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Le cose che non ho

 

Con i soldi si può comprare molto, ma non tutto. Non si compra la felicità, non si comprano i sogni: che sono perfetti quando rimangono nel cassetto, o si traducono in una lunga lista di cose da comprare, ma che mostrano il lato funesto quando il caso permette loro di prendere vita. La protagonista di questo breve romanzo è felice a modo suo: ha una vita tranquilla, una famiglia normale, due amiche svitate, un padre malato di Alzheimer, una ferita mai rimarginata per la morte prematura della madre.

La merceria dove trascorre le giornate di lavoro con poche clienti, il blog on line dove condivide con tante donne sconosciute la passione per i lavori di cucito e di fai-da-te: questo è il mondo sereno e lineare dove la donna ama vivere la propria vita. Finché il caso, appunto, irrompe con la forza di un’alluvione inarrestabile. È suo il biglietto della lotteria a cui è associato un premio di oltre 18 milioni di euro. Troppi soldi per essere davvero felice, per continuare ad appartenere alla propria vita. Per questo Jo si guarda bene dall’incassare l’assegno: meglio tenerlo nascosto in una vecchia scarpa abbandonata da sempre in fondo all’armadio. Lì nessuno potrà mai trovarlo, nessuno potrà mai farle del male, nessuno potrà mai guardarla con gli occhi di chi sa che lei è diventata una donna ricchissima.

Perché tutti quei soldi le fanno paura: uscire dalla propria biografia è un rischio che non vuole correre. Ma la vita ha in serbo per lei un disegno diverso.

Scritto da uno dei più apprezzati autori francesi contemporanei, il romanzo offre al lettore l’occasione per porsi alcune domande importanti. La prima, più immediata: “Che cosa farei io se vincessi 18 milioni di euro?”, la seconda, più importante: “Desidero davvero uscire dalla mia vita e diventare una persona diversa?”. Scritto con sapiente leggerezza, Le cose che non ho ci regala un paio d’ore di buona lettura, lasciandoci di fronte a noi stessi, alla ricerca di risposte non scontate a domande così importanti.

Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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