra. Una guerra diversa da tutte le altre, che ha come scenario la provincia italiana. Uno scenario devastato nel quale i tre amici si muovono e cercano di sopravvivere, sfuggendo a tutti i pericoli che gli si parano davanti finché, un giorno, incontrano il male incarnato da un miliziano senza alcuno scrupolo. Sarà soltanto allora che ciascuno dei tre amici dovrà scegliere.
Gipi riesce a incorniciare sullo sfondo di una guerra futura un mirabile esempio di romanzo di formazione trattando, come solo lui riesce, quei misteri che prendono il nome di amicizia, adolescenza e maturità.
Misteri che rimangono incollati al cuore di ognuno di noi e che riaffiorano, a volte con piacere e altre con orrore, come se la nostra vita cominciasse solo in quel preciso momento.
Recensione di Luca Lucherini
- Ultimo aggiornamento giovedì, 10 dicembre 2020