Meglio dirselo
Il primo romanzo di Daria Colombo, conosciuta per il suo impegno pubblico e sociale nella stagione dei Girotondi, è la storia di una donna, Lara, che se n'è andata di casa e dal clima soffocante della sua città, Parma, dopo il Sessantotto, nell'epoca delle grandi ribellioni, per andare a studiare architettura a Milano. Fin dall'infanzia il suo bisogno d'affetto non è mai stato saziato dalla sua famiglia troppo rigida, fredda e conservatrice per accettare una figlia impegnata politicamente e "ribelle". Ma a distanza di trent'anni i conti della vita di Lara non tornano: Giorgio è un noto architetto, ma un marito e una padre assente, i due figli Giaco e Tommy sfuggono a ogni regola, creando un ambiente ostile e la madre di Lara, così amata ma sempre così distante, si sta ammalando sempre più gravemente di Alzheimer. Lo sgomento di fronte alla malattia fa nascere per la prima volta un rapporto intenso con il padre, un burbero ingegnere. È davvero brava la scrittrice a giocare su questi ambiti temporali diversi, a raccontare il passaggio dall'astio adolescenziale nei confronti del padre all'affetto adulto, basato su stima e fiducia reciproca. Ed anche il descrivere, con profondità e con leggerezza, le difficoltà di Lara, che, come migliaia di madri, si interroga sulle proprie scelte e si sente sola e impreparata di fronte alle intemperie dei figli, fa di questo romanzo un vero e proprio affresco sulle diverse forme che l'amore assume: l'amore inespresso che non si fa più capire nel tempo, l'amore che soffoca ma non riesce a esprimersi. Per questo, come ci suggerisce il titolo evocativo del libro, "meglio dirselo".
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento sabato, 1 febbraio 2014
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Il primo romanzo di Daria Colombo, conosciuta per il suo impegno pubblico e sociale nella stagione dei Girotondi, è la storia di una donna, Lara, che se n'è andata di casa e dal clima soffocante della sua città, Parma, dopo il Sessantotto, nell'epoca delle grandi ribellioni, per andare a studiare architettura a Milano. Fin dall'infanzia il suo bisogno d'affetto non è mai stato saziato dalla sua famiglia troppo rigida, fredda e conservatrice per accettare una figlia impegnata politicamente e "ribelle". Ma a distanza di trent'anni i conti della vita di Lara non tornano: Giorgio è un noto architetto, ma un marito e una padre assente, i due figli Giaco e Tommy sfuggono a ogni regola, creando un ambiente ostile e la madre di Lara, così amata ma sempre così distante, si sta ammalando sempre più gravemente di Alzheimer. Lo sgomento di fronte alla malattia fa nascere per la prima volta un rapporto intenso con il padre, un burbero ingegnere. È davvero brava la scrittrice a giocare su questi ambiti temporali diversi, a raccontare il passaggio dall'astio adolescenziale nei confronti del padre all'affetto adulto, basato su stima e fiducia reciproca. Ed anche il descrivere, con profondità e con leggerezza, le difficoltà di Lara, che, come migliaia di madri, si interroga sulle proprie scelte e si sente sola e impreparata di fronte alle intemperie dei figli, fa di questo romanzo un vero e proprio affresco sulle diverse forme che l'amore assume: l'amore inespresso che non si fa più capire nel tempo, l'amore che soffoca ma non riesce a esprimersi. Per questo, come ci suggerisce il titolo evocativo del libro, "meglio dirselo".
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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