Lo stesso vento
"Lo stesso vento" di Valerio Aiolli
Mi è piaciuto "Lo stesso vento" di Valerio Aiolli. Molto. La storia è una vicenda familiare. Tutti ne abbiamo una, simile o diversa, poco importa. Ma è facile riconoscersi in qualche particolare. Ce ne sono tante di situazioni, in questo romanzo, che permettono al lettore di simpatizzare con i vari personaggi. A me questa storia ha fatto pensare ai miei nonni e ai miei genitori, soprattutto quando la Storia, quella che finisce nei libri di scuola, intreccia le persone. Il fascismo, il nonno in guerra, la prigionia, i soldati americani… mia mamma bambina che non aveva mai visto un uomo di colore e che, ancora oggi, non può resistere al burro di arachidi che lei ha sempre chiamato marmellata di noccioline. Questi però sono i miei ricordi. Leggendo "Lo stesso vento" mi sono sorpresa a pensare che c’è una Storia che ho vissuto anch’io (assurdo! Non mi era mai venuto in mente), anche questa già finita nei libri scolastici: mi ricordo esattamente dov’ero e cosa facevo, quando il muro di Berlino fu attaccato con gioia. Mi ricordo anche di altre vicende con la stessa lucidità che si ha nel guardare una nostra fotografia del passato. Sembra trascorso poco tempo, ma le foto non mentono. Sono datate dall’abbigliamento, dalle acconciature… E allora mi ritrovo ammaliata dalla scrittura e dalla storia che Valerio Aiolli racconta. E ripenso all’espediente iniziale del regalo sbagliato e me ne approprio… Quanti ne avrò mai ricevuti in tutta la mia vita? Un ventilatore non è proprio il dono migliore da regalare alla propria fidanzata che sogna di diventare una modista di cappelli. Inizia così il romanzo, alla vigilia dell'annuncio della dichiarazione di guerra, che i protagonisti, Adriana e Fausto ascoltano in Piazza della Signora. La loro è una storia d'amore come ce ne sono state tante: la guerra, la famiglia, un figlio, la fine dell'amore e la vita che segue il suo corso… circa 60 anni condensati in poche pagine dense e dolci, come lo possono essere i ricordi di famiglia, quando la famiglia non c’è più. E poi un episodio che determina un cambiamento fondamentale. Un dolore forte e profondo, come purtroppo capitano nella vita. In questo caso si tratta della storia piccola, familiare. Ma ha una risonanza e un impatto sulla vita di quelle persone più forte di qualsiasi altro avvenimento mondiale. E su quell’episodio prosegue il libro, in un'assenza che non si colma, in un girotondo che non si ferma mai, anche se saranno altri a continuare a girare. Un libro dai toni pacati, dalle frasi semplici che si legge con facilità, tutto d’un fiato. Ma che lascia una eco forte, un impatto che segna, una sorta di cicatrice letteraria che non sarà facile lasciare andare.
Elena Zucconi
Les Bouquinistes - Libreria Indipendente
Il libro è stato promosso nell'ambito del progetto Bibliodiversità della Biblioteca San Giorgio
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Ultimo aggiornamento venerdì, 3 febbraio 2017
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"Lo stesso vento" di Valerio Aiolli
Mi è piaciuto "Lo stesso vento" di Valerio Aiolli. Molto. La storia è una vicenda familiare. Tutti ne abbiamo una, simile o diversa, poco importa. Ma è facile riconoscersi in qualche particolare. Ce ne sono tante di situazioni, in questo romanzo, che permettono al lettore di simpatizzare con i vari personaggi. A me questa storia ha fatto pensare ai miei nonni e ai miei genitori, soprattutto quando la Storia, quella che finisce nei libri di scuola, intreccia le persone. Il fascismo, il nonno in guerra, la prigionia, i soldati americani… mia mamma bambina che non aveva mai visto un uomo di colore e che, ancora oggi, non può resistere al burro di arachidi che lei ha sempre chiamato marmellata di noccioline. Questi però sono i miei ricordi. Leggendo "Lo stesso vento" mi sono sorpresa a pensare che c’è una Storia che ho vissuto anch’io (assurdo! Non mi era mai venuto in mente), anche questa già finita nei libri scolastici: mi ricordo esattamente dov’ero e cosa facevo, quando il muro di Berlino fu attaccato con gioia. Mi ricordo anche di altre vicende con la stessa lucidità che si ha nel guardare una nostra fotografia del passato. Sembra trascorso poco tempo, ma le foto non mentono. Sono datate dall’abbigliamento, dalle acconciature… E allora mi ritrovo ammaliata dalla scrittura e dalla storia che Valerio Aiolli racconta. E ripenso all’espediente iniziale del regalo sbagliato e me ne approprio… Quanti ne avrò mai ricevuti in tutta la mia vita? Un ventilatore non è proprio il dono migliore da regalare alla propria fidanzata che sogna di diventare una modista di cappelli. Inizia così il romanzo, alla vigilia dell'annuncio della dichiarazione di guerra, che i protagonisti, Adriana e Fausto ascoltano in Piazza della Signora. La loro è una storia d'amore come ce ne sono state tante: la guerra, la famiglia, un figlio, la fine dell'amore e la vita che segue il suo corso… circa 60 anni condensati in poche pagine dense e dolci, come lo possono essere i ricordi di famiglia, quando la famiglia non c’è più. E poi un episodio che determina un cambiamento fondamentale. Un dolore forte e profondo, come purtroppo capitano nella vita. In questo caso si tratta della storia piccola, familiare. Ma ha una risonanza e un impatto sulla vita di quelle persone più forte di qualsiasi altro avvenimento mondiale. E su quell’episodio prosegue il libro, in un'assenza che non si colma, in un girotondo che non si ferma mai, anche se saranno altri a continuare a girare. Un libro dai toni pacati, dalle frasi semplici che si legge con facilità, tutto d’un fiato. Ma che lascia una eco forte, un impatto che segna, una sorta di cicatrice letteraria che non sarà facile lasciare andare.
Elena Zucconi
Les Bouquinistes - Libreria Indipendente
Il libro è stato promosso nell'ambito del progetto Bibliodiversità della Biblioteca San Giorgio
- Ultimo aggiornamento venerdì, 3 febbraio 2017
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