Le recensioni dei ragazzi - Tokyo Blues, di Haruki Murakami
L'opera Tokyo Blues nasce dall’esigenza dell’autore di scrivere un romanzo d’amore non troppo sentimentale, utilizzando come base un suo racconto dal titolo La lucciola, scritto cinque anni prima.
L’intento dell'autore era quello di distrarsi, cambiare atmosfera rispetto al suo precedente lavoro, ma il risultato è stato un romanzo molto personale e tutt’altro che leggero: una storia intensa, complicata, difficile, tragica, imbarazzante nei suoi particolari, che risultano però nella loro confusione profondamente umani.
La storia si ascrive al genere del romanzo di formazione ed è narrata dal protagonista Watanabe Toru attraverso un lungo flashback in cui ripercorre i difficili anni giovanili (da quando ne aveva diciassette fino ai venti) e gli anni Sessantotto-Sessantanove, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche, a cui rimane però estraneo. L’intera vicenda scaturisce dal suicidio del suo migliore amico Kizuki all’età di diciassette anni e si snoda nel tempo attraverso il ricordo del complesso rapporto d’amore che Watanabe aveva con la ragazza di quest’ultimo, Naoko, successivamente ricoverata in un centro d’igiene mentale: il ricordo di questa tragedia li ha legati e divisi per sempre.
Tutto il romanzo è accompagnato da canzoni dell’epoca dei fatti, prima fra tutte Norwegian Wood dei Beatles (primo titolo dell’opera), che farà scaturire i ricordi di gioventù del protagonista, che a distanza di vent’anni ripercorre il difficile sentiero di sofferenza e crescita che lo portò alla consapevolezza che la morte non è l’antitesi della vita, ma una sua parte intrinseca.
(aa. 2015-2016, Irene Marcantelli, Classe IV E Liceo scientifico, Pistoia)
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Ultimo aggiornamento giovedì, 12 aprile 2018
L'opera Tokyo Blues nasce dall’esigenza dell’autore di scrivere un romanzo d’amore non troppo sentimentale, utilizzando come base un suo racconto dal titolo La lucciola, scritto cinque anni prima.
L’intento dell'autore era quello di distrarsi, cambiare atmosfera rispetto al suo precedente lavoro, ma il risultato è stato un romanzo molto personale e tutt’altro che leggero: una storia intensa, complicata, difficile, tragica, imbarazzante nei suoi particolari, che risultano però nella loro confusione profondamente umani.
La storia si ascrive al genere del romanzo di formazione ed è narrata dal protagonista Watanabe Toru attraverso un lungo flashback in cui ripercorre i difficili anni giovanili (da quando ne aveva diciassette fino ai venti) e gli anni Sessantotto-Sessantanove, tra lotte studentesche e passioni culturali e politiche, a cui rimane però estraneo. L’intera vicenda scaturisce dal suicidio del suo migliore amico Kizuki all’età di diciassette anni e si snoda nel tempo attraverso il ricordo del complesso rapporto d’amore che Watanabe aveva con la ragazza di quest’ultimo, Naoko, successivamente ricoverata in un centro d’igiene mentale: il ricordo di questa tragedia li ha legati e divisi per sempre.
Tutto il romanzo è accompagnato da canzoni dell’epoca dei fatti, prima fra tutte Norwegian Wood dei Beatles (primo titolo dell’opera), che farà scaturire i ricordi di gioventù del protagonista, che a distanza di vent’anni ripercorre il difficile sentiero di sofferenza e crescita che lo portò alla consapevolezza che la morte non è l’antitesi della vita, ma una sua parte intrinseca.
(aa. 2015-2016, Irene Marcantelli, Classe IV E Liceo scientifico, Pistoia)
- Ultimo aggiornamento giovedì, 12 aprile 2018