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Mi chiamo Mina e adoro la notte

immagine dello scrittore tratta dal web

Tutto sembra possibile di notte, quando il resto del mondo dorme. La casa è buia e silenziosa, ma se tendo l’orecchio, sento il tum tum tum del mio cuore. Sento gli scricchiolii della casa. E il respiro leggero della mamma che dorme nella stanza accanto. Scivolo giù dal letto e mi siedo al tavolo vicino alla finestra. Apro la tenda. In mezzo al cielo c’è la luna piena. Inonda il mondo della sua luce argentata. Splende su Falconer Road, sulle case e sulle strade, sui tetti e sulle guglie della città, sulle colline e sulle brughiere lontane. Splende nella mia stanza e su di me. Dicono che bisogna distogliere lo sguardo dalla luna piena.
Dicono che faccia impazzire.
Io invece la guardo e rido. Fammi impazzire, sussurro. Dai, fai impazzire Mina

 

 

“Mi chiamo Mina e adoro la notte”, sono le prime parole de La storia di Mina, un diario in cui prendono vita i pensieri di una ragazzina stramba e un po’ matta, pensieri che “crescono come crescono gli alberi e gli animali, come cresce la vita”.
Mina la stramba, Mina indisciplinata, Mina la pazza, Mina coraggiosa, Mina ribelle. Di certo Mina non si può etichettare: di comune non ha molto, ed è per questo che non piace ai suoi coetanei. Seduta sul suo albero con le gambe penzoloni, mentre racconta episodi della sua vita, mette in mostra il suo essere un vulcano di entusiasmo, ma anche una miniera di riflessioni sui grandi temi e sulle piccole cose invisibili di ogni giorno. Non c’è schema o ordine, anzi; Mina preferisce partire senza meta per andare dove la portano le gambe, scrivere una storia bellissima fatta di una pagina bianca, sognare di frequentare una scuola di scrittura dell’assurdo specializzata nello studio di attività straordinarie. A volte però ha una folle paura, sente una grande nostalgia per quel papà che non c'è più, si dispiace per i compagni che la prendono in giro... 
Diventare grandi può essere meraviglioso ed entusiasmante, ma anche difficile, tremendamente difficile.

La storia di Mina è stato pubblicato in Italia nel 2011 ed è subito diventato un punto di riferimento nella letteratura per giovani adulti

 

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L'autore: David Almond
David Almond è nato nel 1951 nel Nord dell’Inghilterra e vive a Newcastle con la sua famiglia. È considerato uno dei più grandi scrittori inglesi. Con Skellig, il suo primo romanzo, ha vinto tutti i più importanti premi internazionali, fra cui la Carnegie Medal e il Whitbread Children’s Award. I suoi scritti hanno come temi ricorrenti le complesse relazioni tra gli opposti (per esempio vita e morte, realtà e finzione, passato e futuro), l'educazione dei più giovani, la natura, il difficile processo di crescita e di cambiamento negli adolescenti.

 

Ha scritto anche:

La vera storia del mostro Billy Dean, 2014
Billy Dean, figlio di un amore proibito, amato in modo singolare, vive per molti anni chiuso in una camera murata, protetto e tenuto segreto a tutti. Quando finalmente potrà uscire si ritrova sopraffatto da una realtà che non capisce, violenta e terribile. Tuttavia, grazie all'aiuto delle persone che lo amano, scopre di avere un dono speciale, che però si trasformerà in una nuova forma di prigionia....

Il grande gioco, 2013
Kit ha tredici anni quando si trasferisce a Stoneygate, con la famiglia, per assistere il nonno, rimasto solo dopo la morte della nonna. È lì che Kit incontra John Askew, ragazzo così scontroso e violento ma anche tanto affascinante. Forse Kit non ha davvero voglia di ritrovarsi tra gli amici di John, da tutti considerato un poco di buono, ma qualcosa di antico e di segreto sembra davvero legarlo a lui. Si raccontano storie strane provenienti dai chilometri di gallerie che scavano il terreno su cui gli abitanti, tutti ex minatori, vivono e ben presto, Kit si ritrova ad essere protagonista del "Gioco della Morte".

Il bambino che si arrampicò fino alla luna, 2012
Un mattino un ragazzino timido e solidario di nome Paul, che vive nel seminterrato di un grande palazzo, sale al ventinovesimo piano per andare a toccare il cielo. Dopo aver incontrato gli strani abitanti del palazzo, finisce nel giardino di Benjamin (che ha vissuto a lungo con un sacchetto di cartone in testa e ha conosciuto la guerra) e, spinto a dire qualcosa, sostiene che la luna non sia una luna ma un buco nel cielo. Teoria tanto apprezzata da dover essere verificata.
Protagonista assoluto di questa storia il potere delle idee, della fantasia e dell'immaginazione che nei bambini è in grado di dare speranza e forza ai sogni, anche quando questi appaiono semplicemente assurdi.

