Le foto di Nedo Coppini: lo sport dell'auto attraverso l'obbiettivo di un grande fotografo
A cura dell'Autocultura Pistoia
22-29 ottobre 2011
La vicenda di Nedo Coppini, pratese, classe 1932, è una di quelle che devono il loro dipanarsi alla positiva combinazione tra passione, talento, opportunità, capacità di relazionarsi agli altri, concretezza e senso della realtà.
La passione è quella per i motori che è cresciuta prepotentemente alla fine del secondo conflitto mondiale quando speranza e voglia di vivere pervadevano i più giovani; si correva un po' dappertutto, in moto e auto, su circuiti cittadini ricavati nelle strade delle città e paesi della Toscana. Anche Nedo Coppini affolla, insieme a nugoli di coetanei entusiasti, i marciapiedi degli improvvisati autodromi, precariamente protetti solo da balle di paglia, "fissando" la sua passione per le auto e le moto negli scatti fotografici. Le sue foto vengono notate e arriva, agli inizi degli anni Sessanta, la prima grande vera opportunità: una collaborazione quale fotoreporter per "Il Giornale del Mattino", il quotidiano fiorentino diretto da Leonardo Pinzauti.
"Il Giornale del Mattino" si pone in diretto antagonismo con "La Nazione", il quotidiano storico della Toscana, e tra le strategie attuate da Pinzauti c'è quella di attrarre nuovi lettori con una cronaca sportiva a livello locale corredata da ampi servizi fotografici. Così Nedo Coppini sarà, da quel momento, costantemente impegnato come fotoreporter per la squadra di calcio di Prato che militava in serie B, il ciclismo e gli sport motoristici.
Nei primi anni Coppini lavora con macchine difficili, come la Rolleiflex 6x6 e con la condizione imposta di sintetizzare gli avvenimenti con una sola pellicola da dodici pose. Fu l'acquisto della prima reflex 35mm, una Canonflex, che dette una ulteriore svolta alla carriera di questo fotografo.Così, alla sapiente scelta dell'inquadratura, Coppini aggiunse una particolare velocità nell'agire con il pollice destro sulla levetta di avvolgimento della pellicola, tanto da riuscire in sequenze fotografiche efficacissime nel documentare sport dinamici e spettacolari come ciclismo, automobilismo e motociclismo.
La testata fiorentina gli dette modo di cimentarsi efficacemente nel fotoreportage di cronaca nera, di spettacolo e attualità.
Quando "Il Giornale del Mattino" chiuse i battenti fu "La Nazione" ad avvalersi della sua collaborazione, anche se la consacrazione professionale di Coppini avvenne con l'incontro con Marcello Sabbatini, lo storico direttore del settimanale "Autosprint".
A veicolare l'incontro fu una foto che Coppini inviò al settimanale bolognese realizzata sul tracciato durante la cronoscalata Camucia-Cortona che documentava la drammacità di un incidente in gara: Sabbatini la vide e rimase folgorato.
Il raggio d'azione di Coppini si ampliò sempre più frequentemente su circuiti come Imola, Monza, Montecarlo, per citarne alcuni.
Rimangono di quegli anni foto autografate e aneddoti che testimoniano la stima e l'affetto di piloti, giornalisti, tecnici e costruttori per Nedo Coppini.
Marcello Sabbatini lo definì il suo "terzo occhio" ovvero un indispensabile e originale punto di vista rispetto ai fotoreporter della agenzia Attualfoto e di Gabriella Noris, collaboratori storici del prestigioso periodico specializzato in automobilismo sportivo.
Nedo Coppini ha collaborato con reportage giornalistici con le riviste "Autosprint", "Rombo", "Motosprint" e con il quotidiano "La Nazione".
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Ultimo aggiornamento giovedì, 7 maggio 2020
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22-29 ottobre 2011
La vicenda di Nedo Coppini, pratese, classe 1932, è una di quelle che devono il loro dipanarsi alla positiva combinazione tra passione, talento, opportunità, capacità di relazionarsi agli altri, concretezza e senso della realtà.
La passione è quella per i motori che è cresciuta prepotentemente alla fine del secondo conflitto mondiale quando speranza e voglia di vivere pervadevano i più giovani; si correva un po' dappertutto, in moto e auto, su circuiti cittadini ricavati nelle strade delle città e paesi della Toscana. Anche Nedo Coppini affolla, insieme a nugoli di coetanei entusiasti, i marciapiedi degli improvvisati autodromi, precariamente protetti solo da balle di paglia, "fissando" la sua passione per le auto e le moto negli scatti fotografici. Le sue foto vengono notate e arriva, agli inizi degli anni Sessanta, la prima grande vera opportunità: una collaborazione quale fotoreporter per "Il Giornale del Mattino", il quotidiano fiorentino diretto da Leonardo Pinzauti.
"Il Giornale del Mattino" si pone in diretto antagonismo con "La Nazione", il quotidiano storico della Toscana, e tra le strategie attuate da Pinzauti c'è quella di attrarre nuovi lettori con una cronaca sportiva a livello locale corredata da ampi servizi fotografici. Così Nedo Coppini sarà, da quel momento, costantemente impegnato come fotoreporter per la squadra di calcio di Prato che militava in serie B, il ciclismo e gli sport motoristici.
Nei primi anni Coppini lavora con macchine difficili, come la Rolleiflex 6x6 e con la condizione imposta di sintetizzare gli avvenimenti con una sola pellicola da dodici pose. Fu l'acquisto della prima reflex 35mm, una Canonflex, che dette una ulteriore svolta alla carriera di questo fotografo.Così, alla sapiente scelta dell'inquadratura, Coppini aggiunse una particolare velocità nell'agire con il pollice destro sulla levetta di avvolgimento della pellicola, tanto da riuscire in sequenze fotografiche efficacissime nel documentare sport dinamici e spettacolari come ciclismo, automobilismo e motociclismo.
La testata fiorentina gli dette modo di cimentarsi efficacemente nel fotoreportage di cronaca nera, di spettacolo e attualità.
Quando "Il Giornale del Mattino" chiuse i battenti fu "La Nazione" ad avvalersi della sua collaborazione, anche se la consacrazione professionale di Coppini avvenne con l'incontro con Marcello Sabbatini, lo storico direttore del settimanale "Autosprint".
A veicolare l'incontro fu una foto che Coppini inviò al settimanale bolognese realizzata sul tracciato durante la cronoscalata Camucia-Cortona che documentava la drammacità di un incidente in gara: Sabbatini la vide e rimase folgorato.
Il raggio d'azione di Coppini si ampliò sempre più frequentemente su circuiti come Imola, Monza, Montecarlo, per citarne alcuni.
Rimangono di quegli anni foto autografate e aneddoti che testimoniano la stima e l'affetto di piloti, giornalisti, tecnici e costruttori per Nedo Coppini.
Marcello Sabbatini lo definì il suo "terzo occhio" ovvero un indispensabile e originale punto di vista rispetto ai fotoreporter della agenzia Attualfoto e di Gabriella Noris, collaboratori storici del prestigioso periodico specializzato in automobilismo sportivo.
Nedo Coppini ha collaborato con reportage giornalistici con le riviste "Autosprint", "Rombo", "Motosprint" e con il quotidiano "La Nazione".
- Ultimo aggiornamento giovedì, 7 maggio 2020
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