Skellig, 2010
Una lettura da fiato sospeso, con la paura che qualcosa possa far deragliare la storia. Nel garage della sua nuova casa, Michael, il protagonista, scopre qualcosa di magico: una creatura, un po’ uomo un po’ uccello, che sembra avere bisogno di aiuto. Il suo nome è Skellig e adora il cibo cinese e la birra scura. Maichael non scoprirà mai di preciso cosa sia Skelling, ma l' importante è che Skellig ci sia... Un romanzo scritto in appena sei mesi ma che si è guadagnato subito per la sua forza la Whitbread Children’s Award e la Carnegie Medal.

Argilla, 2010
Romanzo cupo e inquietante, lirico e filosofico, che in comune con Skellig, porta avanti la riflessione dell'autore sulla dimensione ultra-umana. Mentre nel caso di Skellig si aveva a che fare con un’originale figura di angelo caduto, nel caso di Argilla è la presenza e la possibilità del Male a incrociare l’esistenza del giovane protagonista, Davie. Un ragazzo dall'esistenza del tutto normale: la scuola, un amico del cuore, il tormento del bullo di zona con i suoi compari, le prime simpatie amorose. Tuttavia, la sua vita di adolescente viene turbata dall’arrivo in paese di un ragazzino dal passato difficile che viene affidato ad un’anziana zia un po’ squilibrata. Stephen Rose infatti non ha amici e passa molto del suo tempo chiuso in un capanno a modellare statuine con l’argilla, così perfette da sembrar vive. Spinto dai genitori e dal prete del paese, Davie stringe amicizia con Stephen e questi lo rende partecipe del suo inquietante segreto: le figure di argilla possono essere risvegliate alla vita dal suo potere sovrannaturale. Il giovane protagonista viene quasi stregato dall’amico, che lo porta a partecipare ad un’impresa straordinaria e terribile: dare vita ad un golem d’argilla che esegua tutti i loro ordini, anche i più crudeli…

Il selvaggio, 2009
La vita di Blue è stata sconvolta da un episodio così terribile che, per quanto il ragazzo l’abbia cercata, nessuna parola è finora riuscita a descriverne i sentimenti che ha provato. Il padre di Blue è infatti morto improvvisamente. Ora è lui l’unico uomo in casa, e deve cercare di essere di aiuto alla mamma e alla sorellina Jess. La psicologa della scuola, la signora Molly, sostiene che scrivere quello che prova potrebbe aiutarlo a sopportare meglio la nuova situazione; ma come si può descrivere come ci si sente, quando non esistono le parole per farlo?

L'uomo che mangiava il fuoco, 2006
Bobby un giorno si trova ad assistere con la madre ad uno spettacolo di strada, dove un tipo poco raccomandabile pieno di tatuaggi e cicatrici, McNulty, si esibisce in ogni genere di follia: si passa coltelli e spilloni attraverso il corpo, mangia e sputa fuoco. McNulty gli chiede di fargli da assistente per quello spettacolo, e alla fine lo paga. Mentre gli dà una moneta, una goccia di sangue cade dalle sue ferite sulle loro mani, e Bobby capisce che qualcosa nella sua vita è cambiata. Che ne sarà del suo futuro, che fino a poco prima sembrava dover essere così sereno e felice?

Occhi di cielo, 2004
È una storia di ultimi, Erin, January e Mouse. Ragazzini disadattati, orfani, ospiti di un istituto dal quale fuggono con zattera e corde alla ricerca di una libertà che è possibilità di passati e futuri alternativi a quelli, troppo poveri, del reale.
Nelle Paludi Nere che stanno alla periferia della città, incontrano Occhi di Cielo e Nonno, che sembrano quasi creature non umane. "Noi veniamo al mondo uscendo dall'oscurità. Non sappiamo da dove veniamo. Non abbiamo la più pallida idea di dove siamo diretti. Però, mentre siamo qui nel mondo, se siamo abbastanza coraggiosi, sbattiamo le nostre ali e voliamo".

Contare le stelle, 2002
Una raccolta di racconti autobiografici sulla prima adolescenza dello scrittore, brevi squarci di memoria, un po’ vere, un po’ sognate, un po’ inventate, come solo possono essere i ricordi. Il libro non era pensato per i ragazzi; era una raccolta di storie d’infanzia e non di storie per l’infanzia. Ma è stata l’occasione per Almond per entrare nel "mondo dei piccoli".

 

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